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Unicredit, Orcel chiede tempo ma ha le idee chiare

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Serve tempo, ma le idee sono già chiare. Andrea Orcel è ufficialmente alla guida di Unicredit da poco più di 15 giorni ma lancia al mercato e agli azionisti segnali significativi, commentando una trimestrale che fa registrare risultati sopra le attese (887 mln, rispetto alla perdita di 2,71 mld causa rettifiche per Covid e poste traordinarie dello stesso trimestre 2020).

Le parole di Orcel

Il nuovo Ceo guarda a una profonda trasformazione del Gruppo. “Avremo bisogno di tempo per rilanciare e rafforzare il business, passando da una fase di ridimensionamento a una caratterizzata da una crescita disciplinata della redditività e da una creazione di capitale sana ed organica”, mette nero su bianco nella nota sulla trimestrale. Una posizione di netta discontinuità con la precedente gestione di Jean Pierre Mustier. “Siamo già impegnati a valutare, rivedere e sviluppare un piano che determinerà la nostra strategia per i prossimi anni”, premette, per poi iniziare a delineare le linee guida del piano: “Rafforzeremo la centralità del cliente in tutto ciò che faremo. Realizzeremo una maggiore integrazione della tecnologia nelle nostre attività e semplificheremo il nostro modo di lavorare rimuovendo gli ostacoli che ci impediscono di fornire ai nostri clienti un servizio adeguato”.

Le fusioni

Parlando durante la conference call sui risultati, Orcel affronta anche il tema sul quale è maggiormente atteso, quelle delle potenziali fusioni che potranno interessare Unicredit. La realizzazione di operazioni di M&A “non è un fine a se’, ma la vedo come un potenziale acceleratore e un fattore che può migliorare le nostre strategie”. Ovviamente, tutto va fatto “nell’interesse degli azionisti”, avendo “piena fiducia nella nostra capacità di portarle a termine”.

I conti

Unicredit, oltre a un utile di 887 mln, archivia ricavi per 4,7 mld di euro (+10,6% trimestre su trimestre e +7,1% anno su anno). Il margine di interesse si attesta a 2,2 mld, in calo del 3,1%. Dati che Orcel commenta con queste parole: “Un significativo utile netto trainato da un notevole aumento delle commissioni (1,7 miliardi, in rialzo del 4,3 per cento anno su anno) e delle attività di negoziazione, un costo del rischio contenuto (a 15 punti base, in calo di 165 punti base trimestre su trimestre) per effetto della stagionalità supportato da riprese di valore, e una continua disciplina dei costi: tutto ciò ha più che compensato l’impatto di condizioni di mercato ancora sfavorevoli per il margine di interesse”.

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