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La decarbonizzazione in mare, i piani di Grimaldi

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La trasformazione ecologica per Grimaldi e per l’intero shipping passa per navi e motori puliti. La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di novembre 2021.

 

NON È UN CASO se dopo lo stop forzato dello scorso anno il Gruppo Grimaldi ha messo al centro della sua prima convention internazionale post-pandemia la sostenibilità ambientale.

“L’emergenza Covid non ci ha fermato. Sull’ambiente abbiamo fatto e facciamo i compiti, un lavoro intenso per promuovere la svolta necessaria verso il ‘new normal’. Con i fatti, in questi due anni, ci siamo posizionati in prima linea tra gli armatori mondiali per la promozione di un trasporto marittimo più pulito e con minori consumi. Sottolineo che gli armatori sono l’unica categoria di imprenditori che ha chiesto alla propria istituzione regolatoria internazionale, l’Imo, di accelerare sulla riduzione delle emissioni. Altri comparti, come l’automotive, si sono mossi per rallentare”. Così l’amministratore delegato Emanuele Grimaldi ha rivendicato l’impegno del gruppo che dirige e più in generale dello shipping sulla sostenibilità ambientale nell’aprire l’Euromed convention davanti a una platea di oltre cinquecento top player delle istituzioni, della finanza, della logistica, della portualità e dei trasporti.

Di recente l’International chamber of shipping, l’associazione più rappresentativa dell’armamento mondiale che a giugno 2022 nominerà Grimaldi presidente, ha aderito all’obiettivo delle emissioni zero entro il 2050, e non solo della CO2 ma anche dello zolfo, dei nitrati, del particolato e di altri componenti, benché la modalità marittima sia responsabile di appena il 2% dell’inquinamento pur muovendo il 90% del cargo.

“Decarbonizzazione dello shipping, sfide e prospettive”, questo il titolo dell’evento giunto alla ventiquattresima edizione, tenutosi a inizio ottobre a Valencia, uno dei 25 porti in 12 diversi Paesi in cui la società di Napoli ha terminali marittimi.

Non è un caso, visto che l’Ad del gruppo anche nell’intervista a Fortune Italia dell’aprile scorso aveva messo al primo posto tra le tre sfide che vede per il futuro la sostenibilità per fronteggiare i cambiamenti climatici, seguita dalla digitalizzazione e dalla robotica: “Sono le nostre parole d’ordine”, aveva sottolineato. Parole a cui seguono i fatti: il primo, imprescindibile per Grimaldi in assenza di una filiera pronta all’uso di navi, motori e carburanti ‘puliti’, ovvero non alimentati da fonti fossili – sia l’idrogeno da rinnovabili che l’ammoniaca e tanto più il nucleare di ultima generazione, tabù in Italia, non sono ancora disponibili così come tutta da costruire è l’infrastruttura di distribuzione – è la riduzione dei consumi energetici delle navi, che ha come conseguenza l’abbattimento dei costi e quindi risulta economicamente conveniente.

Per questa ragione il gruppo ha scelto di accelerare il ricambio della flotta con ordini di navi meno inquinanti, che riducono di almeno il 50% le emissioni per tonnellata/km rispetto alla generazione immediatamente precedente e di sei-sette volte rispetto alle unità più vecchie.

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di novembre 2021. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

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