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La prima di Biden (quasi) Presidente

Non è ancora la dichiarazione della vittoria. Non lo è perché mancano ancora i voti che servono a chiudere definitivamente la lunga partita contro Donald Trump. Lo spoglio va avanti in Pennsylvania, Nevada, Arizona e Georgia. Ma Joe Biden parla da (quasi) Presidente.

 

Prende la parola quando in Italia sono le cinque del mattino, le undici di sera in Delaware. Al suo fianco, la vice Kamala Harris.

 

Biden dice due cose chiare e ne fa una significativa: non cita mai Trump. È già nei panni del Presidente degli Stati Uniti, il Presidente di tutti gli americani, incluso il sovversivo Donald e tutti i suoi sostenitori. Le parole di Biden non sono ancora quelle del nuovo ‘proprietario’ della Casa Bianca, “questa non la mia dichiarazione finale”, ma sono già la chiusura, netta, con il trumpismo.

 

Si torna a parlare a tutti gli americani. Come hanno fatto tutti i Presidenti, anche i peggiori, ad eccezione del miliardario che sta minacciando la democrazia americana quando è ancora alla Casa Bianca.

 

“Lo so, il processo di conta è molto lento. Ma non dimenticate che dietro ogni numero, dietro ogni voto, c’è una persona e una storia. Dobbiamo ascoltare la voce di ciascuno”, dice Biden, per riportare in primo piano il valore delle Elezioni. Poi, è ancora più diretto. “La democrazia funziona, tutti i voti saranno contati. Vinceremo questa gara con una maggioranza chiara”. Quindi, il messaggio che non segna solo una discontinuità ma un ritorno a una normalità che di questi tempi suona come una rivoluzione. “Lavorerò duro per tutti. Siamo una sola America. Avversari, forse, ma non nemici: grandi disaccordi portano a proficui dibattiti”.

 

Gli Stati Uniti, dopo quattro anni lunghissimi, hanno (quasi) un Presidente.

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