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Giuseppe Marino (Ansaldo Energia): Pronti ad accelerare sul green

ansaldo energia gt36

Parla l’Ad di Ansaldo Energia, Giuseppe Marino: dalle turbine ‘Monte Bianco’ ad Ansaldo Green Tech, i piani di una delle aziende protagoniste della transizione ecologica italiana.

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di novembre 2021.

 

A GENOVA, durante la ricostruzione del ponte Morandi, il lavoro era “incessante”, dice Giuseppe Marino, l’ingegnere che guida Ansaldo Energia dal 2019. Nello stesso periodo non si smetteva mai di lavorare neanche quaranta metri più in basso, nello stabilimento dell’azienda partecipata all’88% da Cdp.

 

Si portava avanti un progetto in piedi da 6 anni, compresa la fase di ricerca, e che avrebbe visto la luce nel novembre 2020: la GT36, o ‘Monte Bianco’, la turbina a gas più potente mai realizzata in Italia, che emette il 40% in meno di CO2 e il 70% in meno di ossidi di azoto rispetto alla media del termoelettrico italiano.

 

Un colosso da 538 MW di potenza (abbastanza per sostenere il consumo elettrico di 250.000 appartamenti), 520 tonnellate di peso e 13,5 metri di lunghezza: in pratica, tra i lavoratori del ponte San Giorgio, diventato simbolo della ricostruzione italiana post-pandemia, e quelli di Cornigliano, c’erano tre ‘GT36’ di distanza, una sopra l’altra. Tre, come quelle che sono uscite finora dallo stabilimento.

 

L’ultima, racconta Marino, un anno dopo la prima, è partita a ottobre 2021 per la Cina, per la centrale a ciclo combinato di Minhang: un contratto da 60 mln di euro. Intanto ci sono già altri 6 ordini da soddisfare, e il trend continuerà anche grazie alla prossima gara per il capacity market italiano, dice. Il business della transizione energetica, in altre parole, è già centrale per Ansaldo Energia. Che, assicura l’Ad, con la ripresa economica promessa dal Pnrr, è pronta ad accelerare sul ‘green’.

 

Che sensazione si prova a lavorare su un progetto innovativo come la GT36 in un momento storico, per Genova e per l’Italia, come quello della costruzione del ponte San Giorgio?

Un grande senso di responsabilità. ‘Correre’ era un dovere in un periodo in cui si cercava di recuperare questa frattura, nonostante la pandemia. I nostri addetti hanno lavorato costantemente anche in lockdown, anche ad agosto, per rispettare i tempi di consegna di questa turbina, che ha comportato un investimento da 600 mln e 3,7 mln di ore lavorate dalle oltre 3000 persone dell’azienda, coinvolgendo università e centri di ricerca con i quali sono stati stipulati 40 accordi. Questa macchina è un driver economico ma anche tecnologico, e ha delle ricadute anche su altri settori. Trasciniamo lo sviluppo energetico e la sostenibilità del Paese, perché queste turbine vanno a sostituire le centrali a carbone, abbattendo le emissioni.

 

Giuseppe Marino, Ad di Ansaldo Energia

 

Cosa rappresenta il Pnrr per Ansaldo Energia?

Il Pnrr è un’occasione storica per rilanciare il Paese, anche e soprattutto attraverso l’industria e i servizi. Ansaldo Energia è un’azienda che definiamo ad alta intensità tecnologica, rappresenta un unicum nel Paese. Solo 4 nazioni, Stati Uniti, Giappone, Germania e Italia, possono contare su aziende in grado di produrre macchine come le nostre. Quindi è un business altamente strategico e irrinunciabile, perché oltre a essere un driver di sviluppo economico è anche un driver di sviluppo tecnologico e sostenibile. Il sistema Italia ha reagito bene alla pandemia. Chiude l’anno con il Pil in forte crescita, e il Pnrr deve avere un ulteriore ruolo di acceleratore di questa crescita.

 

Con che tempi avverrà questa innovazione, secondo lei?

Riteniamo che il Pnrr vada considerato in termini di innovazione incrementale, un’innovazione che deve lasciare il segno nel tessuto produttivo. È una sfida che giochiamo adesso ma che deve avere effetto a lungo termine, da 30 a 50 anni. Nella storia dell’uomo stiamo vivendo la prima transizione ecologica, che deve essere dettata da nuove tecnologie con l’obiettivo dell’azzeramento delle emissioni climalteranti: non è un compito semplice. Non è una cena di gala, citando il ministro Cingolani, e avrà i suoi costi. Ma noi siamo pronti.

