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Venezia sperimenta i droni per consegna pacchi

droni drone consegne

Non sarà domattina che i veneziani li vedranno volare a bassa quota e consegnare sul balcone le medicine per il mese, oppure lasciare davanti alla porta d’ingresso la spesa settimanale o ancora recapitare un attrezzo per una particolare manutenzione in un’isola lontana della laguna. Ma se non si inizia a fare pratica l’era dei droni rischia di non vedere l’alba. L’accordo firmato nei giorni scorsi tra il Comune di Venezia e l’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, serve proprio ad aprire le porte alla sperimentazione dei velivoli a guida autonoma nei cieli della città.

Alcune parti del vasto territorio comunale, che per tre quarti è laguna, diventeranno un luogo in cui testare le più svariate soluzioni di sorvolo senza interferire con il traffico aereo né con quello delle imbarcazioni: il protocollo d’intesa è un punto di partenza e rientra in un progetto nazionale che vede l’Enac impegnata con Roma, Milano e Torino. Data la peculiarità di Venezia i droni potrebbero rivelarsi ancora più efficaci che in altre situazioni urbane per recapitare pacchi e merci varie nelle 62 isole della laguna, alcune difficili da raggiungere ed evitando così ai corrieri espresso di percorrere lunghe distanze per un solo pacco.

Quattro i punti dell’accordo: 1) promozione dell’utilizzo di sistemi intelligenti di urban delivery con droni per individuare le condizioni operative utili alla definizione da parte dell’Enac di uno schema di regolamentazione, condiviso con il Comune di Venezia, che consideri il fragile equilibrio del territorio lagunare e che tuteli il patrimonio storico-culturale e ambientale della città; 2) la definizione di modalità di sviluppo di operazioni urbane tramite la sperimentazione e l’utilizzo di servizi U Space per i droni; 3) la determinazione di modalità di Urban Air Mobility che consentano un efficace collegamento tra i centri urbani lagunari, la terraferma e la città storica, aumentando l’accessibilità delle isole per contrastarne lo spopolamento e, al tempo stesso, per migliorare la fornitura di servizi essenziali – sanitari, di trasporto e logistica, di soccorso – per le comunità che vi risiedono.

Il quarto e ultimo punto guarda ai Giochi olimpici invernali Milano Cortina 2026 e alla valorizzazione di infrastrutture del territorio come i vertiporti quali portali d’accesso alla manifestazione con l’obiettivo di cooperare alla realizzazione di proposte per la definizione di una sostenibilità urbana aerea (Urban Air Mobility).

“La Urban Air Mobility sta prendendo piede e Venezia, che proprio in questi giorni si prepara a celebrare i 1.600 anni dalla fondazione, si proietta nel futuro avviando questa sperimentazione con Enac – ha spiegato l’assessore all’Ambiente, Massimiliano De Martin -. I droni stanno diventando un mezzo che farà parte della nostra quotidianità e noi vogliamo esserci: possono portare una sacca di sangue sul luogo di un incidente, verificare un danno, recapitare un attrezzo per una manutenzione. Inseriremo i droni nel Piano Urbano della Mobilità Sostenibile e formeremo i cittadini per aiutarli a convivere con questa nuova tecnologia. Lavoriamo perché la nostra comunità comprenda i reali benefici di questo innovativo sistema di mobilità e per formare gli operatori dell’Amministrazione. I droni saranno sempre più uno strumento fondamentale per il controllo del territorio, per la sicurezza pubblica ma anche per consentire il collegamento tra le tante isole della laguna e chi le abita”.

“Il settore dei mezzi a pilotaggio remoto – ha commentato il direttore generale dell’Enac, Alessio Quaranta – si sta velocemente trasformando in asset strategico per il nostro Paese, in termini di innovazione, economia e occupazione. Il protocollo con il Comune di Venezia per la Urban Air Mobility, così come quelli già sottoscritti con alcuni altri Comuni, è il prodotto di una sinergia tra Istituzioni che ci permette di rispondere alle esigenze di sviluppo e progresso di un settore in continua evoluzione, che ci sta portando sempre più verso i modelli di smart city e di smart mobility. L’obiettivo comune è migliorare la qualità della vita dei cittadini, anche con la semplificazione della quotidianità, armonizzando l’innovazione con la sostenibilità e riducendo l’impatto ambientale”.

 

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