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Forum Sostenibilità, la transizione ecologica passa da norme e territori

transizione energetica

Non ci sono solo le grandi aziende. Per la transizione energetica servono anche “interlocutori che si prendano le responsabilità di portare avanti le iniziative” insieme alle aziende. Lo ha detto Nicola Monti, Amministratore Delegato di Edison, durante la tavola rotonda ‘Transizione ecologica – Economia circolare, simbiosi industriale, materiali innovativi’, nella seconda giornata di lavori del quarto Forum Sostenibilità di Fortune Italia.

Durante la tavola sono stati presentati i risultati del tavolo di lavoro tenuto durante la prima giornata e dedicato proprio al tema della transizione ecologica: in un contesto in rapida evoluzione, caratterizzato da rischi e opportunità, quali sono le priorità da affrontare per la transizione e il passaggio all’economia circolare?

Secondo Monti la priorità è spendere i finanziamenti, “metterli a terra”, e fare le riforme necessarie e abilitare l’amministrazione pubblica ad accompagnare la transizione. “Abbiamo bisogno di 70 GW di rinnovabili nel 2030”, dice Monti. Per arrivarci servono investimenti, e solo una parte dell’aiuto necessario arriverà dal Pnrr. “Oggi siamo a un decimo all’anno degli investimenti necessari”.

Giuseppe Marino, Amministratore Delegato di Ansaldo Energia, parte da uno dei grandi temi della transizione: l’idrogeno. “L’idrogeno può essere utilizzato in vari modi: trazione, industria, riscaldamento, sistema di accumulo. Oggi l’idrogeno green che è quello che ci serve costa di più rispetto a quello di fonte fossile, ma la data di pareggio si sta accorciando dal 2030, può dare un vantaggio competitivo. I fondi del Pnrr devono essere investiti nella maniera opportuna. Devono essere nelle competenze, incrementali rispetto a quello che le aziende fanno normalmente, perché deve andare a sviluppare quella innovazione che permetta di tenere la tecnologia in Italia”.

Nel 2030, sottolinea Marino, alcune stime parlano già di un 80% dell’idrogeno che verrà dall’Africa e dai Paesi del Golfo: “Dobbiamo essere indipendente da altre nazioni. Dobbiamo avere controllo, competenza e tecnologia. Per questo dobbiamo investire su elettrolizzatori e sul trasporto, usando il Pnrr per creare il fil rouge che ha sempre contraddistinto l’industria europea fino alle rinnovabili, con le quali abbiamo perso la nostra supremazia industriale. È fondamentale per la sostenibilità e lo sviluppo economico del Paese”. Ora Ansaldo Energia sta “guardando le tecnologie che ci saranno tra dieci anni. L’obiettivo è quello di mantenere un’azienda che già oggi nel mondo ha pochi paragoni a livello industriale”. L’obiettivo per il futuro è mantenere il primato anche sulle “tecnologie del futuro, come lo storage, gli elettrolizzatori per produrre idrogeno a basso costo”.

Per Roberto Giovannini, Responsabile sostenibilità Terna, la società che gestisce la rete elettrica, i fattori di sostenibilità si tengono insieme con “innovazione e investimenti. L’execution è la chiave per realizzare serve una catena continua che passa poi dal territorio. Terna ha il compito di gestire la rete elettrica e di implementare la decarbonizzazione. Per farlo servono investimenti. Fare questo è complicato e si può realizzare nel rapporto di dialogo diverso dalle imprese di una volta. Il top down è una strategia perdente. È una sfida che riguarda tutto il Paese e non può esserci un messaggio che non viene capito dalle persone, calato dall’alto. Va compreso che non è solo una sfida economica questa, che crea occupazione e posti di lavoro e favorisce la ricerca e crea prospettiva per il Paese. Dobbiamo convincere le persone, e quindi serve anche dialogo e confronto intelligente con i territori”.

Secondo Fabrizio Iaccarino, Responsabile Affari istituzionali Enel Italia, “finalmente abbiamo due cose a fuoco: programmazione europea e nazionale per investimenti su rinnovabili e decarbonizzazione”. Enel investirà 210 mld nel mondo, di cui 15 in Italia entro il 2024, dice Iaccarino ricordando il Piano industriale presentato questa settimana.

“Quello che sta mancando è il tema della execution. La parola chiave è autorizzazioni. C’è un tema: affrontiamo la grande sfida di chiudere tutti gli impianti a carbone italiani al 2025, per farlo servono rinnovabili ma anche alcuni impianti a gas che serve a bilanciare il sistema. Per farlo servono autorizzazioni”.

Secondo il dirigente di Enel “dobbiamo fare lo sforzo di migliorare la capacità progettuale passando dalla Pa, dalla quale vediamo disponibilità. Ma lo sforzo va accelerato, anche sotto il profilo delle assunzioni e delle competenze sulle quali la Pa è sicuramente in sofferenza”. Ci vuole una cosa che è mancata finora insomma, “l’allineamento di interessi: se noi andiamo a 700 MW di capacità rinnovabili installata all’anno, a fronte della sfida di 7000 all’anno”, vuol dire che “ci sono problemi utilizzativi con le sovrintendenze, con la gestione dell’occupazione del suolo. Semplicemente non ancora abbiamo trovato questo allineamento che ci permetterà di marciare alla velocità necessaria: la storia delle rinnovabili è una storia di grandi accelerazioni”.

Per Alberto Piatti, Responsabile Sviluppo Sostenibile, Eni, il “rapporto con i territori è essenziale”. La transizione “non può lasciare indietro nessuno”. Le persone devono coltivare due cambiamenti: “quello culturale dei comportamenti e la maggiore confidenza nelle tecnologie che vanno guardate in un modo neutro. Non si può portare avanti un processo di questa magnitudine senza le persone”. Infatti “non possiamo girare un interruttore, magicamente dismettendo asset che hanno decine di anni, la transizione va fatta ragionevolmente tenendo conto delle ricadute sul territorio”. E per Eni il territorio non è solo quello italiano. “Noi viviamo e lavoriamo anche in paesi con molte criticità dove queste tematiche vanno comprese e calate nel contesto. Ci sono 640 milioni di persone in Africa che non hanno accesso all’energia. Questo comporta che il tema della transizione europea ci deve essere anche equità sociale nella transizione”.

Cosa è il Forum sostenibilità di Fortune Italia

Il Forum Sostenibilità organizzato a Roma il 25 e 26 novembre da Fortune Italia, giunto alla IV edizione, nasce per fornire a imprese, istituzioni, corpi intermedi e società̀ civile uno spazio di discussione partecipata, autorevole e indipendente sui temi portanti dello sviluppo responsabile e sostenibile dell’economia globale. Una due giorni per fare emergere le principali tematiche che stanno influenzando, in maniera radicale, i processi produttivi e distributivi nella maggior parte dei settori economici.

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