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Coronavirus, il Dpcm e la lettera ‘salva’ Regioni

giuseppe conte stati generali coronavirus mascherina

La firma sul dpcm arriva comunque, prima di Mezzanotte. Il premier Giuseppe Conte, dopo l’ennesima giornata di un confronto estenuante, va avanti nonostante le obiezioni e gli stop imposti dalle Regioni. L’Italia, da domani, meglio dal 5 novembre al 3 dicembre, è divisa in tre in base al rischio Coronavirus: zone rosse (alto), arancioni (intermedio) e verdi (basso). Ci sono regole e divieti diversi, come avvenuto solo a inizio marzo scorso, prima del primo lockdown.

 

L’impianto, rispetto alla bozza circolata, resta quello. Le zone rosse si fermano, con un vero e proprio lockdown che salva solo le scuole e le attività produttive; nelle zone arancioni chiusi bar, ristoranti, negozi; nelle zone verdi valgono le regole nazionali: ‘coprifuoco’ alle 22, capienza mezzi pubblici al 50%, scuole superiori a distanza, centri commerciali chiusi nei weekend e durante i festivi. Stop agli spostamenti da e verso le Regioni comprese nelle fasce rossa e arancione. Unica novità, i parrucchieri e i barbieri restano aperti anche nelle zone rosse.

 

Nella sostanza, le Regioni entrano (e escono) da una zona o dall’altra in base alla delibera del ministero della Salute che valuta in base ai criteri e ai dati del Comitato tecnico scientifico sull’evoluzione dell’epidemia del Coronavirus.

 

Su questo snodo decisivo si è consumato lo scontro istituzionale. “Destano forti perplessità e preoccupazione le disposizioni che comprimono ed esautorano il ruolo e i compiti delle Regioni e delle Province autonome”, recitava in serata il documento della Conferenza delle Regioni.

 

La replica in una lettera firmata dai ministri Vincenzo Boccia e Roberto Speranza, recapitata prima della firma di Conte. Due i passaggi chiave. Primo: “Il coinvolgimento delle Regioni e delle Province autonome è ampiamente garantito dalla partecipazione diretta delle stesse in seno alla Cabina di regia di cui al D.M. 30 aprile 2020 e al D.M. 29 maggio 2020, nonché dall’iter procedimentale costruito che contempla l’adozione, da parte del Ministro della salute, delle relative ordinanze, sentiti i Presidenti delle regioni interessate”. Secondo: “Per quanto riguarda le misure economiche e i ristori delle attività economiche oggetto di restrizioni si assicura che in questa settimana verrà approvato dal Consiglio dei Ministri un apposito decreto legge, che prevederà la tempestiva erogazione delle risorse”.

 

Le rassicurazioni nero su bianco servono a disinnescare una polveriera che fotografa lo stato di rapporti già logori prima ancora che l’emergenza più dura legata al Coronavirus sia ancora iniziata.

 

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