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Metafashion, il duello a colpi di Nft fra i colossi della moda

Molti brand del lusso più internazionale stanno facendo da apripista in un nuovo spazio dominato da prodotti virtuali e futuribili – La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di settembre 2022.

Quando il 28 ottobre 2021 Mark Zuckerberg comunicò ufficialmente il cambiamento del nome della piattaforma Facebook in Meta, fu subito chiaro che il mondo non sarebbe stato più lo stesso, anche quello della moda. L’informatico americano divenuto miliardario grazie alla madre di tutti i social network (fondata nel 2004 insieme ai suoi compagni di stanza e di studio in un dormitorio dell’Università di Harvard), fotografava con quella scelta il cambiamento in atto della realtà: a quella fino a oggi conosciuta se ne aggiungeva un‘altra altrettanto forte, potente e vincente sotto tutti i punti di vista, sociali, editoriali, commerciali, il metaverso.

Passaggio dal mondo reale all’universo virtuale cui si affianca senza però sostituirlo del tutto, il metaverso rappresenta la fase evolutiva del web 3.0, nato grazie ad avatar e videogiochi e poi velocemente approdato al mondo della musica, del cinema, dell’economia e della moda, tutti raccontati in una  nuova forma, proprio come suggerisce quel suffisso ‘Meta’ che significa semplicemente ‘oltre’, qualcosa capace di proiettarci in una dimensione all’apparenza fisica, in realtà ricostruita a livello digitale.

Una trasformazione che non poteva lasciare indifferente il mondo della moda, da sempre attento per sua natura ad anticipare i cambiamenti e a fiutare l’aria del tempo. Aiutati anche dall’esperienza digitale accelerata dal periodo del forzato lockdown da pandemia, molti brand del lusso più internazionale stanno facendo da apripista in questo nuovo spazio dominato da prodotti virtuali e futuribili, molto verosimili rispetto a quelli fisici e reali, i primi belli da vedere nelle video proiezioni 3D, gli altri belli da toccare in quella esperienza fisica che da sempre definisce l’universo della moda, sorprendenti comunque, in entrambi i casi.

Cliccare per credere sulle ultime espressioni del metaverso delle più celebri fashion house internazionali, impegnate oggi in una sorta di competizione digitale destinata a regalare l’esperienza collettiva di maggior impatto e ad aggiungere valore reale al prodotto fisico, a incrociare i piani, a sognare e toccare al tempo stesso, come fa Bulgari.

La Maison romana di alta orologeria e gioielleria, da sempre attenta a unire nei suoi prodotti storia e innovazione, è stata tra i grandi protagonisti della sesta edizione di VivaTech, il più grande evento di startup e tecnologia in Europa, ospitato a Parigi lo scorso giugno. Con uno stand realizzato all’interno del padiglione Lvmh, il gruppo del lusso francese di Bernard Arnault, al quale la Maison fa capo dal 2011, Bulgari ha presentato un ecosistema di orologi Nft, non fungible token, le sue prime creazioni Nft High Jewellery e l’anteprima assoluta del concetto di metaverso della Casa.

Accolti dall’avatar del Ceo del gruppo Bulgari, Jean Christophe Babin, i visitatori vengono guidati in un viaggio virtuale in una Roma metafisica, attraversando segni, simboli e monumenti che hanno ispirato le più importanti creazioni della Maison.

Il colosseo del metaverso romano creato da Bulgari – Courtesy Bulgari

Accompagnato da una luce ricostruita interamente in digitale, ma capace di rispecchiare fedelmente quella dei più emozionanti e indimenticabili tramonti romani, il pubblico reale-virtuale viene fatto accomodare sul roof top della boutique, dove può godere di un’esperienza unica di acquisto, grazie all’interazione dei gioielli reali con quelli realizzati attraverso le tecniche del più alto artigianato, questa volta digitale.

E se sorprende Roma in una veste futurista, a cavallo di storia e innovazione, altrettanto fa Beyond Wonder, primo gioiello virtuale realizzato da Bulgari. Ideato da Lucia Silvestri, jewellery creative director della Maison in collaborazione con il team di design, Beyond Wonder è il prodotto simbolo, un ponte tra la storia e il futuro, l’espressione più alta e rotonda del savoir-faire del marchio intrecciato alla visione orientata al domani.

Non da meno ‘10 KFT Gucci Grail’, il progetto che si svolge all’interno di Vault, spazio sperimentale del brand di lusso fondato a Firenze nel 1921 e oggi una delle stelle più luminose nel firmamento del Gruppo Kering: una sfera di cristallo annuncia l’arrivo dell’avatar digitale di Alessandro Michele, direttore creativo Gucci.

Un particolare dell’opera ‘Gucci new Horizons’ di Diberkato, parte della collezione ‘The next 100 years of Gucci’ – Courtesy Gucci

 

Ma la sfera è anche il dono che il designer romano offre a Wagmi San, ‘l’artigiano del metaverso’ che lo ha invitato in un viaggio alla scoperta di nuove formule creative nel suo atelier di una futuribile New Tokyo.

E anche qui c’è di tutto, di più.

La storia e la favola come piace ad Alessandro Michele, un’innovativa collezione digitale realizzata ad hoc e a quattro mani, così per dire, dal sarto digitale e dal direttore creativo in carne e ossa per collezionisti versione Nft pronti a scorribande virtuali nello spazio del negozio Vault.

Dove però alla fine si può anche acquistare il prodotto reale. Dunque è anche questo il valore del metaverso, accendere la curiosità, guardare al futuro, incuriosire nuove generazioni, sorprendere quelle dei baby boomer, dare valore ai nuovi canali, anche commerciali.

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di settembre 2022. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

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