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Draghi e la diplomazia del vino

In vino veritas. E la verità è che l’Italia è sempre più famosa, nel mondo, per la qualità della sua produzione vitivinicola. Soprattutto da quando anche il premier Mario Draghi ha scelto di omaggiare i suoi ospiti illustri con una selezione dei più prestigiosi vini italiani. Nell’incontro con il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, avvenuto il 10 maggio a Washington, a margine dell’importante confronto sui temi del conflitto russo-ucraino, il presidente del Consiglio italiano ha fatto dono di un Barbaresco Sorì San Lorenzo 2016 di Gaja, un Masseto 2018, un Sassicaia 2018 di Tenuta San Guido e un Costa d’Amalfi Fiorduva di Marisa Cuomo, selezione della Fondazione Italiana Vini (Fis) a cura del presidente Franco Maria Ricci. Una proposta che valorizza tre differenti aree geografiche, a sottolineare quanto l’Italia sia, nel suo insieme, un grande produttore di vini di qualità.

Ricci, che abbiamo raggiunto telefonicamente, ci ha travolto con un’energia contagiosa, puntualizzando che, quando ha creato la Fondazione ltaliana Sommelier, lo ha fatto con l’intento di far sì che le istituzioni si facessero portavoce della cultura del vino. “L’idea di far diventare il vino un ‘regalo di Stato’ venne già nel 2007, con Romano Prodi” che regalava Barolo, Brunello di Montalcino, Chianti Classico e Nero d’Avola ai suoi ospiti internazionali. “Poi è stata la volta di Renzi, Gentiloni, Conte, Draghi”. La scelta cade, di volta in volta, su prodotti di eccellenza, fra quelli presenti nella vasta selezione della FIS, che vanta una cantina di 70mila bottiglie all’anno.

“Per Biden ho scelto dei vini importanti, che raccontassero le eccellenze dei territori italiani. Non credo che questi episodi incidano sulle vendite dei vini italiani all’estero, la considero più che altro una questione di immagine, e un importante veicolo per la diffusione della cultura del vino italiano”. Vino e olio sono prodotti preziosi, che vantano circa 148 mln di fatturato annuo, con un totale di circa 27 miliardi di bottiglie di vino italiano vendute, ogni anno, nel mondo.

L’evento, a margine dell’incontro fra Draghi e Biden, è di quelli che hanno fatto parlare la stampa di tutto il mondo. Abbiamo voluto chiedere a Federico De Cesare Viola, direttore del magazine Food&Wine Italia quanto, a suo parere, il gesto di donare vini del territorio, possa valorizzare il Made in Italy nel mondo.

“La produzione vitivinicola italiana riflette la straordinaria diversità del nostro territorio. Da noi si produce vino ovunque, in tutte e venti le regioni. Abbiamo oltre 500 vitigni autoctoni, e questo non ha eguali nel mondo. Regalare e far conoscere il vino può valorizzare il patrimonio e la diversità di caratteri, stili e territori. Quando parliamo di Langhe o di Barolo, ad esempio, ogni collina fa storia a sé: si entra nel concetto di terroir, ovvero di quanto le specifiche caratteristiche di un singolo fazzoletto di terra – come l’altitudine, la composizione del suolo, il microclima o l’esposizione e l’età delle vigne – facciano sì che quel vino sia uguale a nessun altro. La selezione di vini donati a Biden è classica ma sicuramente incontestabile, parliamo di quattro etichette iconiche. Se si fosse voluto osare di più, si sarebbero potuti scegliere territori come l’Etna o il Collio, per fare un paio di esempi. Il fatto di puntare solo su tre rossi e un bianco taglia fuori i nostri spumanti, tra cui Franciacorta, Trentodoc o Asti, che sono invece un’altra nostra eccellenza molto affermata anche all’estero, soprattutto negli Stati Uniti”.

Draghi aveva già promosso il made in Italy attraverso le cantine Italiane più prestigiose, in occasione della recente visita di Mark Zuckerberg. Oltre all’olio pugliese Gran Cru affiorato Galantino, una Riserva di Brunello di Montalcino Biondi Santi, un Barolo Boroli Cerequio, un Aglianico del Vulture, il Lascito delle Cantine del Notaio. Una tradizione, quella del “vino dono di Stato”, nata nel 2007 e ancora capace di far parlare di sé. Le buone abitudini non tramontano mai, così come il piacere di un ottimo calice di vino.

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