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Polizia di Roma Capitale, una multa incredibile

Una storia incredibile. Una vicenda che mette insieme quanto di peggio possa esprimere la ‘cosa pubblica’ in rapporto a un cittadino. Errori, sciatteria, arroganza. La Polizia di Roma Capitale riesce a fare di una targa smarrita, e riconsegnata dagli stessi uffici della Municipale, un corto circuito burocratico che porta a un risultato finale grottesco, e violento nella sua incongruenza con la realtà: c’è un conto salato da pagare, una multa da 890,50 euro con ordinanza ingiuntiva del Prefetto di Roma.

Ci si arriva con una serie di tappe che descrivono nel dettaglio dove la macchina pubblica si perde in un groviglio inestricabile. Sistemi informatici che non parlano tra loro, l’errore di un funzionario, l’incapacità di assumersi la responsabilità di correggerlo, la distrazione e la superficialità di un altro funzionario. Procedure che una volta innescate non c’è modo di fermare. Fino ad arrivare al Prefetto. A pagare, alla fine, è il cittadino, disarmato di fronte a una sequenza di raccomandate, convocazioni, chiarimenti, un ricorso e l’ennesima comunicazione folle.

È arrivata oggi. L’ordinanza n. 91200019200 della Prefettura di Roma mi impone di pagare entro 30 giorni 890,50 euro. Quale infrazione ho commesso? Nessuna. Anzi, ho perso tempo.

Ricostruire questa vicenda in modo puntuale è a questo punto complicato. Faccio una sintesi e rimando al link che trovate qui sotto.

A luglio 2020, trovo una mattina la moto senza targa, parcheggiata davanti casa. Vado alla stazione dei Carabinieri e denuncio lo smarrimento della targa. Per 15 giorni non si può fare nulla, la moto deve rimanere ferma e solo successivamente può essere richiesta una nuova targa. Qualche giorno dopo passa un vigile, vede la moto con una targa di cartone, e fa la sua segnalazione (ma questo lo scoprirò solo dopo). Nel frattempo, arriva la chiamata della Polizia di Roma Capitale: la targa è stata ritrovata. Vado negli uffici di Circonvallazione Ostiense 291. La targa viene riconsegnata e firmo il relativo verbale. Dieci giorni dopo arriva una raccomandata con l’invito a presentarmi presso l’ufficio di Roma Capitale, in via della Greca 5. In caso di mancata presentazione è prevista una multa di 431 euro. Non capisco, ma eseguo. Negli uffici di Via della Greca, vengo inviato all’ufficio oggetti smarriti. Parlo con il funzionario (e qui c’è il primo errore, di certo non mio): mi dice che devo tornare in Circonvallazione Ostiense 291. Non capisco, ma eseguo. Negli uffici di Circonvallazione Ostiense, un altro funzionario fa un controllo telematico: la targa è stata regolarmente denunciata e poi riconsegnata. Il caso è chiuso. Passa un mese e arriva a casa il verbale da 431 euro. Oltre a non capire, inizio ad alterarmi. Ma ritrovo la calma e rivado negli uffici della Polizia di Roma Capitale, in via della Greca 5. Riesco a parlare con un altro funzionario, questa volta dell’ufficio giusto. Ricostruisco la vicenda, carte alla mano. Seguono conciliaboli vari e un paio di telefonate, poi arriva una risposta tutto sommato accettabile: “Evidentemente è stato commesso un errore ma a questo punto per annullare il verbale, serve un suo ricorso. Vada al piano terra, ufficio reclami, e faccia un ricorso spiegando quello che successo. Il ricorso arriverà da noi e noi annulleremo il verbale”. Faccio fatica a capire, ma eseguo. Oggi arriva l’ingiunzione di pagamento, perché quel ricorso è stato respinto. Incredibile, ma vero.

Qui sotto il pezzo del 29 ottobre 2020 che raccontava la prima parte di questa incredibile vicenda:

https://www.fortuneita.com/2020/10/29/la-peggiore-burocrazia-storia-di-una-targa-smarrita/

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