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L’assalto di Trump alla democrazia

trump corte suprema biden

Violenza istituzionale, eversione, negazionismo. Nella piazza di Trump, e non per Trump perché l’ormai ex presidente degli Stati Uniti l’ha legittimata e istigata, ci sono tutti gli elementi di una minaccia concreta alla vita democratica. La contestazione dell’esito delle elezioni, con le pronunce dei tribunali che hanno confermato la correttezza del voto, diventa con i fatti di oggi un’opposizione al sistema democratico completamente slegata dalla realtà.

 

Migliaia di sostenitori di Donald Trump si sono radunati a Washington in una manifestazione proprio nel giorno in cui il Congresso avrebbe dovuto ratificare formalmente la vittoria del presidente eletto Joe Biden.

 

Poi sono arrivate le parole di Trump. “Non ci arrenderemo mai, non concederemo mai” la vittoria, ha detto davanti alla sua piazza. Ora i manifestanti assediano Capitol Hill, il vicepresidente Mike Pence è stato allontanato e messo in sicurezza e il cuore di Washington è in lockdown.

 

Da una parte la narrazione dell’ex presidente, dall’altra la realtà. Con la probabile vittoria democratica in entrambi i seggi del Senato per cui si è votato ieri in Georgia e il rifiuto del vicepresidente Pence di forzare la mano al Congresso perché non certifichi la vittoria di Biden, Trump non ha alcuna possibilità di sovvertire il percorso che portera’ Joe Biden a giurare il 20 gennaio da presidente.

 

Gli scontri tra gli estremisti pro Trump e la polizia nel centro della democrazia americana sono comunque una fotografia che passerà alla storia. E l’invito alla calma dell’ex presidente arriva evidentemente troppo tardi.

 

https://twitter.com/realdonaldtrump/status/1346912780700577792?s=21

 


Poi interviene il presidente eletto Joe Biden. Con un appello fermo ma moderato.

 

Il presidente eletto si rivolge al presidente uscente, Donald Trump: fermati, ferma i tuoi sostenitori. Usa parole nette. “La nostra democrazia è sotto una minaccia senza precedenti”, quello che sta avvenendo è “un colpo allo stato di diritto, mai vista una cosa del genere”. Sono fatti che “non riflettono la vera America, ciò che siamo, questo non è altro che caos, che deve finire adesso”. Poi, rivolto direttamente a Trump. “Le parole di un presidente contano. Possono ispirare il bene o incitare a cose negative: vada in televisione e chieda che questo assedio finisca immediatamente”. Quello che sta avvenendo a Capitol Hill “non è una protesta, è un’insurrezione”.

 

La risposta di Trump è affidata a un video registrato e twittato. “Tornate a casa, rispettate la legge”, il passaggio chiave, in cui invita i manifestanti ad abbandonare la clamorosa protesta nel centro della democrazia americana. “Le elezioni sono state rubate e tutti lo sanno, soprattutto l’altra parte”, premette, ribadendo la sua posizione sul voto, prima di dire “vi voglio bene ma tornate a casa”.

 

Un’ambiguità voluta e colpevole che Trump non abbandona neanche di fronte ai fatti drammatici di queste ore.

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