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New Space Economy Expoforum, la sostenibilità guida la filiera italiana dello Spazio

Quanto Spazio c’è nella nostra vita quotidiana? La risposta arriva dalla New Space Economy Expoforum, la fiera dedicata all’economia dello spazio e al trasferimento tecnologico. ‘Sustainability as the game changer’, questo il tema della quarta edizione della NseExpoforum, che si ispira alla sostenibilità, e torna in presenza dopo due anni.

Il Forum è impostato su un approccio multidisciplinare e punta a sottolineare l’importanza della ricerca spaziale e del trasferimento tecnologico, che consente di fornire soluzioni utili anche per il quotidiano. Nel corso dei due anni di pandemia, NseExpoforum ha potuto svilupparsi anche come piattaforma internazionale utile a favorire la cooperazione fra attori, space e non, del settore pubblico e privato. L’evento punta a promuovere l’utilità dei servizi spaziali al servizio del benessere dei cittadini e a favore di una maggiore spinta economica per l’intero paese.

Il peso della sostenibilità

La sostenibilità è anche un rischio, ci mette in guardia Alberto Tuozzi, neo eletto presidente della Fondazione E. Amaldi che, assieme alla Fiera di Roma e all’Agenzia Spaziale Italiana, organizza NseExpoforum. “Il tema è eticamente importante, ma normalmente la discussione si ferma al livello superficiale, misurando solo la distanza fra quello che dovremmo fare e quello che non possiamo fare. Abbiamo bisogno che si lavori a delle indicazioni, a delle precise guidance su questo tema”.

L’evento rappresenta anche l’occasione per evidenziare quali sono le applicazioni spaziali che contribuiscono, fattivamente, allo sviluppo sostenibile della società. Dai dati satellitari di osservazione della Terra alla protezione dell’ambiente, dalla mitigazione degli effetti climatici alla combinazione di risorse e dati satellitari, a tutela della salute dei cittadini, per lo sviluppo di applicazioni sperimentate con successo anche durante la recente emergenza sanitaria globale.

Connessione fra ricerca e business

L’esperienza dell’Expoforum, dedicato alla nuova economia dello Spazio, ha tracciato in tre anni un percorso di divulgazione importante rispetto alle tematiche del settore e alle opportunità connesse.

L’edizione 2022 di Nse nasce per interrogarsi e dare risposte rispetto rispetto a quanto la ricerca spaziale possa fare davvero per proteggere il Pianeta e per favorire la crescita sostenibile.

Giorgio Saccoccia, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, commenta con una importante apertura verso esperienze e business, apparentemente lontane dal mondo Space. “Io vedo sempre più persone che stanno comprendendo le opportunità connesse allo sviluppo della ricerca Spaziale e delle applicazioni di queste tecnologie al business del quotidiano”.

Per raccontare come la ricerca Space già impatti con le nostre vite, si portano di solito gli esempi delle tecnologie che consentono l’utilizzo dei telefoni cellulari, o dei navigatori satellitari.

La ricerca diventa business, opportunità alla portata di tutti quando si coglie “l’importanza di condividere idee, di raggiungere chi può lavorare generando futuro”, secondo Saccoccia.

Sviluppo economico

La Space Economy rappresenta uno dei settori più promettenti di sviluppo socioeconomico, a livello globale, per i prossimi decenni.

Reuters rivela che la Space economy vale già 350 miliardi di dollari l’anno, e Morgan Stanley stima che al 2040 il valore potrebbe triplicare, con un picco di mille miliardi di dollari.

In un contesto globale sempre più competitivo, l’Italia è chiamata ad investire su innovazione, tecnologia e sostenibilità, per continuare a primeggiare nel settore a livello internazionale. L’Italia possiede l’intera filiera dello Spazio, con una propria capacità di sviluppare i satelliti, portarli in orbita, gestirli.

La space economy italiana è seconda al mondo per ricerca e sviluppo, quinta per il numero di brevetti registrati, e vanta 280 imprese ultraspecializzate. 

Magna charta dello Spazio

Lo Spazio rappresenta, però, anche la nuova frontiera di conquista. E l’approccio sostenibile, suggerito dall’NseExpoforum2022, deve diventare un punto di valore anche nelle politiche di gestione degli ambiti correlati. Risulta quindi primario il ruolo svolto dalle forze armate, italiane in particolare. Lo sottolinea l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, capo di stato maggiore della Difesa italiana.

“Il ruolo primario delle forze armate è quello di contribuire ad assicurare un ambiente sano per garantire lo sviluppo”. Cavo Dragone punta l’attenzione su un passaggio cruciale che riguarda gli equilibri spaziali internazionali: “Lo scorso settembre dall’Inghilterra è giunto un alert rispetto alla possibilità che si verifichino eventi che minaccino la neutralità del campo spaziale”.

Risale agli anni cinquanta del secolo scorso il Trattato sullo spazio extra atmosferico (Outer Space Treaty), su cui si è basato il diritto aerospaziale in tutti questi anni, a cui hanno aderito un centinaio di Stati in tutto il mondo, per questo se ne è sempre parlato come della “Magna Chartadello Spazio”.

Di fatto questo documento vietava il posizionamento di armi nucleari nello Spazio, e limitava l’utilizzo della Luna e degli altri corpi celesti a scopi pacifici. In pratica lo Spazio veniva indicato come zona neutra, che poteva essere esplorato e utilizzato liberamente da tutte le nazioni.

Oggi però, alla luce dei nuovi equilibri e occasioni di conflitto bellico in atto, si teme che quegli accordi possano essere considerati superati da alcuni Stati. “È per questo che la Difesa continuerà ad investire sulla sicurezza delle frontiere”, in ogni loro declinazione, rassicura Cavo Dragone.

Il ruolo dello Governo italiano

Il settore pubblico punta a supportare la ricerca e lo sviluppo. “Questo Expoforum mette insieme tutti i key actors in Europa, l’industria e il settore spaziale, ed io rappresento lo Stato” si presenta così Elena Grifoni Winters, a capo dell’ufficio per le politiche spaziali e aerospaziali all’interno della presidenza del Consiglio dei ministri.

“È importante la presenza del settore privato, ma non dimentichiamo il valore del settore pubblico, che è qui per supportare ricerca e sviluppo e per trovare nuove idee, ma anche per incubare, accelerare. Le idee, se mature, possono diventare prodotti ed essere sviluppate come business”.

Grifoni Winters definisce così il ruolo della Space Economy, dal punto di vista del Governo italiano, che “vuole giocare un ruolo importante, alla luce della governance che si è sviluppata negli anni, e che vede nello Spazio non più solo un tema di ricerca fine a se stessa. Per far questo, abbiamo bisogno di un livello di coordinamento più alto” e di fondi ed investimenti. “Il Governo è interessato a supportare questa visione, renderla concreta, supportando l’intera industrial chain, anche giocando un ruolo chiave nella nuova Space economy, in Europa e a livello globale”.

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