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Governo Draghi, i ‘migliori’ ma c’è tanta politica

Cinque conferme, i ‘migliori’, ma c’è anche tanta politica. Il premier Mario Draghi e il Capo dello Stato Sergio Mattarella hanno scelto una squadra che mette insieme esigenze diverse: la continuità in alcune caselle chiave, la discontinuità con l’ingresso di figure tecniche di peso e la rappresentanza di una maggioranza larga, che rispetto a quella che ha sostenuto il governo Conte bis tiene conto della nuova centralità di Forza Italia e Lega.

Ventitrè ministri, 15 politici (4 M5S, 3 Pd, 3 Lega, 3 Fi, 1 Italia Viva e 1 Leu) e 8 tecnici. Al di là dei numeri, ci sono scelte che caratterizzano fortemente il nuovo esecutivo Draghi. Due ministeri chiave, Interno e Giustizia, in mano a due donne, Lamorgese e Cartabia. I ministeri economici principali sono divisi fra i tecnici, Franco all’Economia e Giovannini alle Infrastrutture, e una quota politica significativa con lo Sviluppo economico a Giorgetti e il Lavoro a Orlando. La presenza di Colao all’Innovazione tecnologica e di Cingolani alla transizione ecologica costituiscono un elemento di novità, strettamente legato all’attuazione del Recovery Plan.

Le conferme di Di Maio (Esteri), Speranza (Salute), Guerini (Difesa) e Franceschini (Beni culturali), che si sommano a Lamorgese, insieme agli spostamenti di Patuanelli (Agricoltura) e Dadone (politiche giovanili), rappresentano invece la continuità con l’ultimo governo.

I nuovi ingressi politici servono a dare consistenza alla maggioranza allargata che sosterrà Draghi, con quote che rispecchiano la consistenza dei gruppi parlamentari: Brunetta (Pubblica amministrazione), Carfagna (Sud) e Gelmini (Affari Regionali) in quota Forza Italia; Stefani (Disabilità) e Garavaglia (turismo) che completano con Giorgetti la quota Lega. La pattuglia Cinquestelle, oltre a Di Maio, Patuanelli e Dadone, è completata da D’Incà (Rapporti con il Parlamento); Elena Bonetti in rappresentanza di Italia Viva.

La schiera dei tecnici è completata da Messa (Università), Bianchi (Istruzione) e dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Garofoli.

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