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Se l’inflazione colpisce tutti, tranne i brand del lusso

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L’aumento dell’inflazione è un problema? Certo, per i produttori di beni di massa. Ma non per il settore del lusso.

Il gruppo francese Kering ha visto le sue azioni aumentare del 7% nella Borsa di Parigi, dopo aver registrato un fatturato per il 2021 di 17,6 miliardi di euro, il 35% in più rispetto al 2020 e il 13% in più rispetto ai livelli pre-crisi.

Il driver più forte nella collezione di Kering è stato Gucci, le cui vendite sono cresciute del 32% nel quarto trimestre. Spinto da brand ambassador di prima categoria come Harry Styles, Jared Leto e Lee Jung jae di Squid Game, Gucci ha avuto un trimestre favorevole anche sui media per via dell’uscita, lo scorso novembre, del film House of Gucci di Ridley Scott, con Lady Gaga (e Salma Hayek, moglie del presidente di Kering e Ceo François-Henri Pinault).

Ma se il risalto mediatico e il conseguente interesse dei consumatori hanno aiutato, la maggior parte della spinta dietro l’aumento dei ricavi di Kering e di altri marchi di lusso può essere attribuita a qualcosa di molto meno poetico: il potere di mercato. Con l’aumento del costo di tutto, dall’energia ai tessuti grezzi, aumentano anche i prezzi di borse, scarpe e giacche di fascia alta. Mentre tuttavia la domanda di beni prodotti in serie può diminuire man mano che la classe media si sente meno sicura dal punto di vista finanziario, la domanda di lusso rimane relativamente anelastica.

In parole povere, per una persona che può permettersi una borsa firmata da 10.000 dollari, che problema comporta pagare un extra di 1000 dolari per colpa dell’inflazione

Al di fuori del mondo del lusso, l’aumento dei prezzi sta intaccando la redditività e anche duramente. Nestlé, giovedì, ha avvertito che la sua potrebbe diminuire nel 2022 per il secondo anno consecutivo poiché si prevede un peggioramento sul fronte delle materie prime e dell’aumento dei costi di spedizione. “Non c’è quasi nessun settore in azienda che sia esente dall’inflazione in questo momento”, ha affermato l’amministratore delegato di Nestlé, Mark Schneider.

Unilever ha anche dichiarato di aspettarsi che il costo dell’inflazione intacchi il suo margine operativo per un importo compreso tra 140 e 240 punti base quest’anno. Neanche la birra è al riparo: Heineken mercoledì ha  comunicato che sta pensando di aumentare i prezzi poiché si trova ad affrontare la peggiore inflazione degli ultimi dieci anni, anche se teme che una mossa del genere possa indurre i consumatori a comprare meno birra.

Mentre i marchi dei prodotti di massa lottano per contenere l’inflazione che ha raggiunto il 20% nel settore dei beni di consumo secondo il FT, il lusso rimane un settore a sé stante. Il re del luxury LVMH ha registrato un profitto record di 12 miliardi di euro nel 2021, trainato dal boom della domanda negli Stati Uniti e in Cina. Anche Kering ha riscontrato che i consumatori benestanti in questi due mercati hanno a malapena rallentato l’acquisto di borse, gioielli e abbigliamento, nonostante alcuni aumenti dei prezzi decisamente cospicui.

IL LUSSO BATTE L’INFLAZIONE

In effetti, le case di moda di lusso hanno costantemente aumentato i prezzi delle loro borse esclusive durante la pandemia, con pochissimi invenduti.

Il prezzo dell’iconica borsa Classic flap di Chanel è aumentato tre volte nel 2021, ogni volta di 1.000 dollari in più. Secondo la rivista WWD, è stata venduta a 6.800 dollari a gennaio 2021, successivamente aumentata a 7.800 a luglio e poi ancora 8.800 a novembre, con un aumento complessivo del 60% da novembre 2019, secondo la banca di investimento Jefferies, in pratica lo stesso prezzo di partenza dell’ambita lista d’attesa per una Birkin di Hermès.

Chanel ha detto a WWD che l’aumento dei prezzi era dovuto alle fluttuazioni dei tassi di cambio, alle variazioni dei costi di produzione e alla necessità di uniformare i prezzi in tutto il mondo. Nonostante il costante aumento, c’è una carenza di borse Chanel in Cina, secondo Jing Daily, e ai consumatori cinesi viene detto che devono limitare il numero di borse a una all’anno.

Anche le sempre popolari pochette accessoires in tela Monogram di Louis Vuitton hanno visto un aumento del prezzo del 66%, dai 630 dollari all’inizio del 2021 ai 1.050 di oggi. Per quanto riguarda Gucci, Morgan Stanley ha citato un rapporto nel settembre 2021 tratto dalla newsletter cinese Fashion Business Daily secondo cui il brand aveva accresciuto i prezzi in Cina per diversi prodotti chiave tra cui la sua super mini borsa Marmont, che è stata aumentata del 9,3% a 8.200 yaun ( 1.269 dollari).

La disparità tra i marchi del mercato di massa e quelli del lusso mostra che gli individui ad alto reddito potrebbero non essere danneggiati dall’inflazione dilagante come il resto del mondo; l’aumento dei prezzi non ha certo impedito loro di spendere somme a quattro cifre per borse di marca nuove e luccicanti.

L’articolo originale è su Fortune.com

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