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Dall’ex Ilva a Ita Airways, le spine di fine anno del governo Meloni

giorgia meloni governo
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Il governo Meloni deve chiudere alcuni dossier economici in settori strategici per la sicurezza nazionale come la siderurgia, il trasporto aereo e le telecomunicazioni. E deve farlo entro l’anno. Tra ex Ilva, Ita Airways e Tim si tratta di una sfida da cui dipende in gran parte la modernizzazione del Paese. Ci sono in ballo oltre 25 mila posti di lavoro. In tutti e tre i casi ci si attende una soluzione entro la fine dell’anno. Una corsa contro il tempo.

Il caso ex Ilva di Taranto

L’appuntamento per tentare di trovare una via d’uscita sull’ex Ilva è fissato, salvo sorprese, per mercoledì 28 dicembre a Palazzo Chigi, in Consiglio dei ministri. Con i sindacati che, nel caso di una fumata nera, sono pronti a organizzare una protesta davanti alla sede del governo entro il prossimo 13 gennaio. In cdm potrebbe approdare un provvedimento che prevede un prestito ponte di 650-680 milioni di euro che consenta all’azienda di far fronte alla crisi di liquidità e di ridurre la sua pesante esposizione debitoria verso i principali fornitori. Mantenendo però la data di maggio 2024 per il passaggio in maggioranza dello Stato.

La soluzione per Tim

La scadenza fissata dal governo per la definizione delle migliori soluzioni di mercato è stata fissata al 31 dicembre per Tim e la rete unica. Nel quarto e ultimo degli incontri del tavolo aperto a Palazzo Chigi, in agenda per il 29 dicembre e a cui partecipano anche Vivendi e Cdp Equity, si dovrebbero dunque tirare le somme. Le strade sembrano ancora tutte aperte, a partire dalla vendita della rete a uno o più soggetti sotto il controllo dello Stato, con la scissione di Tim: le infrastrutture da una parte (Cdp) e i servizi dall’altra (Vivendi). Sono circolati poi i nomi di Invitalia, ma anche di Poste e di Fs e sul fronte investitori istituzionali, oltre a Kkr, Macquari e Gip.

Nozze in vista tra Lufthansa e Ita Airways

Le nozze di Ita Airways con Lufthansa appaino sempre più vicine. Il governo ha fissato i criteri in un nuovo Dpcm ora all’esame della Corte dei Conti. L’esame potrebbe essere velocissimo, visto che non è necessaria una valutazione della ragioneria dello Stato non essendo richieste coperture. L’obiettivo è di arrivare alla chiusura dell’operazione entro l’anno. Il provvedimento stabilisce le modalità per il prezzo di Ita, alcune cautele di governance, il possibile rapido coinvolgimento dell’acquirente nella gestione e soprattutto il meccanismo di acquisizione con uno o più aumenti di capitale riservati che consentirebbero di lasciare risorse all’interno della compagnia per favorirne lo sviluppo.

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