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Salasso energia per la storica Gelateria Fassi, “ma la coppetta costerà sempre 2 euro”

La bolletta energetica in un anno è passata da 4.741 euro a 17.862. Per capirci: in 12 mesi quasi il 400 per cento in più, a fronte di consumi pressoché identici a quelli dello scorso anno nello stesso periodo. Un salasso per la gelateria Fassi, baluardo di resistenza democratica formato cono e coppetta e irrealmente economico, tanto per il cliente turista che per i romani e i fuorisede.

Siamo in una traversa di piazza Vittorio Emanuele II a Roma, là dove i piemontesi non persero occasione per dedicare la toponomastica delle strade alla dinastia sabauda. Ed é qui che dal 1928 sorge la gelateria Fassi, un marchio nato nell’Ottocento.

Bisnonno, nonno, papà, zii e, oggi, figli: ciascun componente dell’omonima famiglia ha contribuito a scrivere la storia de Il Palazzo del Freddo – così i romani doc chiamano questo edificio in stile liberty lungo via Principe Eugenio –, una tappa imperdibile del gelato artigianale in città, per storia e qualità. Dopo un conflitto mondiale e la conversione a centro smistamento di materie prime da parte della Croce Rossa Americana, la storica insegna raccoglie una nuova sfida in cui la parola guerra non è del tutto estranea ai fatti: il caro energia che sta mettendo alle strette gli imprenditori gravati dall’aumento dei costi delle materie prime. Tra chef che hanno deciso di vivere senza metano, come il bistellato Agli Amici in provincia di Udine, e pizzaioli che aggiungono le voci di luce e gas sullo scontrino fiscale (è successo nella Pizzeria Gorizia a Napoli), c’è chi come Andrea Fassi, ultima generazione e titolare del Palazzo capitolino, lo scorso lunedì mattina ha aperto Facebook per condividere l’ultima bolletta di luglio 2022: quasi 18mila euro.

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Io faccio questo lavoro al mio meglio – scrive Andrea Fassi sulla bacheca del suo account Facebook –. Combatto l’alzarsi del sole, combatto me stesso, combatto un settore gonfio di invidia, vivo un territorio degradato, sopporto il poco valore dato alle aziende in questo paese, ingoio l’imborghesirsi del cibo con mezzo mondo che non mangia, ignoro gli insulti sui coreani, tra i primi a rispettare il mio lavoro; eppure accolgo con il sorriso di Joker migliaia di romani ogni giorno, difendo la semplicità del gelato, imprescindibile”.

Quale sarà la prima reazione al pagamento di questa bolletta da 18mila euro circa?
“Al momento rinuncio a nuovi investimenti – dice Andrea Fassi – e a queste condizioni non posso permettermi di assumere altro personale. Cosa avrebbe fatto mio nonno? Bella domanda, forse avrebbe aperto un nuovo negozio. Io ho deciso che non aumenterò i prezzi perché voglio che il nostro gelato sia un bene per tutti. Da sempre abbiamo uno dei listini più bassi di Roma. Che dobbiamo fare, rinunciamo a un po’ di utile a fine anno. La coppetta piccola – panna inclusa – resta a 2 euro e non si tocca, neanche per colpa delle maxi bollette”.

In un mondo virtuale (e virale) di contenuti strappa like e lamentele che sembrano più esercizi di stile, con il suo lungo sfogo, l’imprenditore romano si è fatto portavoce di tanti colleghi nella sua stessa condizione, generando nell’immediato solidarietà immensa: oltre 2.000 condivisioni e più di 1.000 commenti sotto il suo post. “Sembra assurdo da dire, ma mi sento comunque un privilegiato rispetto ad altri. La mia azienda – spiega Fassi – è forte, ha un nome consolidato, stiamo lavorando a regime e l’ultima stagione, quella estiva, è andata bene dopo i due anni precedenti. Io la bolletta l’ho già pagata, il punto è che non siamo tutti così fortunati”.

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Andrea Fassi nella sua gelateria

La sua protesta virtuale per bolletta lievitata del 400 per cento ha sortito un effetto. Acea gli ha ricordato che poteva rateizzare. Ma Andrea Fassi ha già pagato. “Una coincidenza? Non lo so. Come ho scritto nel post, questa bolletta resta un insulto al mio lavoro e a tutto quello che ho fatto finora”. Contattato telefonicamente, ha aggiunto: “Per assurdo durante la pandemia c’era un barlume di speranza perché molte cose erano prevedibili e sapevamo che sarebbero arrivati dei sostegni, seppure minimi ma sarebbe arrivati. A fregare l’imprenditore durante questa crisi è, invece, l’imprevedibilità di quello che accadrà. Nessuno ci ha preparati. Se dovessi chiedere qualcosa, adesso, al nuovo governo chiederei di fare chiarezza fin da subito senza generare inutili allarmismi”.

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Fassi si espone nel quadruplice ruolo di Amministratore Delegato del Palazzo del Freddo, socio fondatore della Scuola di scrittura Genius, consigliere e vicepresidente dei locali storici d’Italia per Fipe. “Sono tra i sostenitori del credito di imposta anche per le piccole e medie imprese. Nel post avevo scritto che avrei dovuto vendere 9mila coppette da due euro al mese solo per pagare la corrente. Devo correggermi: il commercialista mi ha chiamato ridendo e mi ha suggerito di raddoppiare la stima delle vendite per far quadrare i conti”, sorride Fassi. In attesa della prossima bolletta (parla di quella di agosto, ndr), il trentasettenne continua a portare nel futuro il gelato del suo passato, offrendo la stessa performance di sempre: “Se non facessi così tradirei la fiducia dei nostri clienti e l’insegnamento dei miei nonni”, ha concluso.

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