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Saipem, migliorano i conti del trimestre. Ma pesano ancora i progetti fermi

Saipem petrolio petroliera

I conti di Saipem migliorano, di trimestre in trimestre. Ma il peso della pandemia e dello stallo di alcuni progetti (soprattutto quelli eolici e quello di Total in Mozambico) si fanno ancora sentire sui conti dei primi nove mesi dell’anno.

 

I ricavi dei primi 9 mesi del 2021 si fermano infatti a 5,1 mld; nello stesso periodo del 2020 la società specializzata in infrastrutture energetiche aveva raggiunto 5,4 mld di entrate.

 

Intanto, i ricavi del terzo trimestre ammontano a 1,9 miliardi di euro, in crescita del 18% rispetto ai ricavi del secondo trimestre. L’EBITDA adjusted è negativo per 25 milioni, in miglioramento rispetto al secondo trimestre 2021 (negativo per 354 milioni di euro).

 

L’EBITDA adjusted, nei nove mesi, è negativo per 291 milioni di euro e sconta maggiori costi per attività offshore wind di 170 milioni rispetto a quanto recepito nei conti al 30 giugno 2021.

 

Mentre la Borsa accoglie i risultati con un -8,76% a Piazza Affari, a far sorridere Saipem è il futuro: oltre a una generale ripresa della domanda, ci sono nuovi contratti per 4,9 miliardi di euro che “assicurano una buona visibilità nel medio-lungo termine”: il portafoglio ordini è di circa 24,5 miliardi di euro. Circa il 78% della porzione E&C non legato al petrolio. In più Saipem è convinta di poter contare su una certa solidità finanziaria, “grazie alla disponibilità di liquidità per 2 miliardi di euro e alla linea revolving inutilizzata da 1 miliardo di euro”, spiega la società partecipata da Eni e Cdp.

 

Nel commentare i risultati, Francesco Caio, amministratore delegato e direttore generale di Saipem, ha dichiarato che “i risultati del terzo trimestre 2021 segnano un primo, significativo miglioramento rispetto al secondo trimestre dell’anno in tutte le divisioni di business di Saipem, nonostante la congiuntura legata alla crisi pandemica e le difficoltà legate all’esecuzione di alcuni progetti nell’eolico offshore”.

 

Per quanto riguarda la crisi pandemica, Saipem riporta come ad oggi, a fronte di una popolazione di circa 32.000 dipendenti, operanti in oltre 60 Paesi, la percentuale di persone Saipem risultate positive al Covid-19 è stata complessivamente intorno al 17%, delle quali circa 120 ancora contagiate e sotto costante attenzione da parte dell’azienda. L’impatto di Covid-19 sta provocando ritardi nell’esecuzione dei progetti e il rinvio delle decisioni di investimento nei settori di interesse.

 

Secondo Caio “la continua ripresa di volumi e margini delle perforazioni e la crescita sequenziale dei ricavi nell’EPC offshore, forniscono indicazioni concrete di miglioramento della domanda”. Si registrano segnali di miglioramento nelle perforazioni, con un incremento della domanda e prospettive di pieno utilizzo della flotta. L’outlook per la seconda metà del 2021 prevede ricavi per circa 4,5 miliardi di euro, EBITDA adjusted positivo, investimenti tecnici attesi per circa 250 milioni di euro e indebitamento finanziario netto a fine anno post-IFRS 16 intorno a 1,7 miliardi di euro.

 

 

“L’attenzione alla gestione del capitale circolante e al flusso di cassa rimane una priorità chiave e ha contribuito ad un’evoluzione del debito netto in linea con le nostre aspettative”, dice Caio. Questo “nonostante il pagamento nel trimestre di circa 100 milioni di euro per la definizione di un contenzioso legale sorto negli anni scorsi su uno specifico progetto, ormai concluso da tempo”.

 

Intanto, riguardo il grande progetto LNG in Mozambico, in preda ai conflitti interni con le forze ribelli del Nord, Saipem ricorda che il 26 aprile “Total ha dichiarato per ragioni di sicurezza la force majeure sul progetto LNG Mozambique”, e finora non ha ancora deciso per la ripresa delle operazioni. Saipem ha evacuato il sito, “ha continuato a gestire la parte residua delle attività di progetto fuori dal Paese, per quanto non oggetto di sospensione. Saipem ha altresì valutato in stretta cooperazione con il cliente le misure per preservare il valore del progetto ed assicurare una pronta ripartenza dei lavori non appena saranno ripristinate le condizioni di sicurezza dell’area. Non sono pertanto attesi contributi significativi dal progetto nella parte restante del 2021, con l’eccezione del rimborso di costi già sostenuti e da sostenere per la sospensione e la sicurezza. Il progetto rimane nel portafoglio ordini al 30 di settembre 2021 per un ammontare di circa 3,6 miliardi di euro”.

 

Il nuovo piano strategico di Saipem

Oltre ad approvare i conti del terzo trimestre, Il Consiglio di Amministrazione di Saipem, presieduto da Silvia Merlo, ha anche approvato anche il Piano strategico “Verso una nuova Saipem” per il quadriennio 2022 – 2025.

Il piano strategico che presentiamo oggi mira a costruire una azienda che cresce, genera profitti e cash flow con precisi obiettivi di sviluppo nel settore delle energie tradizionali, nella transizione energetica e nelle infrastrutture sostenibili, operando come abilitatore tecnologico di strategie low carbon”, ha spiegato Caio, illustrando il piano.

Saipem ha già lanciato un importante piano di efficientamento attraverso specifiche iniziative che riguardano la razionalizzazione degli asset (è prevista la progressiva chiusura di tre yard nel mondo e la dismissione di cinque navi), la semplificazione del modello operativo (con la razionalizzazione di tre hub di ingegneria collocati all’estero) nonché la riduzione di costi di struttura (con la chiusura di 14 uffici all’estero non strategici). Il piano ha l’obiettivo di ridurre la base costi complessiva di circa 100 milioni di euro nel 2022 che saliranno progressivamente a circa 300 milioni di euro annui a regime nel 2025.

Nel periodo di piano i ricavi sono previsti in crescita ad un tasso medio anno del 15% fino al 2025 grazie al contributo del backlog al 30 settembre 2021 per circa 24,5 miliardi di euro, delle nuove opportunità commerciali e delle favorevoli prospettive di crescita previste nella perforazione.

Il 2022 sarà l’anno della transizione in cui i ricavi e i margini sono previsti in crescita grazie al contributo significativo delle attività offshore e delle perforazioni, i cui segnali di ripresa sono già visibili oggi. Nel 2023 l’EBITDA adjusted è previsto riavvicinarsi ai livelli pre-Covid-19 per raggiungere una marginalità a doppia cifra nella seconda parte del piano.

Per sostenere la crescita che caratterizza la nuova strategia di Saipem sono previsti investimenti cumulati nell’arco di piano per circa 1,5 miliardi di euro, comprensivi di oltre 200 milioni di euro per investimenti finalizzati ad arricchire il portafoglio tecnologico del Gruppo. Dal punto di vista finanziario le performance operative previste in crescita nel 2022 saranno controbilanciate dall’assorbimento di cassa per le dinamiche di capitale circolante e dai capex: il debito finanziario netto al 2022 è previsto crescere a circa 2,2 miliardi di euro (comprensivo dell’impatto IFRS16) per poi beneficiare dell’importante generazione di cassa prevista di oltre 800 milioni di euro nel quadriennio di piano. Il piano prevede un indebitamento finanziario netto al 2025 inferiore a 1 miliardo di euro.

 

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