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Dietro l’acciaio del Ponte di Genova

Quasi 19 mila tonnellate di lastre d’acciaio per il Ponte San Giorgio. Metinvest, colosso ucraino dell’acciaio mondiale (7,6 mln di tonnellate prodotte l’anno) ha fornito il 95% della fornitura del materiale necessario a Fincantieri Infrastructure per l’impalcato del nuovo ponte di Genova, a 15 mesi dalla tragedia del Ponte Morandi, acciaio grezzo poi rilaminato da nello stabilimento di San Giorgio di Nogaro (Udine). Metinvest è subentrata nel 2007 al gruppo ligure Malacalza al vertice di Trametal, con gli stabilimenti siderurgici proprio a Genova. Ecco l’intervista a Dmytro Nikolaenko, sales director di Metinvest.

Oltre alla pandemia, in Italia quest’anno sarà ricordato anche per la costruzione del nuovo ponte di Genova, che è stato costruito in tempi record. In qualità di principale fornitore di acciaio per il progetto, può dirci se il vostro lavoro è stato influenzato dall’aspetto emotivo del ponte? Vi siete sentiti parte del progetto di rinascita?

È stato sicuramente il progetto più emozionante dell’anno per noi. La storica sede centrale delle nostre operazioni italiane ha sede a Genova, dove impieghiamo circa 60 persone. Genova è quindi una città vitale per Metinvest, e ovviamente siamo stati orgogliosi e onorati di avere l’opportunità di sostenere un progetto così cruciale come la costruzione del nuovo ponte, che va a sostituire ponte Morandi tragicamente crollato. Quando abbiamo saputo che il nostro partner di lunga data Fincantieri Infrastructure era stato scelto come costruttore del ponte, siamo stati più che entusiasti di aderire al progetto e di fornire 18.500 tonnellate di lamiere d’acciaio prodotte da Trametal per il primo ponte sostenibile in Italia. Inoltre, far parte del team che ha iniziato e finito una costruzione così importante in un solo anno è fenomenale. Tutti nel nostro team italiano hanno lavorato con particolare passione per essere sicuri di consegnare l’acciaio migliore in tempi record. Noi come Metinvest siamo molto orgogliosi di aver fatto parte di questo importante traguardo per la città di Genova, per il nostro partner Fincantieri e per tutta l’Italia.

 

Qual è il vostro rapporto con l’Italia, e quale ruolo gioca l’Italia nella vostra mappa di commercio globale?

L’Italia è un paese molto importante per noi. Innanzitutto perché l’Europa è il mercato interno di Metinvest, quindi l’Italia gioca un ruolo importante non solo nella nostra mappa commerciale, ma anche in quella produttiva. Siamo proprietari di due grandi laminatoi in Italia – Metinvest Trametal a San Giorgio di Nogaro e Metinvest Ferriera Valsider – che vendono in Italia circa un milione di tonnellate di acciaio. Complessivamente, in Italia vendiamo circa 2 milioni di prodotti siderurgici all’anno, circa il 15% del nostro volume di vendite, che comprendono lamiere, coil e prodotti finiti – la maggior parte dei quali viene venduta dalla nostra rete di rilaminazione. Il resto è costituito principalmente da semilavorati provenienti da acciaierie ucraine.

 

Di quali altri progetti in Italia fate o farete parte?

Proseguendo nel solco di ponti e strade, stiamo attualmente fornendo materiale al nostro partner, Cimolai S.p.A., per il grande progetto infrastrutturale Jonica. Esso comprende la costruzione di autostrade, gallerie e viadotti sul tratto stradale con la lunghezza totale di 38 km, che collegherà le regioni Calabria e Puglia nel sud Italia. Il progetto fa parte di un programma paneuropeo TEN-T (Trans European Transport Network), che mira a collegare diverse regioni del continente attraverso autostrade di alta qualità. Oltre al progetto Jonica, ci sono diversi altri grandi progetti infrastrutturali in diverse parti d’Italia, tra cui ponti, tunnel, autostrade e porti, attualmente in attesa di approvazione da parte del Governo centrale o regionale e di diversi organismi di regolamentazione, per poter avviare nuovi progetti o per portare avanti quelli esistenti. In particolare, ci auguriamo di vedere qualche progresso nei progetti autostradali in Campania nel corso del 2021. Sicuramente, nel caso del contesto legislativo italiano, la velocità di reazione delle autorità in termini di approvazioni di bilancio e di rilascio dei fondi è di fondamentale importanza. Grazie alla collaborazione pluriennale con i principali costruttori italiani e all’elevata competenza nella fornitura di tali progetti, contiamo su nuovi importanti successi nei prossimi mesi e anni.

 

Ci racconti come Metinvest ha gestito finora l’anno 2020: quali sono i principali dati commerciali dell’azienda e quali sono le sfide e le priorità per l’azienda poste dall’anno in corso?

Come produttore siderurgico globale con circa 80 mila dipendenti in 11 impianti siderurgici e minerari in Italia, Bulgaria, Regno Unito, Ucraina e Stati Uniti, dobbiamo ammettere che il primo semestre dell’anno è stato a dir poco turbolento. L’esplosione della pandemia COVID-19 e i numerosi lockdown hanno paralizzato l’economia mondiale e in primavera hanno portato alla chiusura per diverse settimane di due delle nostre acciaierie italiane. Inoltre, molta incertezza è nata dal fatto che l’Europa e l’Italia in particolare si trovavano nell’epicentro della pandemia. I ricavi totali nel primo semestre dell’anno sono diminuiti del 15%. Le vendite nel segmento acciaio sono diminuite del 18% a causa della diminuzione dei prezzi di vendita dei prodotti in acciaio e coke e dei minori volumi di vendita dell’acciaio a causa dell’impatto della pandemia COVID-19. Tuttavia, la seconda metà del 2020 ci ha mostrato uno spiraglio di speranza, dovuto soprattutto alla forza trainante della Cina – una vera e propria ancora di salvataggio per i fornitori. Nel terzo trimestre dell’anno in corso, la produzione di acciaio grezzo di Metinvest è aumentata del 22% e quella di ghisa liquida del 17% rispetto al secondo trimestre, in un contesto di ripresa della domanda di mercato. Ora, la nostra priorità per quest’anno è quella di mantenere la salute e la sicurezza delle nostre persone mentre ripristiniamo in modo sostenibile le nostre produzioni e i risultati commerciali.

