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Welfare, cresce il budget delle aziende per il capitale umano

gestione del personale lavoro Covid leadership

Non sarà tutto welfare – anche se poi bisogna sempre intendersi sulla parola – ma di certo i budget delle aziende per proteggere al meglio il proprio capitale umano è destinato a crescere. E non di poco. “Oltre il 10% all’anno negli anni a venire. Si tratta di un ritmo tre volte più elevato rispetto a quello della crescita macroeconomica attesa”: parola di Aymeric Gastaldi, gestore delle azioni internazionali di Edmond de Rothschild Asset Management, società di investimento francese, attore importante del private banking e della gestione patrimoniale.

Protezione dei dipendenti vuol dire sicurezza e benessere. “Due ricercatori dell’Università della California hanno stimato che il costo degli incidenti sul lavoro si aggiri intorno a 200 miliardi di dollari all’anno. Solo per gli Stati Uniti. Per quanto riguarda l’Europa, questa cifra supererebbe 400 miliardi di euro, stando all’OSHA (l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro). Secondo i calcoli dell’agenzia, ciascun euro investito in misure di protezione del dipendente frutterebbe 2,2 euro” commenta Gastaldi.
Investendo nella protezione e nel benessere dei lavoratori, l’azienda segue quindi una logica finanziaria pertinente e ben collaudata, senza contare la generazione di esternalità positive molto importanti. “Tra queste, la prima è la fidelizzazione dei collaboratori, che si traduce in maggiore produttività e in una rotazione del personale più bassa” aggiunge Gastaldi.

Il manager di Edmond de Rothschild conferma l’attenzione al capitale umano, come uno dei driver degli investitori finanziari: “In quanto investitori di lungo periodo, ci interessa molto identificare le grandi tendenze destinate a plasmare il mondo di domani. Una serie di dinamiche strutturali, tra cui l’invecchiamento della popolazione e la diffusione accelerata del progresso tecnologico, rende cruciale l’investimento nel capitale umano, conferendogli così lo status di megatrend. Dal punto di vista sociale, esso permette di rispondere alle grandi sfide con cui le nostre società si trovano a fare i conti: lotta alle disuguaglianze, gestione della frontiera tecnologica e adattamento del mondo del lavoro. Queste sfide a lungo termine potranno essere affrontate grazie alla valorizzazione e alla protezione del capitale umano nel tempo”.

La riflessione di Gastaldi parte dai bisogni formativi dei collaboratori: “L’istruzione è una potente leva macro e microeconomica. I paesi emergenti la considerano una priorità assoluta, capace di consentire loro di raggiungere il livello di vita dei paesi sviluppati. Per questi ultimi, invece, l’istruzione è diventata un fattore essenziale nella lotta alla povertà e alle disuguaglianze. Come osservato dall’OCSE, la qualità della didattica può essere “una variabile predittiva altamente indicativa della prosperità economica delle Nazioni”. Proprio per questo, a parità di numero di studenti, la spesa per l’istruzione aumenta del 4% all’anno e in maniera stabile”.
“Come illustra la nostra capo-economista, Mathilde Lemoine – continua Gastaldi – due forze strutturali intervengono in concertazione: invecchiamento della popolazione e accelerazione della diffusione dei progressi. Queste due tendenze di fondo accelerano l’obsolescenza del capitale umano. Investire nell’istruzione e nella formazione continua è la risposta a questa sfida. Proprio in quest’ottica, di recente il governo cinese ha indicato che occorrerà ri-formare il 30% della forza lavoro del paese entro il 2030 per poter tradurre in realtà gli obiettivi di crescita macroeconomici di Pechino”.

La protezione dei dipendenti (e del loro benessere) passa anche attraverso un’idea di crescita a lungo termine. Per il manager della finanza si tratta di salvaguardare il capitale umano, in tutte le sue accezioni. “È un discorso di importanza tanto morale quanto finanziaria. Sul fronte morale, la presa di coscienza è recente, ma è destinata ad amplificarsi, specialmente nelle regioni emergenti. Si potrebbe tuttavia pensare che questo risveglio sia stato verosimilmente innescato da considerazioni di ordine economico. Investendo nella protezione e nel benessere dei lavoratori, l’azienda segue una logica finanziaria pertinente e ben collaudata, senza contare la generazione di esternalità positive molto importanti”.

L’investimento nel capitale umano fornisce anche una risposta economica e sociale alle grandi sfide degli anni futuri. “Le esigenze di istruzione, formazione e protezione – conclude Gastaldi – si iscrivono in una serie di tendenze di lungo periodo, alimentate da forze strutturali. Per le imprese, come anche per gli Stati, la valorizzazione del capitale umano segue una logica tanto morale quanto economica”.

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