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blockchain

Il 2020 ha ridimensionato i numeri della blockchain in Italia. Eppure, ha anche dato alla tecnologia dei registri distribuiti una prospettiva più concreta, più orientata alle applicazioni sul campo. In attesa della consacrazione europea. La versione completa di questo articolo, a firma di Alessandro Pulcini, è disponibile sul numero di Fortune Italia di marzo 2021.

 

L’IMPATTO DELLA PANDEMIA sull’implementazione della tecnologia blockchain non è stato esclusivamente negativo. Nel 2020, in Italia, c’è stato un calo di progetti e investimenti. Ma l’impressione, guardando i dati, è che il sistema alla base delle monete digitali (come il Bitcoin, la più famosa) stia solo scaldando i motori. Che la maturità tecnologica sia già una realtà, in alcuni casi. E che, come spesso succede con le innovazioni tecnologiche, adesso spetti ai regolatori adeguarsi e capire come indirizzare una tecnologia che virtualmente può rivoluzionare qualsiasi settore in cui venga applicata.

 

La blockchain può ‘disintermediare’ qualsiasi cosa: l’energia, con gli smart contract, la finanza con la decentralizzazione delle transazioni e la digitalizzazione delle monete, il mondo legale e delle certificazioni, la supply chain di qualsiasi prodotto. In Italia, ad esempio, la filiera agroalimentare sta diventando uno dei campi principali delle applicazioni logistiche della blockchain, che nel settore può tra l’altro contare sulla grande attenzione degli italiani alla tracciabilità degli alimenti: secondo un report IBM e Morning Consult, il 92% degli italiani afferma che la tracciabilità degli alimenti è preziosa, e ritiene che l’utilizzo della tecnologia dovrebbe diventare una costante perché permette di garantire l’autenticità dei prodotti. In generale, le tecnologie blockchain continuano a crescere anche in settori diversi da quello finanziario: sono sempre più utilizzate per migliorare processi aziendali e creare nuove opportunità di business in ambiti come l’agroalimentare, le utility dell’energia, la pubblica amministrazione e le assicurazioni.

 

I NUMERI

 

Nel mondo, il Coronavirus non ha fermato la blockchain: nel 2020 le nuove iniziative sono aumentate del 59%, arrivando a 267 in totale, ovvero 70 annunci (calati dell’80%) e 197 progetti concreti (di cui 83 operativi, il resto sperimentazioni o proof of concept). Secondo l’analisi dell’Osservatorio blockchain & distributed ledger della School of management del Politecnico di Milano, i numeri relativi al calo degli annunci e all’aumento dei progetti testimoniano come il mercato sia uscito da una fase di hype mediatico, mostrando una maggiore maturità.

In Italia, dal punto di vista dei numeri, c’è stato un calo. Al momento, per numeri di iniziative blockchain siamo sesti, con 18. Sono rallentati anche gli investimenti delle aziende, che nel 2020 valgono 23 mln di euro, il 23% in meno rispetto al 2019. Ma gli investimenti, precisa Valeria Portale, direttrice dell’Osservatorio, sono stati rinviati, non cancellati. “Questo perché parliamo di una tecnologia emergente ma spesso ancora non pronta per rispondere alle esigenze emerse nell’anno della pandemia, come l’e-commerce e le tecnologie per lo smart working”. Essendo la blockchain “una soluzione di ecosistema, con la complessità di dover mettere insieme tanti attori diversi, è difficile mettere in piedi applicazioni in breve periodo”.

 

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di marzo 2021. Ci si può abbonare al magazine mensile di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

 

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