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È morto Giuseppe Bono, l’eredità dello storico Ad di Fincantieri

giuseppe bono fincantieri

È morto Giuseppe Bono, manager storico di Fincantieri, che ha guidato per l’azienda per 5 mandati consecutivi e per 20 anni, fino allo scorso 16 maggio. Aveva 78 anni, e lascia una moglie e due figli.

A darne notizia su Twitter è il stato ministro della Difesa Guido Crosetto: “È mancato Giuseppe Bono, Peppino. Un amico fraterno, grande uomo, straordinario capitano d’industria. Ha dedicato tutta la sua vita a costruire ricchezza per l’Italia. Lo conobbi appena arrivato a Fincantieri, che era in grave difficoltà. Ora ha i migliori prodotti al mondo. RIP”.

 

Giuseppe Bono e Fincantieri

Il nome di Giuseppe Bono rappresenta un pezzo di storia dell’industria italiana, ed è legato indissolubilmente alla storia di Fincantieri.

Bono, nato a Pizzoni in provincia di Vibo nel 1944,  è stato in Finmeccanica dal 1993 al 2002: dopo il ruolo Direttore centrale Pianificazione e controllo Amministrazione e finanza, nel 1997 era diventato direttore generale, e dal 2000 amministratore delegato. Successivamente, nel 2002, viene nominato Ad di Fincantieri, al posto di Pier Francesco Guarguaglini. Con lui, Fincantieri è diventato un leader della cantieristica in Europa. L’Ad ha mantenuto il suo ruolo fino a maggio 2022.

Dopo la laurea in Economia e Commercio (un’altra honoris causa in ingegneria navale è arrivata recentemente), ha cominciato la carriera che lo avrebbe portato al vertice di Fincantieri: nel 1963 il corso di addestramento e formazione nell’area amministrativa e del controllo di gestione presso la Fiat-Finmeccanica, poi l’ingresso in Omeca (Gruppo Fiat-Finmeccanica e dal 1968 Efim) e poi dal 1971 al 1993 in Efim.

Giuseppe Bono è stato Cavaliere del Lavoro e Cavaliere della Legion d’Onore francese. È stato anche membro del Consiglio generale di Confindustria e presidente di Confindustria Friuli Venezia Giulia.

“Il lavoro o lo fai con passione o non lo fai”, dichiarava in un’intervista esclusiva a Fortune Italia pubblicata nel luglio del 2018 in un numero che a lui dedicava la storia di copertina, agli inizi del suo quinto mandato. “Vengo da una terra in cui abbiamo dovuto tutti lottare per ottenere qualcosa. Un approccio che serve a maggior ragione in un’azienda che cambia tutti i giorni e in cui devi saper immaginare il domani cercando di anticipare il futuro”. Alla fine del suo quinto mandato, quest’anno, a Bono, abbiamo dedicato un nuovo approfondimento: qual è stata la sua eredità in Fincantieri?

A 78 anni, dopo 20 anni alla guida, qualche mese fa Bono ha lasciato un colosso ai vertici del ranking mondiale del comparto navalmeccanico con oltre 7 mld di fatturato, diciotto siti industriali nel mondo e un ruolo strategico da svolgere in un momento particolarmente complesso come quello attuale.

Nell’ultimo anno ‘completo’ di Bono da Ad, il 2021, Fincantieri ha registrato ricavi in crescita del 28% e un margine operativo lordo in crescita del 57%, con numeri superiori alle previsioni. Soprattutto, Bono ha lasciato una società tornata alla redditività: un risultato netto di 92 mln di euro dopo il segno negativo del 2020 della pandemia, ultima grande sfida affrontata da Bono alla guida di Fincantieri. Gli utili sono stati 22 mln, dopo i -245 mln del 2020.

Oggi Fincantieri è uno dei più importanti complessi cantieristici al mondo, leader a livello globale nella progettazione e costruzione di navi da crociera, operatore di riferimento in tutti i settori della navalmeccanica ad alta tecnologia: navi per la Difesa, offshore, navi speciali, traghetti, mega-yacht. il Gruppo guidato da Bono per 20 anni si occupa anche delle riparazioni e trasformazioni navali, della produzione di sistemi e componenti per i settori meccanico ed elettrico, nelle soluzioni di arredamento navale, nei sistemi elettronici e software, nelle infrastrutture, nelle opere marittime e nell’offerta di servizi di supporto post vendita.

