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Da Sin City a Eldorado dello sport: la riscossa di Las Vegas

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Sin City, il cui nome deriva da una celebre graphic novel, è stata a lungo temuta e evitata dalle leghe sportive statunitensi a causa del gioco d’azzardo. Tuttavia, negli ultimi cinque anni, Las Vegas si è trasformata nell’Eldorado dello sport, attirando ingenti investimenti in eventi che movimentano milioni e milioni di dollari. La città del peccato è diventata il fulcro di quasi tutto ciò che riguarda lo sport negli Stati Uniti.

Tra due anni, il deserto ospiterà anche il Super Bowl, la finale del campionato di football della NFL, l’evento singolo più ricco al mondo che nel 2020 ha generato un giro d’affari di 17,2 miliardi di dollari, rimanendo l’unico indenne dalla pandemia. Secondo il Las Vegas Sun, il Super Bowl porterà alla città un guadagno extra di circa 500 milioni di dollari. Inoltre, nei prossimi anni è previsto un accordo con la Formula 1 per ospitare una gara sulla Strip, insieme ad Austin e Miami, con i campioni del mondo Lewis Hamilton e Max Verstappen che sfrecceranno tra le luci al neon, gli hotel con casinò, i locali notturni e i ristoranti.

Las Vegas ha già ospitato il Circus, una doppia prova della Formula 1 nel 1981 e 1982. Presto, altre competizioni si dirigeranno verso il deserto, inclusi eventi di diversa natura come i Grammy Awards in aprile. Anche se il divertimento si intreccia con lo sport, è il settore delle scommesse a risultare particolarmente allettante.

Il gioco d’azzardo: l’incubo della NFL, NBA, MLB e NHL

Per molto tempo, il gioco d’azzardo è stato un problema per Las Vegas. Nel 1992, è stato approvato il Professional and Amateur Sports Protection Act (PASPA), che vietava le scommesse sugli eventi sportivi in tutti gli stati americani, nell’intento di proteggere l’etica del gioco. Ad eccezione del Nevada e quindi di Las Vegas, dove le scommesse erano legali, nessun altro stato poteva permetterle. Di conseguenza, Las Vegas è diventata un simbolo di corruzione e gioco d’azzardo illegale da evitare.

Tuttavia, dopo anni di fallimenti delle leggi federali per riaprire le scommesse e alcuni casi di corruzione nello sport americano riguardanti le partite di basket, football, hockey e baseball, c’è stato un cambio di rotta. Le leghe sportive si sono rese conto del potenziale illimitato delle scommesse legalizzate e hanno iniziato a fare pressioni sul Congresso per creare un quadro normativo che permettesse agli stati di legalizzare casinò e centri di scommesse live sulle partite di NBA, anche tramite web o smartphone, al fine di tutelare l’integrità del gioco.

In pratica, è stato cercato di seguire il modello europeo per creare una sintesi che conciliasse gli interessi degli stati, delle leghe e dei bookmaker. Nel frattempo, il Nevada ha continuato a guadagnare centinaia di milioni di dollari dalle scommesse legali. La svolta è arrivata nell’estate del 2018, quando la Corte Suprema ha legalizzato le scommesse sportive con una sentenza che ha ribaltato il PASPA.

Da quel momento, il betting legalizzato si è diffuso nello stato del Mississippi, nel New Jersey, nel Delaware e gradualmente in altri stati. Pochi settimane dopo, è stato firmato il primo accordo tra MGM, un operatore di casinò di Las Vegas, e la NBA, che ha concesso a MGM di utilizzare loghi e marchi NBA (e WNBA) in cambio di un accordo da 25 milioni di dollari per tre anni.

