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L’accordo Assodelivery-sindacati contro lo sfruttamento dei rider

rider food delivery

Per proteggere i rider e i lavoratori del food delivery, ovvero decine di migliaia di persone, sindacati e aziende hanno trovato un accordo. Un Protocollo che prevede, oltre all’impegno a non affidare il lavoro ad aziende terze non approvate, l’adozione da parte delle società di delivery di un modello organizzativo nuovo e di un codice etico. Ma anche la creazione di un organismo di garanzia che vigili sulle condizioni di lavoro dei rider.

L’accordo tra Cgil, Cisl, Uil e Assodelivery è stato sottoscritto oggi alla presenza del ministro del Lavoro Andrea Orlando. Successivamente lo ha sottoscritto anche Ugl. Il ‘Protocollo Quadro Sperimentale per la legalità, contro il caporalato, l’intermediazione illecita e lo sfruttamento lavorativo nel settore del food delivery’ è stato definito “un risultato importante” dai sindacati, per i quali l’intesa rappresenta “la conclusione di uno dei percorsi di confronto sui diritti e le tutele dei riders, aperto presso il ministero del Lavoro”.

Il Protocollo firmato oggi dunque ha l’obiettivo di porre fine alle dinamiche che vedono questi lavoratori coinvolti in sfruttamento e pratiche lavorative illegali, che ne intaccano i diritti fondamentali.

Ecco i tre punti chiave: il primo riguarda l’impegno delle aziende aderenti ad Assodelivery ad adottare un modello organizzativo ai sensi del d.lgs. 231/2001, idoneo a prevenire comportamenti scorretti all’interno di un’azienda, e di un Codice Etico. Il secondo punto vede l’impegno delle piattaforme a non ricorrere ad aziende terze, almeno fino a quando non verrà creato un apposito albo delle stesse piattaforme; l’ultimo punto, invece, attiene alla costituzione di un Organismo di Garanzia con il compito di vigilare in posizione di terzietà sulle dinamiche lavorative dei riders e riportare eventuali specifiche segnalazioni alla Procura della Repubblica. Un organo che dovrà lavorare coordinandosi con il Tavolo di Governance e Monitoraggio, del quale fanno parte anche i rappresentanti dei lavoratori, oltre che le aziende.

“La firma di oggi è un passo in avanti nel sistema di relazioni industriali che stiamo provando a costruire con le piattaforme del food delivery”, dicono Cgil, Cisl e Uil.

Ma i sindacati ora guardano anche alle tutele contrattuali dei circa 30 mila lavoratori del settore, con l’obiettivo di assicurare dignitose condizioni di lavoro, un equo compenso e misure adeguate di sicurezza. “Troppo tempo è stato perso su questo tema”, dicono guardando al prossimo passo, il Protocollo su salute e sicurezza in tempo di Covid.

Sarebbe paradossale, secondo i sindacati, se parallelamente all’avvio di un percorso che afferma la legalità e contrasta lo sfruttamento in questo settore, si continuasse ad utilizzare modelli contrattuali che, nelle circostanze date, favoriscono implicitamente l’insinuazione di soggetti illegittimi nell’intermediazione del lavoro.

Il ministro del Lavoro Orlando si augura che la firma sia un “punto di riferimento molto importante”. “La questione della disciplina del rapporto tra algoritmo e lavoratori tra gig economy e riconoscimento di nuovi diritti – rileva il ministro – è al centro del confronto anche a livello dell’Unione Europea e sarà oggetto dell’incontro che avrò con la ministra del Lavoro spagnola, che terremo domani. Al centro dell’attenzione del lavoro che stiamo facendo c’è anche il tema dei protocolli sulla sicurezza suoi luoghi di lavoro, che sono stati siglati nel marzo dello scorso anno, e l’esigenza di aggiornarli e di estenderli anche a settori del lavoro che inizialmente non sono stati ricompresi”.

Anche per le aziende del delivery, a lungo dall’altra parte della barricata rispetto ai sindacati, l’accordo è un successo, soprattutto per la prevenzione del fenomeno del caporalato. Per Matteo Sarzana, presidente di AssoDelivery, l’associazione che riunisce e rappresenta le principali piattaforme di food delivery in Italia (Deliveroo, Glovo, Uber Eats e Social Food), il contrasto al caporalato “è una delle priorità su cui ha lavorato AssoDelivery in questi anni: è uno dei capisaldi del Ccnl Rider (art. 23) e dei protocolli già firmati il 6 novembre dinanzi al Prefetto di Milano. Proseguiamo dunque su questa strada sviluppando ulteriormente le relazioni industriali con le organizzazioni sindacali rendendo più efficaci queste misure sperimentali e preventive a livello nazionale. Il Protocollo firmato oggi vede il coinvolgimento di Cgil, Cisl, Uil e Ugl ed è la dimostrazione dell’impegno di AssoDelivery e delle piattaforme aderenti, nonché della disponibilità ad una collaborazione costruttiva con tutte le Istituzioni”.

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