Il Gruppo ha superato le 7.000 navi costruite ed è leader mondiale, ma il cuore rimane in Italia, dove ci sono 10.000 dipendenti e 90.000 posti di lavoro di indotto. Secondo Fincantieri, il conteggio raddoppia su scala mondiale grazie ai 18 stabilimenti in quattro continenti e oltre 20.000 lavoratori diretti.

Le reazioni

“L’Italia piange la scomparsa di Giuseppe Bono, storica guida di Fincantieri e figura di riferimento dell’industria italiana. Una dolorosa perdita per tutta la Nazione. Rivolgo ai suoi familiari le più sincere condoglianze da parte mia e del Governo italiano”, ha scritto la premier Giorgia Meloni su Twitter.

Il cordoglio per la scomparsa di uno manager di Stato storico come Bono arriva da tutto il panorama politico: dal ministro dell’economia Giorgetti all’ex ministro del Lavoro del Pd Andrea Orlando, tutti sono concordi nel considerare Bono un pezzo di storia dell’industria italiana. Specialmente se si parla di cantieristica navale, dove Fincantieri è ora tra le maggiori aziende del settore, permettendo all’Italia di avere un ruolo di primo piano al pari di Francia o Corea.

“Con grande dispiacere ho appreso la notizia della morte di Giuseppe Bono”, ha dichiarato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. ‘Maiora premunt’ mi aveva scritto appena qualche giorno fa, in un veloce scambio di messaggi. Le sue ultime parole, per quanto mi riguarda: anche in quel motto ho letto ancora una volta tutta la sua passione e amore per l’industria italiana. Una passione che ha coltivato negli anni in maniera concreta fino all’ultima lunghissima esperienza come amministratore delegato in Fincantieri. Un percorso, un modo di agire disinteressato e competente che è di esempio per tutti noi”.

“Quando negli anni ’90 si teorizzava che le navi si dovevano andare a fare in Corea e si agiva di conseguenza, Bono scommise sul futuro della cantieristica in Italia. E vinse. Oggi Fincantieri è una delle realtà più importanti nel mondo in questo settore. Ho avuto il piacere di lavorare con lui in questi anni, in particolare per l’approvazione della legge navale che ha consentito il rinnovamento di una parte importante della flotta italiana, ne ho potuto apprezzare la determinazione, l’intelligenza e il coraggio. Credo che il Paese debba essergli grato”, ha scritto sui social network l’esponente del Pd, Andrea Orlando, ex ministro del Lavoro.

“Giuseppe Bono è stato un grande manager pubblico, determinato e coraggioso, uno degli ultimi grandi che hanno saputo rilanciare e dare lustro all’industria pubblica e, aggiungo, uno dei pochi esperti e sostenitori della politica marittima italiana”, scrive in una nota la presidente dei senatori di Azione-Italia Viva Raffaella Paita. “Ho avuto modo di conoscerlo e lavorare con lui in Liguria su partite strategiche riguardo allo sviluppo degli stabilimenti. Ha fatto crescere Fincantieri portandola ai vertici dell’industria mondiale. Ricordo un uomo mai banale e con una visione riformista della società. Esprimo le mie più sentite condoglianze e quelle del gruppo che rappresento alla sua famiglia”, conclude.

“Il mondo dell’industria italiana perde un uomo straordinario che, alla guida di Fincantieri, ha saputo rilanciare e affermare nel mondo un settore strategico per il Paese”, scrive il vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia, Giorgio Mule’. “Nella sua lunga carriera ha sempre avuto a cuore il bene dell’Italia e delle istituzioni. Lascia un vuoto immenso. Il mio commosso cordoglio va alla sua famiglia, agli affetti piu’ cari e al gruppo Fincantieri che ha perso una figura storica di assoluto riferimento”.

“Giuseppe Bono è stato un grande amministratore, competente, capace, efficace. In questi venti anni ha messo a servizio di Fincantieri tutte le sue capacità umane e manageriali salvandola e rendendola un’eccellenza in Italia e nel mondo”, ha dichiarato il presidente di Italia Viva Ettore Rosato.

 

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