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Sustainability Forum, l’energia tra guerra e crisi climatica. “A salvarci sarà il Sole”

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Il settore energetico sta vivendo un’epoca di innovazione tecnologica senza precedenti. E come ogni evoluzione, anche questa presenta enormi sfide per le organizzazioni: assicurare che siano pienamente integrate, funzionanti e produttive comporta numerose sfide. Come rispondere allora alla trasformazione del settore energetico, in un momento storico in cui ci sono sfide senza precedenti come la guerra in Ucraina, la crisi energetica e quella climatica? Emilio Carelli ha moderato per Fortune Italia la terza tavola rotonda della seconda giornata del Sustainability Forum. Un dibattito dedicato proprio alla ‘Trasformazione del settore energetico’.

Ricordando che in Italia il 48% dell’energia è prodotta dal gas, Carelli ha sottolineato le difficoltà a cui hanno portato gli shock macroeconomici del 2022, dalla sospensione delle attività produttive all’inflazione. In tutto questo, le energie rinnovabili assumono un ruolo drammaticamente più importante.

Rinnovabili, le sfaccettature dell’elemento chiave della transizione

Parlare di rinnovabili e di transizione energetica, naturalmente, significa parlare di tanti fenomeni diversi, i partecipanti al tavolo ne hanno affrontati alcuni. Con al centro quello, fondamentale, delle tecnologie: se da una parte vanno migliorate per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, dall’altra migliorano troppo velocemente rispetto a un sistema autorizzativo che, specialmente in Italia, fatica a stare al passo.

Secondo Andrea Casartelli, General Manager di EDP, le fonti rinnovabili “sono necessarie per dare un impatto positivo al Paese che non può essere trascurato. Oggi si parla anche di agrivoltaico, il tentativo di sfruttare il terreno sia per produrre energia fotovoltaica, grazie all’installazione di pannelli solari, sia per realizzare attività agricole e di allevamento. In percentuale questa energia potrà incidere in maniera notevole, si può parlare di decine di migliaia di megawatt. La tecnologia ha inizialmente dei costi ma sul lungo periodo, con sacrifici e anche acquisendo nuove abitudini, può dare grandi risultati”.

Luca Marchisio, Head of System Strategy di Terna, sottolinea due aspetti chiave della transizione, fortemente basata sull’elettrificazione dell’energia: “Mantenere e strutturare le infrastrutture dei trasporti, portando quindi energia elettrica dai punti di produzione a quelli di consumo. E garantirne sicurezza, qualità ed economicità. L’obiettivo di zero emissioni entro il 2030 è fattibile. Bisognerà sfruttare nuove tecnologie, auto elettriche, pompe di calore, fornelli a induzione. Tecnologie già mature e disponibili. Ma soprattutto bisognerà muoversi su tre piani: sviluppare le fonti rinnovabili – e questo richiede circa 70 GW – puntare sull’eolico shore, il solare sui tetti e a terra. Ricordiamo che i terreni agricoli inutilizzati in Italia sono 1,2 milioni di ettari”.

Nicola Lanzetta, direttore italia Gruppo Enel, ha ricordato il contributo del gigante elettrico italiano alla transizione energetica.

Secondo Lanzetta, questo contributo si può riassumere in tre aspetti. “La prima direzione è quella dello sviluppo di capacità rinnovabile ed energia eolica. Noi continueremo a fare di tutto purché le nuove centrali siano rinnovabili. È poi indispensabile l’aspetto delle batterie. Il funzionamento di un sistema di stoccaggio in batteria (Bess) è semplice. Le batterie ricevono l’elettricità dalla rete elettrica, direttamente dalla centrale, o da una fonte di energia rinnovabile come i pannelli solari o da un’altra fonte di energia, e successivamente la accumulano sotto forma di corrente, per poi rilasciarla quando è necessaria. Infine, scalare la filiera. In Italia ci sono pannelli che vengono soprattutto dalla Cina. Abbiamo un’iniziativa molto importante che sarà resa pubblica a breve. Da Catania produrremo 3 giga di pannelli, 15 volte superiore all’attuale”, dice Lanzetta facendo riferimento alla 3Sun, la fabbrica di celle solari di Enel Green Power che punta a dinventare una delle maggiori Gigafactory d’Europa.

Sul tema delle Comunità energetiche e dell’autoconsumo, secondo Casartelli di Edp, “oggi il mercato risponde con modelli di business molto moderni. Sulle comunità energetiche noi abbiamo un’estrema tensione perché ci sono normative che si stanno concretizzando. Siamo nell’ultimo miglio, stiamo aspettando di capire quale sarà la configurazione finale”.

Di economia circolare ha parlato e rinnovabili ha parlato Gabriella Chiellino, Co-Founder e Ad IMQ eAmbiente, e “la prima donna a laurearsi in scienze ambientali, nel 1994”, ha ricordato Carelli. “Le richieste più frequenti degli enti in questo campo sono molto legate alle CeR e ci siamo preparando a quello. E poi ci stiamo preparando anche a supportare le imprese e i territori per fare un upgrade. Altra sfida è quella del fotovoltaico a terra, dove stiamo lavorando con gli agricoltori. Siamo pronti quindi a creare questa circolarità, ma sarà un 2023 molto intenso e sfidante”. C’è un tema di autorizzazioni: oggi passano dalle Conferenze di servizio, dietro a quelle semplificazioni ci sono singole autorizzazioni molto difficili da raggiungere, a seconda delle tecnologie, spiega Chiellino, che racconta anche quali siano i tempi medi per l’autorizzazione di un impianto. “In teoria un procedimento integrato potrebbe durare 6 mesi, ma arriva anche ai due anni e mezzo. Ed è un problema, perché parliamo di tecnologie in continuo movimento”.

Proprio parlando di tecnologie e della ricerca necessaria per migliorarle, Maurizio Delfanti, Ceo di RSE (Ricerca sul sistema energetico, la società controllata dal Gse), è convinto che “i traguardi da qui al 2030 e poi al 2050 sono due studi e due prospettive di ricerca su cui negli anni abbiamo lavorato molto. Già oggi abbiamo delle tecnologie disponibili, questo non vuol dire che non ci vuole maggiore ricerca. A volte se guardiamo da qui al 2050 ci sembra che si arriverà alla piena decarbonizzazione. Non è così. Abbiamo a disposizione una serie di tecnologie molto promettenti. La guerra in Ucraina in tutto questo percorso è stata ed è uno stimolo per accelerare il percorso, ci ha insegnato che prima usciamo dalla dipendenza dai fossili prima saremo salvi”.

Sull’ultima provocazione di Carelli al tavolo, sono tutti concordi: se si parla di energia del futuro, sarà il Sole a salvarci. Dipende, naturalmente, da quale energia ‘solare’ si intende: quella ingabbiata dai pannelli, o quella riprodotta dalla fusione nucleare?

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