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Joe Biden deve affrontare una serie di sfide complicate: ricucire le lacerazioni lasciate da Trump, affrontare la pandemia del Coronavirus e ridare una prospettiva alla classe media americana. Le possibilità di vincerle passano in buona parte dalle sue capacità di dare risposte sul piano economico.

 

I numeri della crisi che stanno vivendo gli Stati Uniti sono inequivocabili. Sono 22,6 milioni gli americani che ricevono il sussidio di disoccupazione. Sono 750mila in nuovi disoccupati registrati la scorsa settimana, più di qualsiasi settimana durante la Grande recessione. Più di 100mila piccole imprese hanno chiuso dall’inizio della pandemia.

 

Come si muoverà Biden di fronte a questo scenario? Mancano mesi al suo insediamento, a gennaio, e molto dipenderà da quanto spazio di manovra avrà, soprattutto per la composizione del Senato. Ma ci sono una serie di indizi, e di indirizzi, che possono essere presi in considerazione. Biden cambierà radicalmente l’approccio di Trump, soprattutto dal punto di vista fiscale e dei rapporti con le grandi imprese, a partire dai colossi finanziari di Wall Street.

 

Geoff Colvin, esperto giornalista di Fortune e profondo conoscitore della politica americana, scrive parole eloquenti: “Solo nel 2020 gli amministratori delegati possono dare il benvenuto a un nuovo Presidente che promette di aumentare le tasse, di rendere più stringenti le norme regolatorie e di dare più potere ai sindacati. E questo perché questo non è un anno normale”.

 

Questo non è un anno normale. E non è stata normale l’amministrazione di Donald Trump. Per questo Joe Biden ha tutta l’intenzione di invertire la rotta. E per questo la comunità del business americana, dentro e fuori Wall Street, è disponibile a un’apertura di credito che difficilmente avrebbe concesso in un altro momento.

 

Vale la pena tornare a citare Geoff Colvin. “Si possono sintetizzare in una frase le inclinazioni economiche di Biden: pensa che la classe media e i lavoratori debbano avere di più e che i grandi ricchi debbano avere di meno”.

 

Colvin evidenzia anche come il Presidente eletto non sia un socialista ma un uomo che è sempre stato vicino al centro. Una nota che serve a sgombrare il campo dagli equivoci e dalle facili strumentalizzazioni. Biden non è un pericoloso estremista. Ma è un uomo profondamente convinto che vadano capovolte le derive estremiste del trumpismo. Anche, e soprattutto, sul fronte economico.

 

Questo, perché una classe media piegata e svuotata e i lavoratori ridotti alla disoccupazione sono un problema per gli Stati Uniti e per qualsiasi altra democrazia occidentale. Le tasse, così come la regolazione, servono a intervenire per correggere le conseguenze di una crisi gigantesca. E questo, ormai, lo hanno capito anche i banchieri e i Ceo di Wall Street.

 

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