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Forum Sostenibilità: la finanza e le potenzialità del digitale

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La finanza, tra innovazione e capitalismo responsabile, ha da tempo avviato un suo percorso verso la sostenibilità, e non solo, naturalmente, quella ambientale. Ne hanno parlato gli invitati alla seconda tavola rotonda sulla finanza organizzata da Fortune Italia per il suo terzo Forum Sostenibilità, la cui prima giornata si è tenuta oggi in versione ‘phygital’.

 

Dopo la videopresentazione e dati di scenario a cura di Alessio Botta, Partner McKinsey & Company, Carlo Alberto Carnevale Maffè, SDA Bocconi, ha interrogato gli ospiti su come il tema sostenibile si unisca al fintech, all’innovazione digitale dei pagamenti e del mondo assicurativo.

 

Secondo Ignazio Rocco di Torrepadula, Ceo di Credimi, dice che “nella finanza tradizionale si tende ad occultare i motivi per cui si fanno le cose, quella digitale invece è trasparente verso i clienti”. Un primo pilatro di sostenibilità molto importante, “perché in un mondo di aziende che per il 70% non possono avere credito bisogna saper far capire perché non possono averlo. La finanza digitale motiva le sue decisioni. Il cliente, così, magari rimane contento di aver ottenuto un no, ma di sapere perché”. “Le imprese sono abbastanza coscienti di come appaiono e come vengono considerate. Questo cambiamento si rifletterà nella sostenibilità. Noi già incorporiamo nei nostri algoritmi dei criteri di esclusione stabiliti dalla Fondo europeo degli investimenti. Un tipo di sostenibilità basata su fatti concreti e consapevoli”. Altro aspetto: “Se prendiamo le piccole imprese italiane e le confrontiamo con gli omologhi europei vediamo che hanno un gap di produttività del lavoro rispetto a tedeschi o francesi del 40-50%. Le medie non hanno nessun gap. Ora, sempre di più vediamo che nei piccoli c’è la consapevolezza che qualsiasi aspetto di sostenibilità deve partire dalla sostenibilità economica. Con il Covid si pensa che le Pmi siano immobili, ma in realtà vediamo grande dinamismo, si stanno adattando più di quanto immaginiamo. Questa è la condizione di sostenibilità base, senza questo tipo le altre sostenibilità non possono esistere”.

Secondo Roberto Nicastro, Chairman AideXa, “la finanza e il fintech possono dare un contributo significativo di digitalizzazione, che penso essere una delle sfide cruciali”. Parlando del confronto nel settore tra i grandi player e quelli nuovi del fintech, Nicastro sottolinea ilvantaggio di partire da zero” delle nuove realtà. C’è tanto lavoro da fare ma ci sono “delle implicazioni enormi quando si mettono in piedi cose completamente nuove. Quando parti ex novo, come abbiamo fatto noi, hai una flessibilità spaventosa”. Anche nell’implementazione corretta dell’intelligenza artificiale. “Il potenziale dell’A.I. è enorme. Il Psd2 apre spazi straordinari per andare a testare algoritmi nel merito creditizio, e in cose banali come l’F24. Un potenziale che si può aumentare ancora di più con un certo tipo di utilizzo dei dati. In prospettiva vedo delle implicazioni enormi sulla sostenibilità, se all’A.I. verrà data una certa capacità di comprensione”.

 

Secondo Walter Pinci, Direttore generale di Poste Pay, “due dei pilastri sulla sostenibilità passano dal sostegno al territorio: siamo un’azienda fisica fatta di persone in tutto il Paese. Dobbiamo quindi rendere l’innovazione disponibile con l’inclusione. Poste Italiane è inclusiva per definizione. Il nostro ruolo all’interno del piano Italia Cashless è quello di rendere il processo di digitalizzazione aperto a tutti”. D’altronde, già la Postepay “ha reso l’e-commerce aperto a tutti. Se andiamo al mondo prima di Postepay, utilizzare uno strumento di pagamento online era abbastanza raro, perché si poteva fare solo con le carte di credito, non alla portata di tutti. I nostri prodotti sono aperti a tutti, senza merito creditizio. Sul digitale stiamo facendo lo stesso, portando i nostri clienti a scaricare 20 milioni di app, non solo i giovani”. Per quanto riguarda il “contributo che daremo insieme al governo, lanceremo in concomitanza con il programma governativo un nuovo sistema di pagamento su smartphone e qr code, con l’obiettivo di renderlo ancora una volta popolare, e stiamo ingaggiando i 40mila colleghi allo sportello per renderli ambasciatori di questi nuovi metodi. Rendendo il pagamento digitale un sistema veramente popolare e aperto a tutti”.

Secondo Lucia Silva, Group Head of Sustainability and Social Responsibility Generali, il “Covid ha risvegliato un po’ le coscienze sulla sostenibilità, sulla salute dell’ambiente, sulla salute delle persone, molto colpite nelle zone con un alto livello di inquinamento. C’è una motivazione nuova nel voler fare del bene. C’è una rivoluzione silenziosa in atto a cui i media dovrebbero dare più evidenza, e Fortune Italia sta facendo un bellissimo lavoro: parlo della sostenibilità del business portata a regime facendo bene il proprio mestiere, e remunerando chi mette il capitale. Ora è un elemento di differenziazione, ma tra breve potrebbe diventare imprescindibile pensare al pianeta e alle persone, oltre al profitto”. Per quanto riguarda le assicurazioni, “andiamo verso un mondo, tra virgolette, ‘inassicurabile’. La soluzione è la prevenzione: è fondamentale, e questo significa mettere a disposizione dei nostri clienti prodotti che aiutino ad avere stili di vita sani”. Con il Covid “abbiamo superato ampliamente il nostro obiettivo sul digitale. Sarebbe piaciuto a tutti non avere la pandemia, che non riesco a vedere come un’opportunità, ma ci sono delle lezioni da imparare. Tra queste: nonostante l’avanzate del digitale, il rapporto umano non è sostituibile. Il modello di Generali cerca di mettere insieme al digitale, perché lo human touch ti fa capire le reali esigenze del cliente, customizzando il prodotto sui loro obiettivi. L’idea è quella di mettere insieme il canale digitale e ruolo delle nostre persone, che non è quello di vendere le polizze, ma è la consulenza, è capire le necessità del cliente e rimanere in contatto attraverso lo strumento digitale”.

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