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Ericsson verso il taglio 8.500 posti, per Basf 2.600 licenziamenti

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I colossi europei rispondono alle difficoltà e si riorganizzano per il futuro. La multinazionale svedese Ericsson è pronta a tagliare 8.500 posti di lavoro in tutto il mondo. Stesso piano per Basf, società europea leader della chimica con sede in Germania, che taglierà 2.600 posti.

Ericsson vede nei tagli “un potenziale per semplificare e diventare più efficienti in tutta l’azienda, soprattutto quando si tratta di costi strutturali”, come dice il portavoce Jenny Hedelin. Basf reagisce invece apertamente all’aumento dei costi dell’energia, decisivi nel settore chimico.

L’amministratore delegato di Basf, Martin Brudermüller, ha segnalato inoltre che la competitività dell’Europa è “sempre più penalizzata da un’eccessiva regolamentazione, processi di autorizzazione lenti e burocratici e, in particolare, costi elevati per la maggior parte della produzione”.

La parte preponderante dei tagli presso Ericsson è prevista entro il primo semestre dell’anno. I tagli interesseranno l’8% della forza lavoro del gruppo e fanno parte di un piano presentato a dicembre per ridurre i costi di 862 milioni di dollari entro la fine del 2023. 1.400 dei posti di lavoro che verranno eliminati saranno in Svezia. La multinazionale svedese ha archiviato nel quarto trimestre un calo dell’utile più forte del previsto, scontando soprattutto il ridimensionamento dei clienti 5G.

Basf, da parte sua, ha anche interrotto anticipatamente il programma di re-buy di azioni, fermandosi a 1,4 miliardi di euro, invece di arrivare a 3 miliardi. Lo scopo è mantenere più liquidità nelle casse. Nel 2022 Basf ha speso 3,2 miliardi di euro in più per i costi energetici rispetto all’anno precedente, ha spiegato il Cfo Hans-Ulrich Engel, come riporta Dpa. Solo per il gas naturale, il gruppo ha speso 2,2 miliardi di euro in più.

Di questi, 1,4 miliardi di euro sono stati spesi nella storica sede tedesca di Ludwigshafen, anche se gli impianti hanno consumato un terzo in meno di gas. L’azienda ha dichiarato di puntare dal 2024 a tagli dei costi annuali per 500 milioni di euro, dal momento che non si aspetta che i prezzi del gas tornino ai livelli precedenti alla guerra in Ucraina.

Proprio a Ludwigshafen verranno eliminati 700 posti. Per quest’anno Basf prevede un fatturato compreso tra 84 e 87 miliardi di euro, rispetto agli 87 miliardi di euro dell’anno scorso. In termini di utile operativo, si aspetta 4,8-5,4 miliardi di euro, cioè fino al 30% in meno rispetto all’anno precedente.

Il primo semestre del 2023 dovrebbe essere debole, ma la situazione potrebbe migliorare nella seconda metà dell’anno, soprattutto in Cina. Nonostante le perdite e le difficoltà, per il 2022 Basf intende comunque pagare agli azionisti lo stesso importo del 2021, con un dividendo previsto di 3,40 euro per azione.

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