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Mediolanum apre alle criptovalute tra i servizi di investimento

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“Stiamo studiando il mondo delle criptovalute e pensiamo, anche se non abbiamo una tempistica, di introdurle come servizio di investimento”. Lo ha detto Massimo Doris, amministratore delegato di Banca Mediolanum, in conferenza stampa per presentare i conti del primo trimestre. “Come servizio di investimento noi offriamo il trading on line e, oltre ai titoli azionari e obbligazionari, l’idea è di permettere ai nostri clienti di acquistare o vendere criptovalute. Quindi come puro investimento”, ha spiegato.

Come dicono Consob e Bankitalia anche per l’Ad di Mediolanum quello nelle criptovalute è comunque “un investimento molto molto rischioso”, a causa della forte volatilità.

Poi “bisogna distinguere fra le criptovalute ‘private’, come Bitcoin ed Ethereum, e le criptovalute di Stato, di cui si parla sempre di più. Le prime rimarranno abbastanza relegate negli investimenti più che nei pagamenti. Totalmente diverso è il discorso per il criptodollaro o il criptoeuro, che potrebbero essere una grandissima rivoluzione che può mettere i vantaggi delle valute virtuali”, come transazioni pubbliche e programmabili, “ai vantaggi della moneta, della sua stabilità e della sua regolamentazione”, ha concluso.

La dichiarazione di Doris sulle criptovalute e il possibile ingresso di Mediolanum nel trading crypto arriva nel giorno dei conti della banca, che l’Ad commenta così: ”Archiviamo un primo trimestre 2021 strepitoso”.

L’utile netto arriva a oltre 133 milioni di euro, in crescita dell’85% rispetto ai 72,2 milioni del primo trimestre del 2020. “Al di là dei positivi effetti di mercato, questo risultato è espressione della sostenibilità del business strutturale, attestato dal trend di incremento del margine operativo, in aumento del 26%”, dice Doris, che esalta “l’incessante lavoro di efficientamento operativo, i cui esiti si leggono in una crescita dei costi decisamente inferiore rispetto a quella dei ricavi”.

L’Ad sottolinea poi che Banca Mediolanum è vicina ai 100 miliardi di masse in gestione e “che la nostra capacità patrimoniale si mantiene stabilmente oltre il 20%, nonostante l’importante monte dividendi che siamo pronti a distribuire. Questo trimestre boom non va peraltro letto di per sé, ma si inserisce in un percorso di crescita continua di una azienda in piena salute”, conclude.

La raccolta netta in prodotti gestiti ha contribuito a portare le commissioni ricorrenti a 342 milioni, nuovo record storico per i ricavi da core business. Il margine da interessi è di 64,8 milioni, in crescita del 14%, in controtendenza rispetto al mercato, fortemente sostenuto dalle erogazioni alla clientela e dal minore costo della raccolta retail.

Banca Mediolanum, secondo Doris, potrebbe archiviare il 2021 superando quota 5 miliardi di euro di raccolta netta. L’obiettivo potrebbe essere raggiunto “se i mercati dovessero andare” bene.

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