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Cisco Italia, il debutto del nuovo Ad: Digitale fondamentale per la sostenibilità

manchi cisco italia

Quello che abbiamo davanti è uno dei periodi di trasformazione più veloci di sempre: perché accelera “la trasformazione digitale”, perché è aumentata l’attenzione “sulla sostenibilità”, e perché c’è “un quadro europeo che vuole accelerare queste trasformazioni”. Ed essendo un’azienda che si occupa proprio di innovazione tecnologica e digitale, Cisco sa “di poter dare un contributo a uno sviluppo economico e sociale sostenibile”. Così Gianmatteo Manghi si è presentato alla stampa nel suo nuovo ruolo di Ad di Cisco Italia, posizione ereditata da Agostino Santoni, cui è stato recentemente assegnato il ruolo di Vice Presidente per il Sud Europa.

Manghi, 56 anni, è entrato in Cisco nel 2000, dopo precedenti esperienze in Ericsson e Digital Equipment. Da allora ha ricoperto vari ruoli di management in ambito vendite; prima nel segmento Service Provider poi, dal 2009, come South Collaboration Sales Director. Negli ultimi sette anni è stato il Direttore Commerciale di Cisco Italia.

Nella sua prima conferenza stampa (che si è tenuta online sulla piattaforma Cisco Webex) il manager ha delineato la sua visione di un’azienda centrale per lo sviluppo dell’innovazione tecnologica. Manghi, che ha assunto il ruolo all’inizio di aprile, ha fatto il punto sulla situazione di Cisco Italia, che negli ultimi dodici mesi ha continuato a crescere e investire, assumendo oltre 50 persone e acquisendo di un’azienda italiana, Fluidmesh. Ha quindi condiviso i tre pilastri su cui l’azienda intende sviluppare le sue strategie di sviluppo nel prossimo triennio: le persone e le comunità, la trasformazione cloud e software, la transizione ecologica e digitale.

Gli obiettivi relativi alla sostenibilità ambientale e sociale possono essere raggiunti proprio grazie al digitale, secondo il nuovo Ad, ed è per questo che la trasformazione cloud e software è così importante, anche a livello di business.

Parliamo infatti di “una trasformazione di Cisco stessa, che nel 2020 ha generato il 51% del suo fatturato da questo tipo di offerta, con un percorso di innovazione che vede un’integrazione sempre maggiore di questi elementi anche nell’evoluzione dell’offerta hardware”, ha spiegato Manghi. “È necessario, perché i nostri clienti, quando ci chiedono di aiutarli a sviluppare strategie cloud first, in realtà ci chiedono molto di più: la capacità di gestire e controllare applicazioni e servizi ovunque essi risiedano, le funzionalità per garantire la sicurezza e la data privacy, la dinamicità dell’infrastruttura e delle applicazioni”.

Nell’affrontare il terzo pilastro delle strategie Cisco, ovvero la volontà di assumere un ruolo centrale nello sviluppo del percorso di transizione ecologica e digitale, Manghi ha riportato l’attenzione sul legame inestricabile tra digitalizzazione e sostenibilità, in un mondo in cui, secondo una ricerca di Cisco, il 58% delle persone potrebbe lavorare almeno 8 giorni al mese in remoto, e in cui in generale si affermeranno sempre più forme organizzative, operative e culturali “ibride”.

Il digitale offre anche la chiave per accelerare la diffusione di pratiche sostenibili e per consentire di realizzare su larga scala la trasformazione green. “Ad esempio ENEL, con cui collaboriamo nell’ambito delle smart grid, ha annunciato di voler quasi triplicare la sua capacità globale di generazione di energia rinnovabile: per rendere disponibile questa risorsa, la digitalizzazione delle reti di distribuzione è imprescindibile perché consente di garantire l’equilibrio tra domanda e produzione nonostante la maggiore imprevedibilità, tipica di energie come il fotovoltaico o l’eolico” ha spiegato Manghi.

Anche su scala più “quotidiana” i benefici della scelta di innovazione sostenibili si dispiegano nella maggiore resilienza e competitività per le imprese – e in questo senso Manghi ha citato i dati di una recente ricerca di Symbola (il rapporto Green Italy) che ha evidenziato come le aziende che hanno investito in questa direzione hanno assunto, esportato, innovato di più.

“Se ci prendiamo cura delle persone, le persone si prenderanno cura dell’azienda e della sua missione” ha affermato Manghi, ricordando come Cisco Italia – che recentemente è stata dichiarata da Great Place to Work Italia il miglior posto per lavorare, per il sesto anno consecutivo – stia cercando di sostenere l’equilibrio personale e professionale dei suoi dipendenti: ad esempio, con iniziative per il benessere mentale e momenti di riposo come un giorno di ferie “collettivo” dato a tutti i dipendenti a marzo scorso, a un anno dall’inizio dell’emergenza sanitaria in corso.

Un elemento distintivo del modo in cui Cisco interpreta il suo ruolo di cittadinanza, nelle comunità in cui opera, è la promozione di attività di volontariato e la scelta di mettere in campo le proprie tecnologie e competenze per sostenere le esigenze della società, come ha raccontato l’Ad. Si va dall’impegno per la diffusione delle competenze digitali con le 345 Networking Academy Italiane presenti in ogni tipo di realtà, dalle scuole alle carceri, a progetti complessi nell’ambito più critico di questo periodo, la sanità. Per fare due esempi, Manghi ha ricordato che Cisco è partner e ha realizzato l’infrastruttura di rete e le soluzioni per gestire i flussi, la somministrazione dei vaccini, l’afflusso regolare e in sicurezza delle persone nel più grande centro vaccinale della Lombardia realizzato a Milano presso il Palazzo delle Scintille; un altro caso è la creazione di un servizio di telemedicina che sta consentendo ai medici dell’ospedale di Alessandria di assistere in modo più efficace e continuativo, anche da remoto, gli ospiti del Piccolo Cottolengo Don Orione di Tortona, bambini e ragazzi con gravi disabilità.

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