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Imprese e lavoratori alla ‘ricerca della felicità’: intervista a Tal Ben-Shahar | VIDEO

ben-shahar intervista

La ricerca della felicità di Chris Gardner, l’americano milionario la cui storia è stata raccontata nel suo libro e nel famoso film di Gabriele Muccino del 2006 (interprete Will Smith), coincideva con la sua ricerca del successo professionale (e della sicurezza economica per la sua famiglia). Ma forse, la morale vale anche al contrario: e se il segreto di un’azienda di successo fosse semplicemente la felicità dei suoi dipendenti? La pensa così Tal Ben-Shahar, esperto di leadership e psicologia positiva che ha trasformato i suoi studi in un lavoro di consulenza che l’ha portato a collaborare con multinazionali e aziende Fortune Global 500 in tutto il mondo.

La felicità come fattore chiave per portare su la produttività delle organizzazioni: l’esperto ne ha parlato durante il World Business Forum di Milano con Carlo Buonamico. In questa intervista con Fortune Italia, Ben-Shahar spiega che il discorso non è cambiato dopo la pandemia. Il lavoro da remoto ha portato effetti positivi, ma è la ricetta ‘ibrida’ che permette di difendere il benessere dei dipendenti.

Imprenditore seriale, Ben-Shahar è cofondatore e chief learning officer di Happiness Studies Academy, Potentialife, Maytiv e Happier.TV. È anche autore dei best seller internazionali ‘Happier’ e ‘Being Happy’. Il suo ultimo libro ‘Happier, no matter what: cultivating hope, resilience, and purpose in hard times’ è stato pubblicato nel maggio 2021.

‘Essere felici’ è uno dei suoi pilastri dei suoi lavori sull’Organisational Behavior: che ruolo ha la felicità nelle nostre aziende?

L’importanza della felicità nel business è che se aumenti i livelli di benessere anche di poco, il 3% o 4%, quello che vedi immediatamente è un incremento nei livelli di creatività e innovazione. Se aumenti la felicità vanno su i livelli di engagement e produttività. Si osserva anche che il teamwork migliora significativamente con il miglioramento del benessere. Qualsiasi parametro si guardi, se aumenti la felicità aumenti anche quello. In altre parole, la felicità è un buon investimento per l’individuo e per l’organizzazione. La felicità paga.

Pensa che il lavoro a distanza che tutti noi abbiamo sperimentato durante la pandemia abbia aiutato a creare team di lavoro felici?  Sta funzionando a livello di prestazioni anche ora?

Quello che vediamo come risultato della pandemia è che i livelli di ansia e depressione in Italia e in ogni parte del mondo sono cresciuti significativamente. Quindi c’è stato un effetto negativo sul nostro benessere psicologico, e questo si riflette sulla performance. Ora, una delle cose che ha portato all’aumento di ansia e depressione è che non ci incontravamo più nella stessa stanza. Quindi quando si parla di lavoro da remoto, una parte di questo è positiva, possiamo essere più efficienti e possiamo avere più flessibilità. Ma non dobbiamo portare la cosa ai suoi estremi. Quello che sostengo, e quello che sostengono molti psicologi, è che serve un modello ibrido. Usiamo i vantaggi del lavoro da remoto, ma non abbandoniamo i vantaggi dell’interazione faccia a faccia. Abbiamo bisogno delle relazioni, e non è sufficiente mediarle con uno schermo, dobbiamo passare del tempo insieme.

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