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Twitter, Elon Musk a caccia di bot: accordo fermo

musk twitter

Elon Musk ha dichiarato che l’accordo per l’acquisizione di Twitter per un valore di 44 mld di dollari non andrà avanti fino a quando il Ceo della società, Parag Agrawal, non dimostrerà che meno del 5% degli utenti della piattaforma di social media sono account falsi.

Rispondendo a un tweet che sosteneva che il miliardario fondatore di Tesla potrebbe essere alla ricerca di un accordo migliore, Musk ha detto che la sua offerta si basava sul fatto che i documenti forniti da Twitter alla Sec fossero accurati. Twitter aveva dichiarato all’inizio di questo mese che gli account falsi costituivano meno del 5% dei suoi utenti attivi monetizzabili giornalieri. Ma Musk ha dichiarato nel suo tweet che la percentuale potrebbe essere superiore al 20%.

“Qualcosa non quadra”. Elon Musk ci ripensa?

La percentuale di bot su Twitter è apparentemente diventata l’oggetto del braccio di ferro tra le parti. Recentemente Musk ha dichiarato che il suo team avrebbe condotto la propria revisione di un campione casuale di 100 followers dell’account ufficiale di Twitter. Successivamente è emerso che Twitter lo aveva contattato per informarlo di aver violato un accordo di non divulgazione rivelando che la dimensione del campione era di 100 account. Tutto questo dopo che il fondatore di Tesla aveva risposto in malo modo ad una serie di tweet di Agrawal, in cui veniva spiegato come l’azienda blocca e rimuove gli account falsi dalla piattaforma.

In un’intervista per il podcast All-In, Musk ha rivelato che secondo Twitter non c’è modo di conoscere il vero numero di bot. “Qualcosa non quadra, e la mia preoccupazione non è il 5%, il 7% o l’8%, ma è se si può arrivare potenzialmente all’80% o il 90% di bot. Certamente so che ci sono alcune persone reali su Twitter, ma esiste un ordine di grandezza?” ha dichiarato Musk stizzito.

Secondo gli analisti di Wedbush l’accordo per l’acquisizione di Twitter ha ora meno del 50% di possibilità di essere concluso. La ‘questione dei bot’ è stata definita una ‘scusa’ per abbandonare l’accordo o stabilire un prezzo più basso. “Il consiglio d’amministrazione di Twitter è intrappolato in un pantano, perchè se accettasse un prezzo più basso (dopo i negoziati in seguito al controllo del problema dei bot nelle prossime settimane), le azioni crollerebbero arrivando ad un livello al di sotto dei 30 dollari in un contesto di mercato traballante” ha scritto Wedbush. Nel frattempo le azioni di Twitter hanno perso quasi il 3% nelle contrattazioni pre-mercato di martedì 17 maggio.

L’articolo originale è su Fortune.com

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