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Studenti impoveriti dalla pandemia: la tecnologia può aiutarli

Tante spese, poco lavoro, ancora meno risparmi: un’eredità davvero poco invitante quella che la pandemia ha lasciato ai giovani europei. Lo dice la ricerca condotta da N26 insieme a Sapio Research.

Analizzando un campione di 5.034 studenti universitari francesi, tedeschi, spagnoli, italiani, irlandesi e olandesi, lo studio ha restituito uno scenario abbastanza disperante per l’anno accademico 2021/22: per il 41% degli intervistati, la pandemia ha costituito una forte penalizzazione dal punto di vista finanziario, stravolgendo le abitudini e lo stile di vita.

Non solo, infatti, il 18% degli studenti campionati ha subìto perdite superiori a 500 euro, ma il 26% ha perso il lavoro a causa delle numerose chiusure disposte per far fronte all’emergenza sanitaria, vedendo peraltro diminuire drasticamente la possibilità di trovare un altro impiego.

Considerando che per gli studenti il lavoro occasionale costituisce la principale fonte di guadagno, che si aggira in media attorno ai 339,54 euro al mese, si intuiscono le difficoltà e le preoccupazioni dei giovani europei di fronte allo scenario pandemico. Il 25% dei ragazzi e delle ragazze coinvolti nella ricerca non dispone di risparmi e fa fatica a trovare un lavoro. Non stupisce allora che alle soglie del nuovo anno accademico una nutrita percentuale (il 30%) si definisca “preoccupato per la propria situazione finanziaria”.

Ma N26 non si limita a restituire una fotografia drammatica della situazione attuale. Al contrario, lo studio evidenzia altri due fattori di grande interesse, tra loro correlati: la capacità degli studenti di ri-organizzare le proprie finanze in maniera funzionale e in un’ottica lungimirante e i benefici di una tecnologia capace di aiutarli.

Stando ai dati emersi, un terzo del campione analizzato (il 74%) condivide i pagamenti ricorrenti: le bollette, il costo dell’abbonamento a Internet, la spesa al supermercato. E più della metà (il 55%) utilizza un’app per dividere le bollette con gli amici (tra queste le più popolari sembrano essere quelle di N26, Paypal e Bizum).

Il senso di queste applicazioni e l’obiettivo di chi le utilizza è avere più controllo sulle spese collettive. Gli effetti sono positivi: oltre un terzo degli intervistati controlla regolarmente il proprio conto ed ha consapevolezza del budget mensile. E, contro ogni previsione, gli studenti dovrebbero risparmiare nel prossimo anno circa 153,56 euro al mese.

Questo, insieme ad una notevole riduzione dello stress psicologico, secondo Andrea Isola, General Manager di N26 in Italia & Southeast Europe, è un dato rassicurante che “mostra chiaramente l’intraprendenza e la resilienza degli studenti europei, sempre più inclini ad adottare strumenti digitali per gestire la loro vita finanziaria”.

Tra gli studenti raccolti dalla ricerca, 1.000 sono italiani; scorporando le loro risposte al questionario, emerge uno spaccato socioeconomico di grande rilievo.

La preoccupazione più grande per i giovani universitari nostrani riguarda la spinosa questione degli affitti per i fuori sede. Nonostante la metà degli intervistati abbia scelto di tornare a vivere nella casa di famiglia, un buon 27% si è comunque trovato a dover continuare a pagare l’affitto.

Una spesa che grava non poco sul bilancio mensile, soprattutto per chi vive in città con un costo della vita piuttosto alto. Secondo le proiezioni dello studio, il prossimo anno accademico vedrà salire la percentuale di studenti che torneranno nelle aule degli atenei da 1% a 16%.

E se il rientro in presenza è vissuto con un buon equilibrio di nervosismo ed eccitazione, rimane un 26% di studenti italiani che vive con ansia la propria situazione finanziaria: quasi un terzo è preoccupato perché non dispone di adeguati risparmi per far fronte alle spese di tutti i giorni. Di questa situazione risentono ovviamente le famiglie, su cui pesano i costi delle tasse universitarie, di eventuali reti fisse e dell’acquisto di generi alimentari (contro invece abbonamenti TV, internet, spese telefoniche personali, iscrizioni in palestra, serate con gli amici e viaggi, che quasi la metà degli intervistati riesce a sostenere autonomamente).

Ma anche gli studenti italiani possono contare sulla tecnologia intelligente: il 40% di loro ricorre ad una app per effettuare i propri pagamenti. Di questi, il 16% utilizza l’app N26, che per agevolare la gestione delle spese con l’inizio del nuovo anno accademico, offre un anno di N26 Smart gratis. Spiega infatti Isola che “è in questo contesto che le istituzioni finanziarie giocano un ruolo di primo piano”, chiarendo l’obiettivo alla base di questa iniziativa: educare finanziariamente le nuove generazioni, dandogli però allo stesso tempo degli strumenti che li aiutino a gestire i propri risparmi.

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