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Draghi vede il balzo del Pil. Ma gela Letta (e pure Salvini)

“Questo non è il momento di prendere i soldi dai cittadini, ma di darli”. Non è una novità che l’approccio di Mario Draghi sia questo, lo aveva già detto usando pressapoco le stesse parole già due mesi fa. Questa volta però quello che sembra quasi uno slogan del suo governo è anche una risposta alla proposta del segretario dem Enrico Letta di tassare le successioni sopra i patrimoni di un milione di euro per creare un fondo a favore dei giovani.
Sin dal suo insediamento, il presidente del Consiglio ha chiarito che a suo giudizio la riforma del fisco non va fatta ‘per pezzi’ ma in modo organico e coerente con gli scopi di politica economica che ci si dà. La questione però, in questo caso, è anche il messaggio. E quello che il premier vuole dare nel corso della conferenza stampa convocata per illustrare il dl sostegni bis appena varato dal Consiglio dei ministri è un segnale di ottimismo e di fiducia. “E’ un decreto in parte diverso dal passato perché guarda al futuro, guarda al Paese che si riapre ma allo stesso tempo non lascia indietro nessuno. Assiste, aiuta”.

Fiducia a cominciare dai dati del Pil. “Ci aspettiamo che la nostra economia abbia un rimbalzo già in questo trimestre. Le stime saranno riviste al rialzo”, assicura. Detto questo spiega anche che non si può ancora parlare di “crescita sostenuta”: perché si raggiunga quell’obiettivo nel tempo – sottolinea – ci sarà “bisogno del Pnrr, cioè dello sforzo di investimenti strutturali contenuti nel piano”. Che resta, dunque, il faro. D’altra parte, dice, uno degli obiettivi dell’intero documento è proprio quello di “fare dell’Italia un Paese per giovani”.
Draghi nega peraltro che nell’attuazione ci siano stati dei rallentamenti dopo la presentazione a Bruxelles. E, anzi, assicura che “entro la fine della prossima settimana” saranno presentati sia il decreto governance che quello sulle semplificazioni.

Ma oltre il Pnrr, per il presidente del Consiglio, c’è un altro fattore fondamentale per la crescita. “Il miglior sostegno è la riapertura”, afferma spiegando che l’obiettivo – o almeno la speranza – è che non servano più decreti sui ristori e che dunque non sia necessario fare altro debito.

“Con 40 miliardi in più di scostamento il debito è aumentato. Quanto è importante l’aumento di inflazione che si sta vedendo? Finora gli economisti – sostiene il premier – concordano nel dire che l’inflazione, almeno in Ue, dipende innanzitutto da una scarsità di materie prime. Questi aumenti di inflazione sono temporanei, la politica monetaria continuerà a rimanere espansiva, la prospettiva è stabilizzare i tassi di inflazione nel medio lungo periodo. La scommessa è sulla crescita sulla credibilità generale dei nostri interventi, non sono ipotizzabili politiche restrittive”.

Grazie anche al fatto che le domande dei giornalisti si concentrano sui temi più strettamente economici, il presidente del Consiglio riesce a tenere la politica – e le liti all’interno della sua maggioranza – sostanzialmente fuori. Anche se, persino su questo punto, fa sfoggio di una certa fiducia, quantomeno in sé stesso. “Le visioni e i punti di vista sono diversi su tante cose, per cui mi spesso mi hanno chiesto ‘come pensi di farcela?’. Beh, insomma, abbastanza spesso ce l’ho fatta io e ce l’ha fatta il governo”.

Su un punto il sorriso ottimista di Draghi si trasforma in una maschera di ghiaccio: il Quirinale. Un giorno sì e l’altro pure, soprattutto dopo l’indisponibilità a un bis dichiarata da Mattarella, Matteo Salvini lo candida come successore al Colle. Ma il presidente del Consiglio stronca l’argomento sul nascere. “Trovo estremamente improprio, per essere gentile, che si discuta del Capo dello Stato quando è in carica. L’unico autorizzato a parlare del Capo dello Stato è il presidente della Repubblica”.

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