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Appello di Italo al governo: sostegni o saremo costretti a tagliare

La diffusione della variante Omicron comincia a fare sentire i suoi pesanti effetti anche sulle compagnie di trasporti. A lanciare l’allarme è infatti Italo che “a seguito dell’andamento dei contagi, delle misure prese dal governo per arginare la situazione pandemica e della conseguente forte contrazione della domanda” ha deciso già “una riduzione dei servizi giornalieri”: le prime soppressioni riguarderanno da oggi 6 servizi che dal 14 gennaio diventeranno 27 (di cui 21 soppressi tutti i giorni e ulteriori 6 il martedì, mercoledì e giovedì).

In una lettera inviata ai ministeri delle Infrastrutture e dell’Economia e per conoscenza all’Autorità dei trasporti, il Ceo Gianbattista La Rocca sottolinea come “al fine di salvaguardare la continuità aziendale e occupazionale delle imprese ferroviarie a mercato, è assolutamente necessario un tempestivo intervento del governo” con “misure di sostegno economico quali lo sconto sul canone di accesso all’infrastruttura e l’erogazione di fondi di compensazione del danno subito”. “In assenza di intervento, è l’avvertimento, le compagnie “si vedrebbero costrette ad adottare” anche “misure drastiche” con “impatti sul servizio al cittadino e sul livello occupazionale”.

Ma la richiesta di sostegni non arriva soltanto da Italo. Analoga lettera è stata infatti inviata al governo dalle imprese private del comparto, Flixbus, Itabus, Simet, Autolinee Curcio, Autoservizi Castiello, Caputo bus, Ettore Curcio e Figli Trasporti, Grassani, Miccolis e Reali Tours.

“Il recente aggravarsi della situazione pandemica Covid-19 continua a registrare impatti negativi e preoccupanti per il settore del trasporto di media-lunga percorrenza su gomma a mercato, per mezzo di una considerevole riduzione della domanda e di misure di contenimento sempre più stringenti”, scrivono le aziende. “I bassissimi livelli di traffico registrati nel periodo pandemico hanno già generato un considerevole impatto negativo sui bilanci degli operatori, affetti da una generale reticenza allo spostamento da parte dell’utenza. A distanza di quasi due anni dall’inizio della pandemia, lo scenario che va prefigurandosi è quanto mai ancor più preoccupante, alla luce dei dati di contagio che scoraggiano significativamente le prenotazioni dei viaggi anche per i prossimi mesi”, denunciano le imprese.

Le aziende chiedono “l‘estensione delle misure di integrazione salariale Covid-19, quali la cassa integrazione guadagni in deroga o similari; estensione della misura prevista dalle leggi di Bilancio 2020 e 2021 ai veicoli immatricolati nell’anno 2021; estensione dei ristori previsti dalla legge di Bilancio 2021 per i minori ricavi con riferimento a quelli registrati nell’anno 2021, con meccanismi di commisurazione diversi da quelli che prendono a riferimento il periodo d’esercizio antecedente; riduzione dei canoni di pedaggio autostradale, per i servizi di linea passeggeri di media-lunga percorrenza a mercato; sospensione dei canoni d’accesso alle Ztl con validità estesa fino al termine dello stato di emergenza; premialità aggiuntiva sul recupero delle accise sul gasolio, ad esempio mediante compensazione con credito d’imposta per le imprese esercenti, con riguardo ai soli autobus adibiti a servizio di linea; sostegno con strumenti di agevolazione a fondo perduto in conto capitale / in conto interessi per gli investimenti in nuovi autobus”.

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