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Giustizia e politica, un rapporto difficile

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Giustizia e politica sono da sempre nervi scoperti della vita democratica del nostro Paese. Non è questa la sede per discutere della indispensabilità dell’autonomia della magistratura rispetto al potere esecutivo e legislativo. Non è il caso di ricordare il principio della separazione dei poteri che è alla base di qualunque moderna democrazia liberale. Vero è, però, che in Italia alcune norme costituzionali che disegnano i confini dei rapporti tra due poteri parimenti importanti, si fa fatica a vederle pienamente attuate e rispettate.

Ora, fuori di polemica, tutti (o quasi) possiamo convenire che in Italia tra politica e magistratura c’è da sempre un rapporto conflittuale, a tratti insano, e che entrambi i poteri (anche le toghe) non godono della massima fiducia degli italiani. Non è questa la sede per ricordare gli scandali che hanno colpito la magistratura e segnatamente il suo organo costituzionale di autogoverno, il Csm. C’è la cronaca quotidiana che ci restituisce l’immagine di una politica spesso affarista, maneggiona di risorse pubbliche, corrotta e anche infiltrata dalle mafie. In onestà, però, occorre dire che il tasso di moralità di magistrati e politici non si può misurare con questi episodi di cronaca nera e giudiziaria, ma non si può nemmeno nascondere il sintomo di un malessere che va affrontato. Perché poi ci sono anche la chimera della certezza della pena; l’assurda esecuzione delle pene in strutture carcerarie indegne; il pessimo funzionamento del servizio giustizia sempre più complesso, lento, farraginoso in ogni settore: penale, civile, amministrativo, tributario.

Ecco, se dovessimo individuare uno degli argomenti più importanti su cui dibattere in campagna elettorale prima e in Parlamento poi, la Giustizia è certamente uno di quelli più interessanti. Inutile dire che su questo versante, la battaglia politica è forte tra gli schieramenti e dentro gli schieramenti in campo. Il centrodestra vuole riscrivere le tre riforme Cartabia e puntare (lo fa da sempre) a separare le carriere  dei magistrati. Renzi e Calenda col Terzo Polo hanno recepito buona parte delle proposte garantiste delle Camere penali; il Pd punta sulla depenalizzazione, sul contrasto alle mafie, la legalizzazione della cannabis e una legge sul fine vita; il M5S vuole riformare la prescrizione, mantenere il 41 bis e dice sì a matrimonio egualitario e legalizzazione della cannabis. La giustizia è uno degli argomenti più controversi e sempre presenti, vista anche la sua rilevanza nel contesto del Pnrr.  Ma vediamo nei dettagli. 

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Giustizia, il programma del Centrodestra

Il programma del centrodestra contiene punti molto vaghi, che prevedono la separazione delle carriere per i magistrati e la riscrittura delle riforme sull’ordinamento giudiziario, civile e penale. In pratica, una totale revisione dell’impianto delle leggi Cartabia appena approvate. Si parla di “giusto processo e ragionevole durate, efficientamento delle procedure, stop ai processi mediatici e diritto alla buona fama” e di “razionalizzazione delle pene e garanzia dell’effettività”. L’accordo di centrodestra prevede, poi, la semplificazione del codice degli appalti e la riforma del diritto penale dell’economia. Ogni partito, poi, poteva prevedere un programma individuale ma solo la Lega lo ha messo per iscritto. Fratelli d’Italia e Forza Italia, infatti, hanno depositato come programma elettorale l’accordo quadro del centrodestra. Poi, nelle sue pillole video, Silvio Berlusconi ha proposto di introdurre il divieto di impugnazione delle sentenze di assoluzione in primo e secondo grado. La Lega ha depositato un suo programma più dettagliato rispetto a quello di coalizione: 202 pagine.

Giustizia, il programma del Pd/Centrosinistra

II Pd punta a dare piena attuazione alle riforme Cartabia già approvate. Si punta su riduzione di tempi e costi della giustizia. Nel civile l’obiettivo è la riduzione del contenzioso, anche con incentivi fiscali per accedere ai metodi alternativi di risoluzione delle controversie. Nel penale si prevede di “intervenire sulla depenalizzazione dove necessario”, puntando anche sulla giustizia ripartiva e si prevede una legge contro le querele temerarie ai giornalisti. Complessivamente l’obiettivo è di completare la digitalizzazione del servizio giustizia e degli uffici, con un ammodernamento delle strutture; la stabilizzazione dei precari “per la messa a regime dell’Ufficio del Processo e proseguendo con il reclutamento e assunzione di personale nelle cancellerie e di nuovi magistrati”.  

Il programma del Terzo Polo

Il capitolo sulla giustizia integra buona parte delle proposte dell’Unione camere penali italiane ed è diviso in cinque punti. Sulle carriere dei magistrati prevede la separazione delle carriere, come il centrodestra. Il superamento del sistema delle correnti con ritocchi alla riforma Cartabia. Sul penale si prevede una riforma della custodia cautelare per impedirne gli abusi; il ripristino della prescrizione sostanziale; l’incentivo ai riti alternativi; riforme contro il processo mediatico; limiti all’appello del pm in caso di assoluzione. Per il sistema penitenziario, una riforma complessiva che incentivi le misure alternative e legge per le detenute madri, per evitare minori in carcere. Manca invece la proposta di FI sul divieto di appello per le sentenze di assoluzione in primo e secondo grado, ma sia Azione che Italia Viva si sono dette favorevoli. 

Il programma del M5S

Il programma del M5S prevede due punti: legalità e diritti. Nel capitolo sulla legalità è previsto il contrasto alle mafie, con il potenziamento degli strumenti esistenti e il completamento della riforma in tema di ergastolo ostativo, oltre alla tutela del 41bis e delle misure di prevenzione. C’è la lotta alla corruzione, con trasparenza nell’utilizzo dei fondi del Pnrr e tutele per i whistleblowers e i testimoni di giustizia. Infine il contrato alle agromafie ed ecomafie, con tutela del diritto alla salute. Si prevedono poi la regolamentazione della coltivazione della cannabis, il potenziamento delle misure di contrasto alla violenza contro le donne e il «superamento dell’improcedibilità nel processo penale», con probabile volontà di ritorno alla legge Bonafede e quindi facendo saltare la prescrizione processuale introdotta con al riforma Cartabia. Sul fronte dei diritti, si prevede il matrimonio egualitario e una legge contro l’omotransfobia. 

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