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Tornare a scuola per riprendersi il futuro

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La scuola ricomincia. Ed è un bene. Non soltanto perché dà ordine alla vita del Paese, ma perché offre anche la giusta prospettiva che questo tempo non può non perseguire: quella di guardare al futuro, pensando in primo luogo alle giovani generazioni, quelle che non a caso sono state inserite – un poco alla chetichella a dire il vero – nell’appena riformato articolo 9 della nostra Costituzione.

Peraltro pensare alle giovani generazioni è doveroso, a maggior ragione per un Paese che continua a essere drammaticamente il più anziano d’Europa e tra i più anziani del mondo; un Paese che fatica a misurare – al netto di Covid e della guerra in Ucraina – quanto pesi l’impatto demografico nella nostra società, sul suo futuro, anche economico, riguardo per esempio ai consumi culturali e turistici. Ma che, al tempo stesso, nega proprio alla cittadinanza e al suo rinnovo su basi culturali diverse – cioè gli strumenti per allargare il campo demografico – lo spazio che meriterebbe. Per cui, proprio sulla base di questi dati: evviva che si ricominci ad andare a scuola in presenza, non da ultimo perché la scuola è anche il primo motore di integrazione e di sviluppo.

Eppure, proprio dopo tutto quello che abbiamo visto in questi tre anni, e alla luce di una grave crisi economica che pervade il mondo, quale scuola si ha il dovere di offrire a questa generazione di studenti, non poco martoriati dalla Storia (quella con la S maiuscola) che gli è e gli sarà dato di vivere?

In primo luogo, una scuola che abbia la forza e il coraggio – oltre le tante parole spese inutilmente in decenni – di investire sul loro futuro. In questo senso appare assai importante, anche in relazione alle finalità del Piano nazionale di ripresa e resilienza, la recente riorganizzazione del sistema di istruzione e formazione tecnica superiore, di cui sono parte integrante gli Istituti tecnici superiori (Its, che saranno chiamati Accademie per l’Istruzione tecnica superiore-Its Academy), e i percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore (Ifts).

Questo consentirà, tra le altre cose, di favorire un processo di professionalizzazione di studenti vocati ad affrontare – nell’interazione tra scuola, formazione e lavoro in fabbriche e imprese – lo sviluppo, in particolare, della transizione digitale, della rivoluzione verde, della transizione ecologica e delle infrastrutture per una mobilità sostenibile.

Si apriranno infatti due percorsi (di primo e secondo livello, rispettivamente quattro semestri con almeno 1.800/2.000 ore di formazione; e sei semestri con almeno 3.000 ore di formazione) che daranno ai nostri studenti, dopo una verifica e una valutazione finale, il corrispondente diploma di tecnico superiore, titolo utile per la partecipazione anche ai concorsi.

In secondo luogo, il rafforzamento del legame con il mondo dell’università. Che è sempre più strategico e decisivo, e non a caso frutto di importanti investimenti da parte dei rispettivi ministeri che appunto nel nuovo ciclo scolastico emergerà con maggiore forza. Sempre più atenei, infatti, hanno preso consapevolezza della necessità di creare – mobilitando docenti, risorse, iniziative e incontri – un legame diretto con gli studenti delle superiori ben prima di ritrovarseli poi sui propri banchi. D’altronde, come ebbe a dire il presidente Draghi rivolgendosi agli studenti di una scuola: “Il futuro è lì perché voi ve ne impadroniate, perché voi diventiate protagonisti. Bisogna guardare al futuro come a una partita: la volete vincere? Sennò, perché giocare se già la volete perdere?”.

Infine, il tema del dimensionamento di scuole e classi, che peserà non poco. Anche per dare ai docenti il rispetto e la consapevolezza del ruolo strategico che svolgono nella crescita del Paese.

Insomma, buon principio. Che è tempo di tornare a scuola per riprendersi il futuro.

La versione originale di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di settembre 2022. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

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