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Quando infrastrutture e sostenibilità vanno a braccetto per il Pianeta

rifiuti organici

Cemento derivato dagli scarti alimentari, fibre di vetro e carbonio al posto dell’acciaio, case di cartone resistente, moduli pre-assemblati che arrivano in cantiere pronti per essere installati. Cresce da parte delle aziende l’attenzione per l’impatto ecologico, paesaggistico e sociale delle opere che si costruiscono, sia per la riduzione di CO2 emessa in cantiere, sia per il recupero e la tracciabilità dei materiali di scarto. In una parola: sostenibilità.

E non si creda sia un optional o un vezzo per ambientalisti da salotto, piuttosto un obiettivo imprescindibile, imposto anche dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che richiama il nostro Paese a precise responsabilità in tema di trasporti e infrastrutture ambientali come mezzi per affrontare le sfide che abbiamo di fronte.

Insomma, si prova a superare il dilemma che oppone cemento e difesa della natura. E sempre più si progettano opere che durino nel tempo, con impatti minimi e che soprattutto servano realmente alle comunità che li utilizzano. Gli scettici sostengono che la via per l’inferno è quella meglio lastricata di buone intenzioni, ma stavolta l’Italia non potrà fare di testa propria: l’Europa, infatti, sarà attenta e vigile come mai prima rispetto all’utilizzo che faremo delle risorse del Recovery plan. Anzi, molti Paesi del nord sono lì, pronti a coglierci in fallo.

Basti pensare che il programma Next Generation Eu andrà di pari passo con l’European green deal (Egd): globalmente il Pnrr italiano indirizza circa 62 miliardi a beneficio delle infrastrutture e della mobilità sostenibile, uno dei cluster di spesa più rilevanti del piano. Dovremo avere un’attenzione particolare ai cicli di vita dell’opera o alla quantità di inquinamento prodotta (la produzione di calcestruzzo, ad esempio, genera fino al 5% di emissioni totali di CO2 del pianeta).

Per fortuna la ricerca e la tecnologia ci aiutano sempre di più a conciliare edilizia e sostenibilità, con scoperte e brevetti a volte stupefacenti. Non c’è solo l’esempio del Bosco verticale dell’archistar Stefano Boeri, nel Centro direzionale di Milano. All’altro capo della Penisola un gruppo di ex studenti siciliani, fondatori della Archicart, ha messo a punto la casa di carta, resistente ed ecologica, moduli in cui il cartone ha una piegatura particolare, in grado di garantire una insospettabile resistenza. Dal Sud al Nord Europa, invece, Copenaghen è un faro nell’edilizia sostenibile e gli Upcycle Studios dello studio di architettura Lendager Group sono stati costruiti con 1.400 tonnellate di calcestruzzo riciclate dagli scarti di lavorazione della metropolitana della capitale danese. È stato riusato anche il legno di pavimenti e facciate, mentre il 75% delle finestre proviene da case popolari dello Jutland. In Giappone, poi, alcuni ricercatori dell’Università di Tokyo hanno studiato dei biomateriali simili al cemento partendo da scarti alimentari come foglie di cavolo, bucce di banane, alghe e avanzi di cipolle.

O ancora, come la Fibre Net, azienda italiana all’avanguardia nel consolidamento strutturale e antisismico, che con i suoi polimeri rinforzati in fibra di vetro, sostituiscono sempre più spesso materiali tradizionali quali acciaio, alluminio o legno. Andrea Zampa, direttore tecnico e R&D spiega: “La loro leggerezza comporta un forte abbattimento dei costi di movimentazione – spiega il direttore tecnico Andrea Zampa – sono pre-assemblati e arrivano già pronti in cantiere. Questo consente di abbattere gli impatti ecologici e acustici, la manutenzione è ridotta a zero o quasi, mentre la resistenza alla corrosione consente di evitare vernici inquinanti”. La Holcim, a sua volta, ha perfezionato un cemento green prodotto con pozzolana naturale calcinata e materiale inerte riciclato con proprietà simili alle materie prime naturali, e prodotti con combustibili di recupero. Una lunga lista di esempi che potrebbe continuare e che mostra che la sostenibilità ha un percorso tracciato per cui le aziende si stanno attrezzando. A tutto vantaggio del pianeta e dell’economia.

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