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Euro 2020, tra Colle e palazzo Chigi sfila l’italian pride

“Sono sempre stato orgoglioso di essere italiano”. In giornate come questa è impossibile schivare la retorica, ma nella frase pronunciata dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, davanti agli azzurri campioni d’Europa e a Matteo Berrettini c’è anche il senso di un passato in cui è stato difficile togliersi di dosso la definizione di Cenerentola d’Europa.

Perché a volte basta un attimo per passare dall’elogio dell’italian style a ‘i soliti italiani’. La politica c’entra sempre, con tutto. Ma qui la questione non è chi c’è ora o chi c’era prima a palazzo Chigi. Qualsiasi ragionamento di questo tipo sarebbe privo di senso. Gli Azzurri hanno vinto grazie alla loro bravura e compattezza e i governi fanno il loro mestiere.

Ma poiché un pezzetto di quelle vittorie appartiene a ciascun tifoso, il corteo tra il Quirinale e palazzo Chigi dei campioni d’Europa e del tennista che per la prima volta ha portato il Paese a una finale di Wimbledon, diventa la sfilata dell’italian pride. “Avete rafforzato in tutti noi il senso di appartenenza all’Italia e ci avete messo al centro dell’Europa come dimostrano i messaggi di ringraziamento arrivati anche a me in queste ore”, dice il presidente del Consiglio.

Il capo dello Stato Sergio Mattarella che accoglie gli sportivi nei giardini del Quirinale, sembra davvero il primo dei tifosi. Nessun discorso pomposo, ma piuttosto un “avete pienamente meritato di vincere, ben oltre i rigori”. “Questo – continua – è il giorno degli applausi e dei ringraziamenti. Ieri sera avete disputato la partita con due handicap: giocare in casa degli avversari, in quello stadio, con quel tifo e quello del goal a freddo che avrebbe messo chiunque in ginocchio”.

Ma lo sport non è soltanto sport, soprattutto quando si vince così. Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, lo sa bene. “Il calcio e la Nazionale – sottolinea – concorrono a fare il nostro Paese più credibile e stimato, maggiormente inclusivo e anche più ricco”, “le maggiori ricerche stimano l’impatto della vittoria di ieri nello 0,7% del Pil. L’azzurro non rappresenta solo un patrimonio di speranza, ma anche una opportunità di crescita economica e di benessere diffuso”.

E’ lui a dire quello che la politica sceglie di non dire, per non mettere cappelli che sarebbero stati fuori posto. Ossia che la ripresa economica che si intravede e che incoraggia un certo ottimismo adesso sembra un po’ meno lontana. “Questa nazionale è l’Italia: ha interpretato al meglio il suo sentimento di unità, con un grande potenziale di coesione, da Paese ferito ma con una grande voglia di ripresa”, aggiunge.

Mario Draghi sceglie di elogiare soprattutto il valore aggregante dello sport che, dice “insegna, unisce, fa sognare, è un grande ascensore sociale, è un argine al razzismo, è uno strumento di coesione, soprattutto in momenti difficili, come quello che abbiamo vissuto”.

Insomma, è l’elogio dello spirito di squadra, della forza dell’essere uniti che aiuta nello sport come in politica. “Ci avete fatto emozionare, commuovere, gioire, abbracciare. Io sono sempre stato orgoglioso di essere italiano. Ma questa volta abbiamo festeggiato insieme le vostre vittorie. Quello di cui ci avete reso orgogliosi è di essere uniti in queste celebrazioni in nome dell’Italia”.

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