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Renato Brunetta al Forum Sostenibilità Fortune Italia: “Mose opera unica, va esportata nel mondo” | VIDEO

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“Il Mose è un’opera che può e deve essere esportata nel mondo”. Non ha dubbi Renato Brunetta nel presentare il sistema di dighe mobili come la ‘panacea’ più importante di Venezia, quella che “la tiene viva e fa in modo che la laguna sia disinquinata, con la presenza di gente che ci vive, ci lavora e ne usufruisce a livello economico e culturale”. Intervistato da Paolo Chiariello, Direttore Responsabile di Fortune Italia, durante il Forum Internazionale di Sostenibilità all’Università Ca’ Foscari nel capoluogo veneto, Brunetta, presidente di ‘Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità’, ha affermato di essere profondamente consapevole che “le tecnologie che noi abbiamo sperimentato con il Mose, pagandole anche care da tanti punti di vista, possono e devono essere esportate, così come esportiamo altre nostre eccellenze italiane. Il Mose è una nostra eccellenza della nostra ingegneria idraulica e lo è in termini di sicurezza, oltre che di sostenibilità”.

Venezia, “antica città del futuro”, come l’ha definita l’ex ministro, ha una lunga storia in questi termini. L’idea di Venezia Capitale mondiale della Sostenibilità “non è mia, è nata in sede regionale, per far sì che Venezia diventasse un modello per il resto del mondo: non solo la città che stava sprofondando, distrutta dall’alta marea o dello scandalo del Mose”, ha raccontato Brunetta.

È una città – ha continuato – che sorge in una laguna e le lagune non esistono. Sono dei luoghi che durano poco: o diventano terra o diventano mare. I veneziani hanno reso questo luogo storicamente un unicum al mondo, bloccando il mare e ‘spostando’ i fiumi. Un luogo con condizioni di artificialità, in senso positivo, trasformato dalla genialità dei nostri padri che l’hanno resa quella che è oggi”.

Attraverso la Fondazione che Brunetta presiede “vogliamo rimettere al centro questo luogo – ha detto -. Occorre infatti attrarre nuovi investimenti produttivi e sostenibili. Questa è la chiave. Per farlo bisogna tenere Venezia ‘all’asciutto’. Grazie al Mose, la più grande opera idraulica mobile nella storia, ci siamo riusciti”.

Se si dice ‘Mose’, però, ancora nell’immaginario collettivo italico vengono in mente storie di cattiva amministrazione, inchieste giudiziarie, e altro ancora che rende la politica poco edificante. “Bisogna che questa narrazione cambi – ha concluso Brunetta -. Abbiamo centinaia di brevetti, decine di anni di investimenti alle spalle, studi, ricerche e abbiamo la miglior ingegneria idraulica al mondo. È la nostra, quella italiana. Il Mose non è altro che la prosecuzione tecnologica dell’antica cultura dei veneziani”.

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