NF24
Cerca
Close this search box.

Pedemontana veneta, la grande incompiuta

pedemontana

Dopo trent’anni di attesa, dovrebbe essere completata nella prima metà del 2023, ma pesano i dubbi sulla sostenibilità finanziaria. La versione originale di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di aprile 2022.

 

Il condizionale è d’obbligo. E infatti la Corte dei conti regionale per il Veneto lo distribuisce a mani basse nella delibera con cui ha approvato l’aggiornamento dei cronolavori per la realizzazione della Pedemontana veneta, la superstrada fra Vicenza e Treviso. Vessillo degli amministratori locali, prima democristiani oggi leghisti, la cui realizzazione si trascina da un trentennio. Pensata negli anni Novanta, dello scorso millennio, approvata nel primo decennio del secolo, finanziata nel 2010, non sarà completata prima della metà del 2023, dopo l’ennesimo slittamento del fine lavori. E quand’anche l’agognato traguardo sarà raggiunto forse ci sarà poco da festeggiare.

I magistrati contabili, nella delibera approvata il 10 febbraio di quest’anno, esprimono dubbi sulla sostenibilità del piano finanziario dell’opera, che si deve mantenere con i pedaggi. L’attrattiva del nuovo percorso, che taglia la regione, dalla provincia di Vicenza a quella di Treviso collegando l’A4 all’A27, è minacciato da alcune previsioni ancora sub iudice.

Manca la promozione del tracciato al rango di Autostrada, che farebbe lievitare i limiti di velocità, dai 110 chilometri orari odierni ai 130. La richiesta è in attesa di approvazione al ministero dei Trasporti. Sul completamento ci sono anche altri due virus che rischiano di ammalorare i rapporti fra la Regione e la società realizzatrice, la Superstrada pedemontana veneta, la spa che fa capo al gruppo dell’imprenditore torinese Matterino Dogliani.

 

I RITARDI

Dopo la rinegoziazione di alcune partite e del calendario dei lavori, avvenuta nel 2017, fra la Regione e il concessionario, il termine ultimo di conclusione dei lavori era stato fissato al’11 settembre 2020.

A dieci giorni dalla scadenza, la Corte veneta ha registrato che “i lavori contabilizzati al 31 luglio 2020 erano stati eseguiti per l’82,7%”.

%”. Alla Regione, il concessionario ha inviato “due riprogrammazioni del cronoprogramma; nell’ultima il termine stimato per la conclusione dei lavori era il 6 febbraio 2022”.  Ma, a oggi, ancora non ci siamo e non per colpa della pandemia da Covid-19, come precisano i magistrati contabili. Tutto slitterà al prossimo autunno, per la gran parte del percorso, e a giugno 2023, per l’innesto con l’A4, ma “con ampi margini d’incertezza” e con la cancellazione di opere complementari che “pur rientranti nella concessione, non trovano copertura nell’attuale quadro economico”. Non proprio una bella prova da parte del pur abile presidente della Regione, Luca Zaia, che della realizzazione della Pedemontana ha fatto un proprio cavallo di battaglia e ne porta, essendo in carica dal 2010, tutta la responsabilità politica e amministrativa. Se tutto andrà secondo le ultime proiezioni ci saranno voluti 12 anni e mezzo per fare 94 chilometri di asse principale e 68 di opere complementari. Negli stessi giorni in cui si approvava la delibera che fissava l’ennesimo rinvio del completamento dell’autostrada regionale veneta, come già la chiamano in Regione, i governi di Cina e Laos inauguravano, dopo appena sei anni di lavori, la nuova ferrovia che unisce la capitale Vientiane con la città cinese Kunming. Novecento chilometri che hanno richiesto la realizzazione di 167 tunnel e 301 ponti.

 

RICALCOLI

I ritardi non hanno pesato solo sulla mancata fruizione dell’infrastruttura da pare dei cittadini, ma hanno minato anche le stime di traffico e di ricavi fatte dall’amministrazione Zaia. Così, si legge nella delibera, il bilancio di previsione della Regione del Veneto, per il triennio 2022-2024, è basato sulle stime relative alla valutazione di possibili entrate da pedaggio dall’ottobre 2022. Ma “è stata inoltre prevista la percentuale di riduzione del 13% derivante dalla mancata diretta interconnessione con l’A4”, che nella migliore delle ipotesi si mangerà anche gli introiti dei primi

sei mesi dell’anno venturo. L’ultimo miglio, affidato ad un’altra ditta, non arriverà prima del giugno del 2023 e comporterà “minori afflussi di traffico relativamente ai mezzi provenienti da Milano verso la Pedemontana”.

Lo squilibrio non si avrà solo nel breve periodo ma anche nel calcolo complessivo dell’opera. Con la sottoscrizione del Tac, scrive Fedor Melatti, magistrato estensore, “il saldo finanziario presunto in favore della Regione era stimato, al termine dei 39 anni di gestione, in circa 143 mln di euro. Tuttavia, se nel “computo delle componenti finanziarie si includono anche i contributi erogati dallo Stato (pari a 614 mln), il saldo diventava negativo per 471 mln”.

 

La versione originale di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di aprile 2022. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.