Questo è stato solo il primo di una serie di accordi tra casinò e leghe sportive americane. Ora sia la NFL che la NBA stringono collaborazioni con i principali casinò di Las Vegas e Atlantic City, mentre all’interno delle arene sportive delle squadre si trovano addirittura le macchinette da gioco. Secondo un’analisi del New York Times nel settembre 2020, il boom degli eventi importanti a Las Vegas ha spinto i casinò a ristrutturare le aree per le scommesse sportive. Secondo l’American Gaming Association’s Commercial Revenue Tracker, nei primi dieci mesi del 2021 le scommesse sportive negli Stati Uniti hanno generato un guadagno di 3,1 miliardi di dollari, un aumento del 230% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Questa crescita è continuata inarrestabile nonostante la pandemia, che ha causato una revisione dei calendari delle competizioni. Nel 2021, altri 11 stati americani hanno legalizzato le scommesse sportive, portando il totale a 30. Secondo CBS Sports, nel Nevada sono state raccolte scommesse sportive per oltre un miliardo di dollari ad ottobre 2021, mentre solo nel New Jersey il valore ha superato la soglia del miliardo.

L’hockey scommette sulla Sin City

La rivoluzione delle scommesse legalizzate è iniziata due anni dopo il primo investimento di una lega sportiva a Las Vegas. È stata la National Hockey League (NHL) a provare per prima, con l’arrivo dei Las Vegas Golden Knights, una franchigia consegnata all’imprenditore americano Bill Foley (con un patrimonio di 1,6 miliardi di dollari) in cambio di un assegno da 500 milioni di dollari, diviso equamente tra gli altri proprietari delle squadre.

Sono stati investiti altri 375 milioni di dollari per la costruzione della T-Mobile Arena da 17.000 posti, l’impianto dove giocano i Golden Knights. Complessivamente, sono stati investiti 875 milioni di dollari, un importo che, considerando il valore in crescita delle squadre sportive americane, non sembra esagerato. Questo è stato un passo decisivo, dato che l’ultima espansione della NHL risaliva al 2000, quando sono state aggiunte le squadre di Columbus e Minnesota, al costo di soli 80 milioni di dollari.

Il dado è tratto: arriva la NFL

Dopo l’hockey su ghiaccio, è arrivata la National Football League (NFL), che rimane lo sport nazionale più popolare negli Stati Uniti, generando un giro d’affari annuale di circa dieci miliardi di dollari. Nel 2017, i Las Vegas Raiders si trasferirono dalla California (dopo una breve parentesi a Los Angeles) al Nevada, che non era estraneo al football. Nel 1964, infatti, a Las Vegas si giocò la prima partita di football americano tra i Raiders e gli Houston Oilers.

Il trasferimento dei Raiders è stato concretizzato due anni fa, quando è stato completato lo stadio di Las Vegas, un’imponente struttura di vetro e acciaio dal costo di quasi due miliardi di dollari, con il 40% dei finanziamenti provenienti dal settore pubblico. Il Las Vegas Stadium ha una capacità di 65.000 posti e offre una vista privilegiata sulla Strip, l’arteria principale di Las Vegas.

Las Vegas: presto anche MLS, NBA e MLB

Nell’elenco delle franchigie dei principali sport americani insediate a Las Vegas, manca ancora la National Basketball Association (NBA), considerata la lega più dinamica degli Stati Uniti. Tuttavia, la NBA ha portato l’All-Star Game a Las Vegas l’anno scorso, così come la Summer League, un torneo estivo che presenta giovani talenti e giocatori alla ricerca di contratti.

Il basket è già presente a Las Vegas con le Aces, una delle 12 squadre della Women’s National Basketball Association (WNBA). Tuttavia, ci sono ampi margini di crescita anche per il calcio, tanto che il commissario della Major League Soccer (MLS) ha aperto pubblicamente alla possibilità di includere Las Vegas come trentesima squadra del campionato. Inoltre, uno studio di fattibilità commissionato dagli Oakland Athletics (della Major League Baseball, MLB) al gruppo di marketing CSL International lascia intravedere la possibilità che il baseball arrivi presto a Las Vegas. Un articolo di Jared Diamond sul Wall Street Journal di tre anni fa sottolineava come la città del deserto fosse diventata una fucina di atleti di alto livello, come Kris Bryant e Bryce Harper, indicando un’imminente espansione della Major League Baseball.

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