Silvio Berlusconi che ci racconta barzellette. Carlo Calenda che ci spiega di “assomigliare” ad un orso ubriaco quando balla. Giuseppe Conte che guarda dritto nello schermo dei nostri smartphone e ci dice “non fidatevi dei politici perchè raccontano solo balle ai giovani”. Matteo Renzi che ironizza sul suo inglese con spigolature fiorentine. Luigi Di Maio che fa tok tok su TikTok e chiede ai giovani – immaginiamo entusiasti di aiutarlo – “se vedete Salvini ditegli che lo aspetto per un confronto”.
I politici, quelli che da una vita non parlano ai giovani, hanno scoperto che quello che ignorano da sempre è un giacimento di elettori che in massima parte diserta le urne. E allora si mettono a caccia del voto dei giovani. Lo fanno a meno di tre settimane dalle urne. E sbarcano in massa su TikTok, il social dei ragazzi. Per ora hanno provato a presentarsi e fare qualche video che secondo loro è divertente. Immaginiamo che vogliano parlare anche dei problemi dei giovani e di proporre qualche soluzione su salario minimo, lavoro, previdenza, università e altri temi d’interesse di un mondo da sempre dimenticato. Vogliono provare a convincerli ad andare a votare e a votare per loro. Magari nei prossimi giorni vedremo qualche contenuto politico. Intanto proviamo a capire come sono i loro video? Fanno presa sui giovani? O sono qualcosa di triste, imbarazzante, sconcertante come tanti giovani (e non solo) hanno avuto modo di dire e scrivere sui social network commentando alcune di queste uscite?