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Tre commissari in dieci giorni. Scelte incomprensibili. Soprattutto, una catena inspiegabile di errori. Ma anche le gaffes, le esternazioni sconclusionate, e perfino le beghe familiari. Ci sono tutti gli ingredienti di una, triste, farsa nella gestione del caso Calabria.

 

Prima le dimissioni forzate, in rapida serie, di Saverio Cotticelli e Giuseppe Zuccatelli. Poi, il nuovo colpo di scena di oggi. L’ex rettore della Sapienza Eugenio Gaudio, nominato ieri sera nuovo commissario per la sanità calabrese, ha rassegnato le sue dimissioni, annunciandole con un’intervista a La Repubblica. Ha parlato di motivi familiari e personali, dichiarando l’indisponibilità della moglie a trasferirsi. Anche se fossero reali, sarebbe stato meglio per tutti trovarne altri.

 

Arriveranno altre decisioni a breve, non può essere altrimenti. Ma quello che è successo in questi giorni resterà come una mortificante fotografia della pochezza della classe dirigente di questo Paese.

 

Resta in ballo il nome di Gino Strada. Ma, anche in questo caso, più passano le ore più la soluzione diventa complicata. Il fondatore di Emergency è tornato a scrivere su Facebook, per il terzo giorno consecutivo, per chiarire la sua posizione. “Leggo da un’agenzia di stampa che non sarei disponibile a fare il commissario in Calabria. Ribadisco – perché evidentemente serve farlo ancora – che non ho ricevuto nessuna proposta formale e che comunicherò personalmente le mie decisioni attraverso i canali ufficiali se ci sarà qualcosa di reale e concreto da comunicare. Mi sembra che la situazione sia già abbastanza difficile per i cittadini calabresi senza che diventi anche grottesca”.

 

La Calabria, i calabresi, tutti gli italiani e anche Gino Strada, un medico che ha una storia importante alle spalle, meriterebbero un copione diverso. La bagarre politica che si è inevitabilmente sollevata intorno agli ennesimi sviluppi farseschi di oggi non aiuta a trovare una soluzione. Ma è chiaro che la responsabilità di tutto questo non possa che essere attribuita al governo e al ministro competente, quello della Salute Roberto Speranza. Non è un’opinione, è un fatto. Se le decisioni finora sono state tutte sbagliate, è chi decide che deve riuscire a cambiare strada. Speriamo che accada presto. Perché il tempo, per la Calabria e per il resto del Paese, è poco.

 

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