 

Qual è stato l’impatto del Coronavirus sull’industria? Cosa pensa possa aiutare la ripresa dell’industria europea dell’acciaio?

Le conseguenze deprimenti della pandemia Covid-19 hanno spinto l’Ue e i governi nazionali europei a cercare modi diversi per rianimare l’economia. Una delle direzioni fondamentali che possiamo vedere in termini di stimolo economico in Europa è la rivitalizzazione delle infrastrutture obsolete, da tempo attesa. Il Sud Europa e l’Italia in particolare sono un’area potenzialmente interessata da tali sviluppi. Per accelerare la ripresa, riteniamo che l’industria siderurgica europea debba intensificare la domanda in modo che i progetti infrastrutturali possano essere un grande sostegno. Consideriamo il settore delle costruzioni (in particolare l’ingegneria civile responsabile delle infrastrutture) come il principale motore della domanda di acciaio in Italia e nell’Ue nel 2021 e negli anni successivi. È importante sottolineare che il settore delle costruzioni è stato il meno colpito dalla crisi data dalla pandemia Covid-19 nel 2020, e potrebbe prosperare grazie allo stimolo economico. Un altro settore importante per le nostre operazioni, l’energia eolica, sta inoltre godendo di una forte spinta data dall’accelerazione dello sviluppo della European Green Deal Strategy nel territorio dell’unione. Sebbene l’Italia non sia la regione principale in termini di installazioni di torri eoliche, alcuni dei nostri clienti italiani stanno producendo torri per diverse zone europee e stanno beneficiando della performance significativa del settore. Un ulteriore supporto per i produttori di lamiere d’acciaio, tra cui Metinvest, proviene dall’indagine antidumping recentemente aperta contro i produttori cinesi di torri eoliche importate nell’UE. Alcuni altri settori che consumano acciaio sono molto importanti per le nostre attività italiane, come l’ingegneria meccanica e i macchinari speciali (i cosiddetti “yellow goods”); prevediamo una ripresa nel breve periodo, dopo il difficilissimo 2020, reso più difficoltoso dalla mancanza di investimenti privati. Il ritorno alla normale attività economica, subordinato alla disponibilità del vaccino e al continuo miglioramento del sistema sanitario, permetterà di recuperare completamente alcuni altri importanti settori di consumo in Europa, come la cantieristica navale. L’unico settore che potrebbe rimanere in difficoltà anche oltre il 2021 è quello dell’energia convenzionale (produzione di line pipes e di elementi infrastrutturali per il settore petrolifero e del gas), a causa dell’accelerazione del passaggio alle energie rinnovabili in Europa e nel mondo.

 

Quali sono le proiezioni relative alle vostre attività nell’area?

Abbiamo intenzione di mantenere e sviluppare la nostra forte posizione nel mercato italiano grazie ad una gamma di prodotti molto competitiva e a servizi dedicati ai nostri partner. Speriamo di riportare i volumi di vendita e di produzione al livello normale dopo il forzato rallentamento del 2020. Nel 2018-2019 abbiamo venduto in Italia oltre 400 mila tonnellate di lamiere e oltre 400 mila tonnellate di HRC, con la maggior parte del materiale prodotto in Italia. I continui investimenti nei nostri asset italiani consentiranno di offrire servizi aggiuntivi e di arricchire il portafoglio prodotti per i clienti in Italia e nel resto d’Europa. A seconda del ritmo della ripresa e dei cambiamenti nel panorama competitivo europeo, potremmo anche considerare la possibilità di espandere le nostre attività, ma ciò dipenderà sicuramente dall’evoluzione del mercato nel 2021-2022.

 

Parlando dell’azienda, può sintetizzare i progetti di crescita sul breve e medio periodo?

Gli investimenti nella produzione pulita e nel miglioramento della qualità sono la nostra massima priorità. Essendo una delle più grandi aziende private in Europa, Metinvest ha già ridotto le sue emissioni lorde di sostanze inquinanti del 33% a partire 2012, e continua a modernizzare le sue attrezzature per essere più vicina a diventare carbon neutral in futuro. Nell’ultimo decennio, l’azienda ha investito 344 milioni di dollari nei suoi progetti ambientali. Solo l’anno scorso abbiamo raddoppiato il nostro CAPEX ambientale a 110 milioni di dollari, e per il 2025 prevediamo di investire altri 413 milioni di dollari. Tra i più grandi progetti ambientali vi sono stati l’avvio della produzione di pellet con un contenuto di ferro (Fe) pari al 67,5%, utilizzato nella tecnologia del preridotto (DRI) presso il nostro Central GOK (Impianto di Estrazione e Lavorazione) nonché il completamento della revisione del laminatoio a caldo “1700” presso il nostro impianto metallurgico Ilyich Steel, solo per citarne alcuni. Entrambi i progetti aumenteranno in modo significativo la qualità del prodotto finale, riducendo al contempo in modo notevole l’impatto ambientale.

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