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Pasqua, agnello protagonista sulle tavole italiane

Arriva la Pasqua, torna la carne di agnello sulle tavole italiane. Saranno oltre 4 famiglie su 10 – per la precisione il 44% – a consumarla. Un dato che segna un +13% rispetto allo scorso anno. Una scelta nel rispetto delle tradizioni, che permette anche di sostenere i 60mila pastori duramente colpiti dalla siccità nei pascoli e dai rincari dei costi di produzione legati alla guerra in Ucraina. È quanto emerge da un’indagine congiunta di Coldiretti e Ixè realizzata a ridosso della ricorrenza durante la quale gli italiani acquistano una parte consistente dei 1,5 chili di agnello consumati pro capite durante tutto l’anno.

La tradizione aiuta a contrastare lo spopolamento delle aree interne, molte delle quali si trovano nell’epicentro dell’ultimo terremoto. Secondo l’analisi Coldiretti su dati Crea, gli effetti del conflitto russo-ucraino producono sulla pastorizia italiana un calo dei redditi di oltre il 50%.

È a rischio un mestiere duro e ricco di tradizione, che garantisce la salvaguardia di ben 38 razze e che si prende cura di circa 6 milioni di pecore da Nord a Sud, anche attraverso tradizioni millenarie come la transumanza proclamata patrimonio immateriale dell’umanità l’11 dicembre 2019.

L’agnello è il piatto preferito anche dai 12 milioni di italiani che si sposteranno per Pasqua. Il 95% resterà nel Belpaese. Molte le ricette tipiche tramandate ormai da generazioni: dall’abruzzese agnello cacio e ova, al molisano agnello sotto il coppo, fino all’abbacchio alla scottadito del Lazio.

Tra le ricette più gettonate a base di carne di agnello, figurano gli arrosticini, le costolette panate, la teglia al forno con patate alla cacciatora. E poi le polpettine pasquali con macinato di agnello del Trentino, il Cutturiddu pugliese, l’agnello cotto nel brodo con le erbe tipiche delle Murge. Ma anche gli gnocchi al sugo di castrato e le tagliatelle al ragù di agnello.

Fra italiani e turisti stranieri, saranno circa 6 milioni quelli che pranzeranno fuori a Pasqua, in un ristorante o in un agriturismo. La maggioranza opterà invece per il più tradizionale pranzo a casa propria o da amici e parenti. Tra coloro che non rinunciano all’agnello, il 58% acquisterà in supermercati e macellerie quello Made in Italy e un altro 22% lo comprerà direttamente dal produttore per avere la garanzia dell’origine. Solo un 20% non si curerà della provenienza di quel che metterà nel piatto.

Ma come essere sicuri di portare in tavola un prodotto di qualità al giusto prezzo? Il consiglio di Coldiretti è quello di preferire carne di agnello a denominazione di origine, quella garantita da marchi di provenienza territoriale come l’Igp, o di rivolgersi direttamente ai pastori, quando è possibile. In una situazione in cui oltre un agnello su due (55%) presente nei banchi frigo per Pasqua è di origine straniera, c’è il rischio di mettere nel piatto carne spacciata per italiana che non rispetta gli stessi standard qualitativi di quella nazionale, secondo un’indagine dei Consorzi di Tutela delle tre Igp Agnello di Sardegna, Abbacchio Romano e Agnello del Centro Italia e di Coldiretti Sardegna.

“Senza un deciso impegno dell’intera filiera agroalimentare nazionale la pastorizia italiana rischia di scomparire con l’abbandono di migliaia di famiglie che hanno fatto dell’allevamento il centro della loro vita”, afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, nel lanciare un appello a consumare prodotto italiano per sostenere l’economia italiana.
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