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Coronavirus, i sacrifici di Conte e i numeri che crescono

“Queste misure comporteranno sacrifici ulteriori ma siamo convinti che ci consentiranno di affrontare la nuova fase. Il nostro obiettivo è evitare di far piombare il nostro Paese in un lockdown generalizzato”. Sacrifici per evitare un nuovo lockdown. Il premier Giuseppe Conte, torna a parlare agli italiani con i toni che hanno scandito tutta la prima fase dell’emergenza legata alla diffusione del Coronavirus. Annuncia ufficialmente prescrizioni che sono già state fatte digerire con giorni di indiscrezioni e offre in cambio la promessa di evitare guai peggiori. È uno schema che si ripete, forse inevitabile, ma riporta comunque il Paese nel clima delle comunicazioni dei giorni peggiori.

 

Nella sostanza, le uniche puntualizzazioni che aggiungono qualcosa sono quelle che riguardano le maggiori criticità subito emerse quando sono stati pubblicati i contenuti del nuovo dpcm. “Non manderemo le forze di polizia nelle abitazioni private, però dobbiamo assumere comportamenti prudenti per gestire la fase”, assicura il Presidente del Consiglio facendo riferimento alla ‘forte raccomandazione’ di limitare a sei il numero di persone presenti all’interno di una stessa casa. La forte raccomandazione non ha alcun fondamento giuridico ma ha almeno il requisito di non essere incostituzionale.

 

Poi, un’altra frase significativa. “Non ci sono presupposti per la didattica a distanza. Nella scuola le cose stanno andando abbastanza bene e lo diciamo incrociando le dita”. Ecco, queste sono parole importanti. Che stiano o meno andando effettivamente bene le cose, è giusto che il Premier ribadisca con forza che la frontiera della scuola, questa volta, non può saltare per prima. Come è accaduto invece a marzo. La scuola deve restare aperta perchè la scuola va ben oltre la didattica. È un luogo che serve alla tenuta e alla coesione sociale e deve rimanere un presidio fino all’ultimo momento utile.

 

Quindi, il nodo trasporti. Il Premier riconosce che si tratta di “una situazione sicuramente critica perché al di là degli sforzi del contingentamento è chiaro che ci sono momenti di affollamento” e aggiunge: “dobbiamo evitarli, continueremo a monitorare la situazione e a investire per garantire la sicurezza”. La situazione dei trasporti è sicuramente legata al lavoro e allo smart working. Se non si vuole rifermare tutto, con danni economici difficilmente quantificabili, è impossibile limitare il funzionamento di bus e metro e, in generale, il trasporto pubblico locale. Certo, al contrario, migliorare la situazione e imporre norme di distanziamento è possibile.

 

Intanto, arrivano puntuali i numeri a certificare che la situazione è in continua evoluzione. I nuovi casi di Coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore sono 5.901, rilevati sulla base di 112.544 tamponi, 41 i deceduti. Sono invece 514 i pazienti ricoverati in terapia intensiva (62 in più). E questo è il dato che va guardato con più attenzione.

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