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Raccolta pubblicitaria: 2022 in calo tranne che per web advertising

tv streaming

Il web advertising vince a mani basse nella raccolta pubblicitaria 2022. I dati Nielsen, relativi ai primi 9 mesi del 2022, parlano di un +2,7% per il web, in netta controtendenza rispetto al trend generale in calo del -1,5%.
Non vanno bene gli investimenti pubblicitari in Italia nei primi 9 mesi del 2022, e a farne maggiormente le spese è la televisione, che accusa un -8,6% del giro d’affari. Anche la stampa segna il passo, con i quotidiani a -4,0% ed i periodici a -2,6%.
Video killed the radio stars? Non è più vero, dal momento in cui la radio fissa il dato della raccolta pubblicitaria al +3,5%, unica eccezione positiva assieme al web, in un panorama che segna il passo.
Si attende però un rialzo complessivo, dovuto ai dati – ancora in fase di elaborazione – relativi agli investimenti pubblicitari per i mondiali di calcio, che lasciano ipotizza un recupero del mercato in zona Cesarini, a fine 2022.

Il Caso Spotify

L’audio digitale si impone nel campo della raccolta pubblicitaria web, e Spotify si conferma leader a fronte del business pubblicitario pari a 1 mld di euro, generato in Europa nel 2021. L’azienda sta chiudendo al rialzo anche il terzo trimestre 2022, con ricavi cresciuti del +19% rispetto all’anno precedente. “Nell’ultimo anno ci siamo concentrati sul rafforzamento della già solida offerta affinché resti la destinazione migliore per gli editori per accrescere il proprio pubblico e monetizzare i contenuti” ha affermato Alberto Mazzieri, Head of Sales Southern Europe di Spotify. “I numeri dei report testimoniano la forza della nostra offerta”.
Crescono anche i podcasting, in cui Spotify è leader grazie alle sue piattaforme: Megaphone, Chartable e Podsights. L’azienda ha stilato un report sulle tendenze dei podcast nel 2022 per riflettere le novità a livello globale per editori e inserzionisti.

Tassi di conversione nell’audio digitale

Gli inserzionisti del settore Moda e Bellezza registrano i tassi di conversione degli acquisti più elevati rispetto al totale delle categorie, laddove il tasso medio di conversione degli acquisti è aumentato del 19% in questo trimestre rispetto al trimestre precedente. Gli inserzionisti riconoscono il podcast come un canale prezioso per fare marketing a un pubblico attento. I primi investitori in pubblicità nei podcast, come i marchi del settore tecnologico, dei beni di consumo e dell’intrattenimento, continuano a essere i più attivi, ma c’è una crescita impressionante in nuove categorie, come il B2B, i viaggi e il tempo libero, e il settore medico e farmaceutico.

Il target dei podcast

Il bacino d’utenza dei podcast si sta espandendo soprattutto nelle fasce d’età compresa tra i 25 e i 54 anni, ma con la diversificazione dei contenuti è cresciuta anche la diversificazione del pubblico. Su Spotify questo ha creato uno spettro di pubblico sempre più ampio. La crescita più marcata di ascoltatori unici ha interessato le fasce di età comprese tra i 13 e i 17 anni e tra i 55 e i 64 anni, con un aumento rispettivamente del 49% e del 45%. Gli utenti preferiscono utilizzare i dispositivi mobili per l’ascolto dei podcast ( 91%). Cresce anche la preferenza di ascolto in automobile, tramite gli altoparlanti intelligenti e con le smart TV, che offrono maggiori opportunità di co-ascolto. L’ascolto in auto è aumentato del 131%.

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