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L’importanza delle Pmi nel processo di decarbonizzazione

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L’Italia entro il 2030 non potrà centrare gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione, dichiarati dal Governo, senza un pieno coinvolgimento delle piccole e medie imprese. Le Pmi generano il 60% delle emissioni di CO2 del manifatturiero e delle costruzioni, a conferma di quanto “piccole” siano le imprese nei due comparti. In più, queste consumano energia per oltre 16 milioni di tep (tonnellate equivalenti di petrolio), pari al totale di gas utilizzato per riscaldare tutte le nostre case.

È quanto indica uno studio realizzato da Fondazione per lo sviluppo sostenibile e Confederazione nazionale per l’artigianato, presentato oggi in occasione del convegno dal titolo ‘Non senza le Pmi’. Da questo evento è emersa la necessità di realizzare un quadro conoscitivo sul potenziale delle Pmi in termini di riduzione delle emissioni e disegnare strumenti per gli interventi di decarbonizzazione pensati sulle caratteristiche delle piccole e medie imprese.

Parallelamente all’analisi quantitativa sui consumi, un sondaggio condotto su oltre mille piccole e medie imprese evidenzia che una impresa su due ha fatto interventi di miglioramento energetico negli ultimi tre anni e la molla principale è il costo dell’energia troppo alto per le Pmi. L’86% del campione ha eseguito almeno un intervento sull’efficienza energetica, in particolare illuminazione e climatizzazione. Il 49% ha puntato sulle fonti rinnovabili, soprattutto pannelli fotovoltaici (1 impresa su 3) e pompe di calore (1 su 4).

Solo una su quattro, di quelle che hanno realizzato interventi, ha utilizzato incentivi e/o agevolazioni per interventi di riqualificazione energetica e la causa principale è la mancanza di uno strumento ad hoc calibrato sulle loro esigenze.
Tra le cause che ostacolano la scelta di effettuare un intervento, secondo Fss e Cna, spiccano le complessità burocratiche, connesse sia alla realizzazione dell’intervento che di accesso agli incentivi.

Il presidente della Cna, Daniele Vaccarino, ha dichiarato che “le piccole e medie imprese caratterizzano il nostro sistema produttivo e sono l’anello fondamentale per la crescita degli investimenti orientati al processo di decarbonizzazione. La ricerca evidenzia che il pieno coinvolgimento delle Pmi è condizione necessaria e indispensabile per ridurre le emissioni ma occorre disegnare incentivi a misura di piccole imprese e semplificare le procedure burocratiche.”

Per questo Cna ha avanzato alcune proposte a Governo e Parlamento per promuovere un ruolo più attivo ed efficace delle Pmi nella transizione energetica:
1) riordino del sistema degli incentivi superando la frammentazione e la complessità delle procedure;

2) strumenti a misura di Pmi rafforzando il credito d’imposta green;

3) puntare maggiormente sull’autoproduzione diffusa di piccola taglia;

4) riformare la struttura della bolletta energetica;

5) semplificare le procedure autorizzative e l’iter di accesso agli incentivi.

“La generazione distribuita basata su fonti rinnovabili e gli interventi per il risparmio energetico consentono ampie possibilità di lavoro per le piccole imprese purché abbiano o acquisiscano le competenze necessarie. Maggiore attenzione andrebbe quindi dedicata alla qualificazione professionale e all’aggiornamento delle Pmi in questi settori, fortemente innovativi e in espansione“, ha affermato Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile

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