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La rivoluzione del capitale umano nell’Anno europeo delle competenze

Ursula von der Leyen
Picture of Paolo Boccardelli*

Paolo Boccardelli*

Siamo veramente pronti a essere protagonisti nella rincorsa alle competenze del futuro?  La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di febbraio 2023.

Il 2023 sarà l’Anno europeo delle competenze. Così è stato proclamato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nel suo discorso sullo stato dell’Unione 2022. Una “forza lavoro con le giuste competenze” è stata indicata come fattore cruciale alla base della competitività, attuale e futura, dell’economia europea. Il dato di partenza, anche della successiva proposta della Commissione europea, è che le transizioni verde e digitale stanno aprendo nuove opportunità per le persone e l’economia dell’Unione. In questo senso, una forza lavoro dotata delle competenze richieste contribuisce anche alla crescita sostenibile, favorisce l’innovazione e migliora la competitività delle imprese.

D’altronde, i trend di cambiamento in atto, come la nuova globalizzazione, gli equilibri geopolitici, la digitalizzazione e i cambiamenti climatici e demografici producono effetti disruptive non solo sull’economia, ma anche sulle modalità di lavorare, sui modelli di formazione e sulla società nel suo complesso. Le sfide di oggi richiedono competenze nuove e vanno affrontate con un’impostazione interdisciplinare. Charles Handy nel suo ‘The second curve’ già nel 2015 sottolineava come alcune istituzioni fondamentali della società, quali il sistema educativo e il mercato del lavoro, sono stati sviluppati in un’era che non esiste più.

Rispetto al capitale umano, è quindi in atto una vera e propria rivoluzione. Una delle principali sfide che la nostra società dovrà affrontare risiede nella preparazione delle nuove generazioni alle trasformazioni di carattere globale che investono società, organizzazioni e persone. Di fronte a crisi non previste né facilmente prevedibili, occorre migliorare la capacità di anticipare gli eventi, al fine di aumentare la consapevolezza nel prendere decisioni che sono sempre più guidate dai dati a disposizione (data-driven approach).

Il mercato del lavoro sarà inoltre sempre più caratterizzato da competenze Stem (Science, technology, engineering and mathematics). Nei prossimi anni, assisteremo a una crescita delle skill di tipo analitico e di innovazione, in aggiunta alle competenze di active learning, creatività e technology design. Tra queste, la creatività e l’innovazione giocheranno un ruolo centrale, potendo incoraggiare la creazione di nuovi prodotti ma anche di nuovi modi di lavorare insieme alle tecnologie avanzate. L’emotional intelligence e le capacità di gestione delle relazioni interpersonali, inoltre, faciliteranno la collaborazione e l’empatia tra le persone.

I cambiamenti del lavoro saranno gioco forza determinati dall’innovazione tecnologica. Da qui ai prossimi anni, molte attività lavorative saranno automatizzate o aumentate dalla presenza di tecnologie digitali e data-driven, generando implicazioni sulle competenze richieste e sui modelli di leadership.

*Ordinario di Economia e gestione delle imprese e Strategie d’impresa alla Luiss, è presidente del supervisory board della Scuola politica Vivere nella comunità. Direttore della Luiss Business School dal 2015 al maggio 2022. È direttore del Centro di ricerca in Strategic change “Franco Fontana”

La versione originale di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di febbraio 2023. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

 

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