La trasformazione riguarderà anche la supply chain, colpita da pandemia e crisi delle materie prime?

Se guardiamo la volatilità dei prezzi delle materie prime, che su alcune commodities stanno raggiungendo record storici, è chiaro che la supply chain deve essere completamente rivista, e in questo potrà avere un ruolo il Pnrr. Può essere una base per ricreare le catene logistiche lavorando su tutto l’ecosistema: sulle flessibilità logistiche, le capacità impiantistiche, le competenze, l’accesso al credito.

 

Tra le crisi che stiamo vivendo c’è quella energetica, indicata come uno dei rischi della transizione: ci sono scalini tecnologici da superare per evitare che crisi del genere si ripetano?

La crisi inflattiva ha varie componenti, ci sono cause di breve periodo, come la ripresa economica, e cause di lungo periodo più strutturali, come l’impostazione geopolitica, di capacità e di struttura delle catene di produzione energetica. Sul Pnrr dobbiamo fare oggi delle scelte che tengano in considerazione la tecnologia dei prossimi dieci anni. Alcune tecnologie rinnovabili devono essere sostenute ma per coprire tutto il fabbisogno energetico bisogna lavorare anche su altri settori. Come quello della fusione nucleare, o del recupero della CO2, non solo come intesa oggi ma anche, ad esempio, finalizzata alla conversione in proteine attraverso i batteri. Sono questi i filoni su cui Ansaldo Energia sta cercando di accendere un faro sul futuro, in modo da superare quello scalino.

 

Sarà fondamentale l’idrogeno. Che ruolo avrete e come pensa che si svilupperà questo vettore, tra idrogeno blu da recupero di CO2 o verde da elettrolisi?

Oggi il 90% dell’idrogeno è ancora grigio, da fonte fossile. Adesso è fondamentale lavorare sulla tassonomia, il rischio è che si spacci l’idrogeno come verde quando in realtà è blu o non completamente ‘verde’. Intanto, la sfida dell’idrogeno l’abbiamo fatta nostra. Stiamo valutando l’ingresso nella produzione di elettrolizzatori per idrogeno green e anche nella produzione di fuel cell per creare corrente dall’idrogeno. Ansaldo Energia ha già brevetti da più di 10 anni sulle fuel cell. L’idrogeno, poi, già oggi si può utilizzare nelle nostre turbine. La GT36 è certificata per un utilizzo dell’idrogeno fino al 70% del blend con il gas. L’impegno per l’idrogeno non è tanto tecnologico quanto relativo alla competitività dei costi. Bisogna fare uno sforzo sullo scale up della produzione che abbatta i capex. Il ragionamento è: c’è una tecnologia, facciamo un investimento per svilupparla e renderla disponibile rimanendo ‘asset light’, e facendo un de-risking dell’investimento. È così che si deve investire con il Pnrr, non bisogna andare a ‘tappare i buchi’.

 

Per la transizione Ansaldo Energia si è preparata con un veicolo nuovo, la società Ansaldo Green Tech, che questa estate ha annunciato una campagna di assunzioni da 100 posti di lavoro.

È un veicolo societario separato, che sfrutta la storia di Ansaldo ma che ha la flessibilità giusta per entrare su queste sfide, che richiedono molto spesso un modello di business diverso. Ansaldo Green tech è la nostra strategia di medio lungo termine: abbiamo già iniziato a fare delle previsioni a dieci anni, e riteniamo addirittura di vedere ricavi in crescita già tra tre anni grazie al combinato disposto di Ansaldo Energia e Ansaldo Green Tech. Il business principale sarà quello dello storage, basato su tecnologie come l’idrogeno. Ma anche il nucleare. Con un contratto da più di 100 mln di euro siamo partner, attraverso la controllata Ansaldo Nucleare, del progetto Iter di Cadarache, nel Sud della Francia, un progetto internazionale per la produzione di energia nucleare pulita. Stiamo valutando anche l’eolico, visto che l’azienda è assolutamente affine a questo settore. Parte di questi progetti ricadono già sotto Ansaldo Green Tech. L’obiettivo, insomma è quello di creare un leader della transizione energetica nei prossimi anni.

 

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di novembre 2021. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

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