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Ocse: il Pil dell’Italia a +5,9%. E raccomanda: “Via Quota 100”

Una revisione al rialzo del Pil di quest’anno fino a 5,9%, anche se per tornare ai livelli pre Covid bisognerà aspettare la prima metà del 2022. E’ la fotografia scattata dall’Ocse nella Economic survey sull’Italia nella quale si invita il nostro Paese a “continuare a fornire sostegno fiscale, sempre più mirato, fino a quando la ripresa non sarà consolidata nei settori economico e occupazionale”, ma anche ad abbandonare misure come ‘Quota 100’ o ‘Opzione donna’ mentre si osserva che il reddito di cittadinanza ha ridotto la povertà tra le fasce indigenti.

I numeri

L’Ocse ha nuovamente e consistentemente rivisto in meglio le previsioni di ripresa economica dell’Italia di quest’anno, mentre ha limato quelle sul 2022 durante il quale ci si attendeun ulteriore +4,1% del Pil. Le stime precedenti, risalenti all’Economic Outlook diffuso il 31 maggio e che erano già state oggetto di una revisione al rialzo, indicavano un più 4,5% del Pil sul 2021 e un più 4,4% sul 2022. Sempre secondo l’Ocse, la disoccupazione in Italia, che dal 10% del 2019 era scesa al 9,3% nel 2020, risalirà quest’anno al 10,4% per poi moderarsi al 10,1% nel 2022.

Livelli pre Covid

L’Ocse prevede che l’economia italiana recuperi i livelli del 2019 “entro la prima metà del 2022”, ma mette in guardia dal revocare troppo prematuramente i sostegni a individui e imprese perché “genererebbe più fallimenti, meno occupazione e maggiore povertà”.

Secondo l’ente il debito pubblico “salirà quasi al 160% del Pil nel 2021” mentre “l’invecchiamento demografico metterà sotto pressione le finanze pubbliche”. Per questo la raccomandazione è quella di “continuare a fornire sostegno fiscale, sempre più mirato, fino a quando la ripresa non sarà consolidata nei settori economico e occupazionale”. E poi “annunciare in anticipo un piano fiscale di medio periodo, da attuare una volta che la ripresa sarà consolidata, al fine di ridurre il rapporto tra debito pubblico e Pil, tenendo conto degli effetti dell’invecchiamento demografico”.

Quota 100 e reddito di cittadinanza

Per l’Ocse l’introduzione del reddito di cittadinanza “ha contribuito a ridurre il livello di povertà delle fasce più indigenti della popolazione” e sebbene i livelli di povertà siano aumentati con la pandemia, “nel 2020 i trasferimenti pubblici hanno limitato la diminuzione del reddito disponibile delle famiglie al 2,6% in termini reali”.

Allo stesso tempo l’istituto raccomanda all’Italia di “contenere la spesa pensionistica lasciando scadere il regime di pensionamento anticipato (‘Quota 100’) e la cosiddetta ‘Opzione Donna’ nel dicembre 2021”, e di “ristabilire immediatamente la correlazione tra età pensionabile e speranza di vita”.

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