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Ubs e Nomura aggiornano le perdite per Archegos, un crac da 10 mld di dollari

Sale a 10 mld di dollari il costo totale del crac Archegos Capital Management, il family office gestito dal finanziere Bill Hwang, condannato in passato per insider trading, il cui crollo a marzo ha creato il panico a Wall Street.

Ubs Group, la più grande banca svizzera per patrimoni gestiti, ha comunicato oggi di aver perso 861 mln di dollari a causa del default, mentre la giapponese Nomura ha aggiornato la perdita, inizialmente stimata in 2 mld di dollari, portandola a 2,85 mld, con un contraccolpo sui conti del quarto trimestre 2020-21, con una perdita di 1,4 mld, la peggiore performance trimestrale dalla fine del 2008.

“Siamo tutti chiaramente delusi e stiamo prendendo la cosa molto sul serio”, ha dichiarato il Ceo di Ubs Ralph Hamers in relazione al caso Archegos, aggiungendo che “è in corso una revisione dettagliata dei nostri pertinenti processi di gestione del rischio e stanno per essere messe in atto misure appropriate per evitare il ripetersi di tali situazioni in futuro”. Nonostante la perdita, superiore a quanto inizialmente stimato dagli analisti, Ubs archivia il primo trimestre 2021 con un utile netto in aumento del 14% su base annua, a 1,8 mld di dollari. Nei primi tre mesi dell’anno, il fatturato ha registrato un aumento del 9,7% rispetto al primo trimestre 2020. Gli utili ante imposte si sono attestati a 2,3 mld, con una crescita del 14% su base annua. Il caso Archegos, con una perdita di 774 mln di dollari nel primo trimestre dell’anno, pesa soprattutto nell’investment banking, con un calo del 42% dell’utile ante imposte, mentre la gestione patrimoniale ha visto aumentare i profitti del 16%.

Da parte sua, Nomura ha fatto sapere di avere provveduto a liquidare, al 23 aprile, il 97% delle sue posizioni legate al “cliente americano” e di non aver rilevato situazioni analoghe presso altri clienti. “Restiamo determinati a rafforzare la nostra direzione e a migliorare il nostro sistema di gestione dei rischi”, ha dichiarato al riguardo, in una nota il Ceo Kentaro Okuda. Al di là del pessimo risultato del quarto trimestre, per l’istituto giapponese i conti sull’intero esercizio restano in utile, con un risultato positivo pari a 1,4 mld (anche se in calo del 29,4% sull’anno precedente). I ricavi netti sono stati pari 1,5 mld nel quarto trimestre, con una flessione del 58% sul trimestre precedente e del 28% su base annua, e a 12,7 mld sull’anno, in aumento del 9%.

Grazie alle posizioni aperte presso una dozzina di istituti di credito, tra cui Nomura, Ubs e Credit Suisse (che ha registrato le perdite maggiori, 5,5 mld di dollari), per tutto lo scorso anno il family office di Hwang aveva investito forte in titoli cinesi, da Baidu a Tencent, e nei titoli Viacom Cbs e Discovery, che nella serata del 26 marzo sono crollati del 27%, venduti all’improvviso da banche come Morgan Stanley, Goldman Sachs, Deutsche Bank e la stessa Ubs, innescando una liquidazione di posizioni stimate tra i 20 e i 30 mld di dollari.

A causarla, la mancata risposta del fondo di Hwang alle margin call (le richieste di ricopertura) da parte di diversi istituti di credito. Alcuni di essi, tra cui Goldman Sachs e Morgan Stanley (911 mln di dollari la sua perdita), avevano inutilmente tentato di vendere i titoli in pancia ad Achergos, in modo da consentirgli di rientrare nei parametri ed evitare di dovergli chiedere la restituzione dei finanziamenti, ma senza successo, e alla fine, per non andare incontro a ulteriori perdite, avevano deciso di vendere all’improvviso anche i titoli che avevano in garanzia, innescando una gigantesca liquidazione di posizioni a catena.

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