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Inflazione record nell’Eurozona. E in Italia a novembre +3,8%

Non accenna a fermarsi la corsa dell’inflazione, sia in Italia che nell’Eurozona.  E, ancora una volta, a spingerla sono i prezzi dei beni energetici. A novembre 2021, secondo le stime preliminari dell’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,7% su base mensile e del 3,8% su base annua (dal +3,0% del mese precedente). Un livello così alto “non si registrava da settembre 2008”. Lo rileva l’Istituto di statistica precisando che il carovita continua a essere sostenuto soprattutto dalla crescita dei prezzi dei beni energetici con l’accelerazione della componente non regolamentata che segue quella della componente regolamentata registrata a ottobre.

A spingere l’ulteriore accelerazione sono ancora una volta i prezzi dei beni energetici (da +24,9% di ottobre a +30,7%). Accelerano rispetto al mese di ottobre, ma in misura minore, anche i prezzi dei beni alimentari sia lavorati (da +1,0% a +1,7%) sia non lavorati (da +0,8% a +1,5%) e quelli dei servizi relativi ai trasporti (da +2,4% a +3,6%). L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente alla crescita dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (+7,9%) e, in misura minore, degli alimentari lavorati (+0,9%) e non lavorati (+1,4%). Diminuiscono, invece, per ragioni ascrivibili per lo più a fattori stagionali, i prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,7%). Su base annua accelerano sia i prezzi dei beni (da +4,2% a +5,3%) sia quelli dei servizi (da +1,3% a +1,7%); il differenziale inflazionistico tra questi ultimi e i prezzi dei beni rimane negativo (-3,6 punti percentuali), ampliandosi rispetto a quello registrato a ottobre (-2,9).

Ma anche i dati dell’Eurozona registrano una impennata. L’inflazione annuale dovrebbe essere del 4,9% a novembre 2021, in aumento dal 4,1% di ottobre, secondo una stima rapida dell’Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea. Guardando alle principali componenti dell’inflazione nell’area dell’euro, l’energia dovrebbe registrare il tasso annuo più elevato a novembre (27,4%, rispetto al 23,7% di ottobre), seguita dai servizi (2,7%, rispetto al 2,1% di ottobre), beni industriali non energetici (2,4%, rispetto al 2,0% di ottobre) e alimentari, alcolici e tabacco (2,2%, rispetto all’1,9% di ottobre). Il dato italiano e’ al 4%; il record e’ detenuto dalla Lituania (9,3%) seguita da Estonia (8,4%), Lettonia (7,4%) e Belgio (7,1%).

Si tratta di un tasso che fa segnare un record mai registrato dall’inizio delle serie statistiche di Eurostat, oltre vent’anni fa. Lo riferisce lo stesso istituto europeo di statistica, segnalando inoltre come il balzo al 4,1% di ottobre avesse già stabilito uno dei valori piu’ alti mai osservati.

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